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E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.

mercoledì 31 marzo 2010

LA TYMOSHENKO ALL'ATTACCO: JANUKOVYCH E AZAROV MANTENGANO LE PROMESSE


Prima seduta dello shadow-cabinet dell'opposizione democratica sotto la guida della Lady di Ferro ucraina. Controllo meticoloso sull'operato del governo, sull'approvazione del bilancio e sulla lotta alla corruzione. Tarasjuk: l'Europa dal 2010 più vicina.

La giornata di mercoledì 31 marzo è stata tra le politicamente più attive dopo giorni di calma apparente. L'edificio della Rada ha visto infatti l'alternarsi di sedute plenarie, votazioni, discussioni di emendamenti e conferenze stampa dei ministri dell'attuale maggioranza, composta - lecito ricordare - da una coalizione di Partija Rehioniv, Blocco Lytvyn e comunisti sotto il totale controllo del neo eletto presidente Viktor Janukovych.

Nel pomeriggio è stata la volta della prima riunione del governo-ombra dell'opposizione democratica. Malgrado il premierato sia stato affidato al deputato del Blocco Tymoshenko Serhij Soboljev, è stata la stessa Lady di Ferro ucraina a presiedere la seduta e a presentarsi alla seguente conferenza stampa per illustrare le linee guida del suo shadow-cabinet.

"Il governo dell'opposizione parlamentare può svolgere nel contempo la funzione di controllo, analisi e proposta di soluzioni alternative. Ci riuniremo ogni settimana per avere la posibilità di analizzare tutte le decisioni che approverà il governo ufficiale ed annunciare tutti i progetti che a nostra volta proporremo" ha spiegato la Tymoshenko.

Successivamente la leader dell'opposizione ha illustrato anche le priorità che lo shadow-cabinet dovrà affronare già dai prossimi giorni. In primis, la battaglia sul bilancio, in cui il deficit non dovrà superare il 4% del PIL e l'inflazione il 10%.

"Noi, come opposizione unita, vorremmo vedere dal governo nel budget 2010 il mantenimento di quelle promesse che Janukovych ha fatto in campagna elettorale. Vigileremo sui provvedimenti anticorruzione che il governo Azarov inende intaprendere, poiché essi non ci convincono" ha annunciato La Lady di Ferro ucraina.

Serhij Soboljev ha posto invece l'accento sulla politica energetica della maggioranza: "la decisione odierna di cercare di abbassare il prezzo del carburante di soli 10-15 kopijki [centesimi, n.d.a.] dopo che esso è aumentato nell'ultimo periodo di 40-45 dimostra la scarsa forza dell'esecutivo, nonché un'inquietante abitudine di condurre le trattative senza trasparenza alcuna. Ritengo che il ritocco delle tariffe sia una questione delicata da discutere in parlamento coinvolgendo tutte le sue forze politiche".

A termine della seduta Julija Tymoshenko ha confermato la nomina dei ministri-ombra più importanti, presentandoli ufficialmente alla stampa: vicepremier sono Volodymyr Stretovych (Khrystyjans'ko-demokratychna Partija), Jurij Karamzin (Partito dei Difensori della Patria) e Oles' Donij (Narodna Samooborona); ministro degli esteri è Borys Tarasjuk (Rukh); ministro degli affari regionali - Volodymyr Bondarenko (Reformy i Porjadok); ministro dell'economia e delle infrastrutture - Oleksandr Bondar (indipendente di Nasha Ukrajina); ministro della salute - Serhij Shevchuk (Bat'kivshchyna); ministro dell'istruzione - Volodymyr Polokhalo (Bat'kivshchyna); ministro dell'agricoltura - Ivan Kyrylenko (Bat'kivshchyna); ministro della difesa - Mykola Petruk (indipendente del BJuT); ministro della cultura - Ihor Hryniv (Reformy i Porjadok); ministro degli affari sociali e del lavoro - Andrij Pavlovs'kyj (Bat'kivshchyna); ministro dell'energia - Oleksandr Hudyma (Bat'kivshchyna); ministro della famiglia - Ol'ha Herasym'juk (indipendente di Nasha Ukrajina); ministro dello sport, del turismo e di euro 2012 - Ostap Semerak (Reformy i Porjadok); ministro dell'interno - Hennadij Moskal' (indipendente di Nasha Ukrajina); ministro per le emergenze - Jurij Hrymchak (Narodna Samooborona).

Dunque alle riunioni dello shadow-cabinet parteciperanno esponenti del Blocco Tymoshenko e quelli iscritti al gruppo parlamentare "Nasha Ukrajina" appartenenti ai partiti Cristiano-Democratico, a quello dei Difensori della Patria, al republicano "Sobor", all'europeista-liberale "Jevropejs'ka Partija Ukrajiny", al "Narodny Rukh" e al movimento "Narodna Samooborona".

Lecito ricordare che la Tymoshenko ha fortemente voluto un governo-ombra a sua immagine e somiglianza: in esso non sono ricalcati i dicasteri della maggioranza, bensì sono istituiti ministeri (ad esempio quello della finanza) sul modello dei principali governi europei, e cancellati altri (come quello dei trasporti) di eredità sovietica.

Inoltre, occorre sottolineare che la costituzione dello shadow-cabinet è in Ucraina una prassi obbligatoria prevista dal regolamento della Rada. Ciò nonostante, in questa legislatura potrebbe verificarsi per la prima volta la coesistenza di due governi-ombra, dal momento in cui l'ex candidato alle presidenziali del 2010 Arsenij Jacenjuk (quarto al primo turno con circa il 6% dei consensi) ha manifestato pubblicamente l'intenzione di varare un proprio esecutivo di opposizione a quello Azarov e distinto da quello della Tymoshenko, composto dai deputati del gruppo "Nasha Ukrajina" avversi alla Lady di Ferro del Paese.

Per concludere (secondo il tradizionale stile di Julija Tymoshenko) una prima iniezione di fiducia: il ministro-ombra degli esteri Borys Tarasjuk - da anni ben inserito negli ambiti diplomatici europei - ha dichiarato che "in base agli incontri avuti a Bruxelles nei giorni scorsi vi è la concreta possibilità che l'Ucraina inizi la fase di avvicinamento all'area Schengen già dal 2010, a patto che Kyiv dimostri concretamente di approntare correttivi in direzione della lotta alla corruzione e della prosperità economica".

Una speranza on cui iniziare una risoluta e ferma opposizione alla verticale del potere Janukovych-Azarov. Sperando che Bruxelles presto si desti dal torpore culturale e politico, e ascolti la richiesta del popolo ucraino di tornare a pieno diritto in Europa.

Matteo Cazzulani

domenica 28 marzo 2010

SAMBIR: PICCOLO SPACCATO DELLA CRISI ARANCIONE

Anche nella graziosa cittadina al confine tra la regione di Leopoli e la Transcarpazia si percepisce la delusione di chi nel 2004 accorse sul Majdan per un'Ucraina giusta, democratica ed europea.

Sambir, grazioso centro abitato a 95 chilometri sud-est di Leopoli, 30 dalla Transcarpazia. Qui vivono circa 37 mila persone, eredi di una storia cittadina di tutto rispetto: passata dal principato di Halych-Volodymyr alla Corona Polacca, ha presto ottenuto lo status di città per mezzo dell'estensione del diritto di Magdeburgo, un privilegio di cui pochi centri urbani allora potevano godere. Poi avvenne l'Unione di Lublino, e Sambir (Sambor in polacco) diventò parte del voivodato di Leopoli in quella Repubblica delle due Nazioni Polacco-Lituana ove fino a metà '600 tutte le fedi e le confessioni erano tollerate, a differenza che nel resto dell'Europa ove imperversavano saguinose guerre di religione.

Successivamente le spartizioni e la dominazione asburgica, degna di nota per aver collegato la cittadina con il resto della regione con moderne infrastrutture. Esse però non saranno più rinnovate. Sopratutto sotto la dominazione sovietica che anche qui come altrove nell'Ucraina occidentale ha colpito duramente la popolazione locale che rifiutava la russificazione forzata.

"Sambir è stato anche il rifugio di Gryshka Otrep'ev: il primo dei "falsi Dmitrij" che mise in ginocchio la Moscovia a cavallo tra la fine del '500 e l'inizio del '600" ci tiene a spiegarmi poco prima della pausa pranzo Ivan, giovane guida appena laureatasi in storia. "Sembra una cittadina indifferente alla politica, ma l'ultima campagna presidenziale è stata combatutta, malgrado qui siano tutti delusi" afferma incalzato da una delle mie solite domande.

In effetti il buon Ivan ha ragione. A due passi dalla Ratusha - la torre principale al centro della città, sede dell'amministrazione cittadina - non ci sono solo le due chiese greco-cattolica e ortodossa (dove riposano le spoglie di San Valentino, in Italia patrono di Terni), ma anche sedi di partiti che qui tradizionalmente raccolgono ampi consensi.

Mi stacco dalla noisosa comitiva turistica e capitalizzo il tempo libero per soddisfare le mie curiosità. A muri, quadri e monumenti preferisco il contatto con la gente. Sono fatto così. Del resto ho due ore abbondanti da spendere qui. E la gente è davvero disponibile, sorridente e sorpresa dalla presenza in città di un reporter italiano interessato alla loro vita politica.

"Fino al 2002 qui abbiamo votato tutti per il Narodnyj Ruch [primo movimento di opposizione anticomunista ad essersi formato inizialmente come movimento culturale, n.d.a.]" mi spiega il signor Volodymyr, nato, vissuto e sposato qui a Sambir. "Poi è stata la volta di Jushchenko e del suo blocco "Nasha Ukrajina", fino alla rivoluzione arancione" continua. Mi comunica di avere nutrito grandi speranze nella figura dell'ex presidente al punto di prendere moglie e figlie ed accorrere a Kyiv per prendere parte alle manifestazioni nonviolente contro l'autocratico presidente Kuchma.

"E' dalla firma del memorandum e degli accordi di coalizione con Janukovych che ho perso la fiducia in Jushchenko. Vederlo nominare il delfino di Kuchma [Janukovych, n.d.a.] premier nel 2006 mi ha indignato profondamente. Da allora non ho più votato per lui" sottolinea con emotività.

Tale orientamento è condiviso dalla maggior parte degli abitanti. Sambir è sì nella provincia di Leopoli, ma si trova a soli 30 chilometri dalla Transcarpazia, roccaforte di Nasha Ukrajina dove nelle ultime elezioni non a caso ha vinto Janukovych. "Io ho votato per Tymoshenko. Julija mi rappresenta meglio di tutti gli altri candidati" esclama la signora Ol'ha.

Più obiettiva e meno militante è la signora Tetiana: "non è il massimo dell'onestà, può anche essere così. Ma è l'unica che ha parlato ai nostri cuori e che ha sempre dimostrato di avere il benessere e l'indipendenza del Paese come principio della sua attività politica. Ho fiducia in lei, sopratutto ora che guida l'opposizione. Mio marito invece ha continuato a votare per Jushchenko, ma al secondo turno non se l'è sentita di seguire l'orientamento del presidente uscente ed ha votato anche lui per Julija".

Così come il resto dell'Ucraina occidentale, Sambir è passata dall'aperto sostegno a Jushchenko ad essere roccaforte del voto per la Tymoshenko, il cui blocco ha vinto le parlamentari anticipate del 2007 e al primo turno delle presidenziali ha portato la Lady di Ferro ucraina a trionfare quasi in ogni seggio. Alle sue spalle Jushchenko, forte solo grazie all'appoggio dei nazionalisti, poi il giovane rampollo della politica ucraina Jacenjuk.

Anche l'ubicazione delle sezioni elettorali della cittadina è esplicativa: quella del Blocco Tymoshenko alle spalle dell'Università, accanto al monumento in ricordo delle vittime della dominazione sovietica; quella di Nasha Ukrajna più in centro, ma condiviso con il Congresso dei Nazionalisti Ucraini, dei cui voti ha oramai estremo bisogno per mantenersi tra le prime tre forze politiche della cittadina.

Non è da un paesino di qualche migliaia di abitanti che si deduce una tendenza politica nazionale. Tuttavia è possibile comprendere come anche sul territorio la "gente comune" vive una forte delusione in seguito ai tradimenti di quegli ideali del Majdan di democrazia, giustizia ed europa in cui nel 2004 aveva fortemente creduto.

"Una manciata di minuti di marshrutka e siamo alconfine con la Polonia. Lì inizia quell'Europa che sognamo, sopratutto noi giovani. L'unica che ce l'ha promessa per davvero è stata Julija Tymoshenko, non Jushchenko che per noi qui oramai è poco credibile" mi spiega Danylo, giovane studente del paese.

Peccato che sia l'Europa a non volere l'Ucraina, e a provocarne così l'abbandono nelle mani dei primi ministri e degli oligarchi dell'est del Paese russofoni, dei ministri dell'istruzione ucrainofobi e dei presidenti graditi a Mosca, pronti a svendere al Cremlino il patrimonio culturale ed energetico di uno Stato che con fatica ha lottato, e lotta anche oggi, per la propria Indipendenza e per il ritorno a quell'Europa a cui appartinene.

Matteo Cazzulani

sabato 27 marzo 2010

GUERRA DEL GAS: INQUIETANTE SILENZIO DALL’INCONTRO PUTIN-AZAROV

Nessun dettaglio politico, né particolare tecnico è stato comunicato a seguito del vertice tra i primi ministri russo e ucraino circa la revisione dei prezzi per l’importazione del gas. Si teme sempre la svendita del patrimonio infrastrutturale di Kyiv. Insorge l’opposizione.

Non solo accordi con Washington per la riduzione degli armamenti nucleari. Negli ultimi giorni la Russia è stata impegnata anche sul fronte del suo "estero vicino" (come il Cremlino ama definire le repubbliche ex-sovietiche, di cui si sente ancora la madrepatria e che ambisce a riassoggettare), in particolare con l'Ucraina, con la quale sono stati ridiscussi i parametri del prezzo del gas.

Venerdì 26 marzo a Mosca i primi ministri dei due Paesi - Mykola Azarov e Vladimir Putin - si sono incontrati per analizzare le richieste da parte di Kyiv di abbassare il prezzo dovuto mensilmente a Mosca per l'importazione di oro blu. Tuttavia, su di esso non è trapelata alcuna informazione dettagliata, né alcuna indiscrezione sui particolari tecnici e politici dell'incontro: un silenzio assordante di sovietica memoria che non lascia affatto tranquilli.

Ufficialmente dalla conferenza stampa è emerso solamente l'impegno da parte di Kyiv di saldare la rata dovuta al monopolista russo Gazprom per il mese di marzo non appena il bilancio statale sarà approvato. In cambio, Putin ha concesso - e promesso - di non applicare le sanzioni previste da contratto per il ritardo del saldo.

Tale scarsità di informazioni ha spiazzato i giornalisti, che legittimamente hanno domandato di chiarire quali sono le effettive contropartite che Mosca avrebbe richiesto per ritoccare al ribasso i prezzi. Tra di esse, la possibilità che Mosca pretenda da Naftohaz (monopolista ucraino del settore) l'importazione annua di un tetto minimo di gas ben superiore al reale fabbisogno dell'Ucraina.

"Continueremo a pagare per il gas importato a seconda delle nostre necessità. Quel tanto che basta per garantire il lavoro della nostra industria nazionale e lo sviluppo della nostra economia" si è affrettato a chiarire Azarov. Invece, Putin ha posto l'accento sul fatto che il premier ucraino "non si è limitato a parlare di gas, ma ha avanzato proposte sul rafforzamento della collaborazione con Mosca anche in altri ambiti, tra cui quello militare, della politica commerciale e di quella estera". Per quanto riguarda il caso specifico degli accordi sull'oro blu, anch'egli ha definito il contratto in vigore "dannoso per l'Ucraina e svantaggioso per Mosca. Ma è normale che chi vende mira ad ottenere più vantaggi e chi acquista a risparmiare".

Restano insoluti alcuni punti centrali della questione. In primis, l’ipotesi che Kyiv possa cedere parte dei propri gasdotti ad un consorzio compartecipato da Ucraina, Russia ed UE e permettere lo stazionamento della flotta russa nel Mar Nero anche dopo il termine previsto del 2017: indiscrezioni ventilate con grande insistenza negli scorsi giorni.

Pronta è arrivata la reazione dell'opposizione democratica, che per voce del braccio destro di Julija Tymoshenko Oleksandr Turchynov ha richiesto spiegazioni a riguardo, invitando Azarov a presentarsi alla Rada per riferire al parlamento. "In cambio di un prezzo inferiore del gas per le grandi industrie dell'est del Paese in mano agli oligarchi sponsor di Janukovych e del Partija Rehioniv la Russia intende avanzare rivendicazioni politiche che costituiscono una seria minaccia per la nostra sovranità nazionale. L'opposizione democratica intende difendere quanto di buono fatto dal Blocco Tymoshenko durante il periodo al governo, in particolare mantenendo il patrimonio infrastrutturale energetico in mani ucraine ed evitandone la svendita a magnati russi o sotto la protezione del Cremlino" ha dichiarato l'ex vice premier.

Lecito ricordare che in virtù degli accordi stretti da Julia Tymoshenko e Vladimir Putin lo scorso autunno Kyiv paga a Mosca l'altissima somma di 360 dollari per mille metri cubi: una tariffa equivalente a quella imposta alla Germania, in cambio della quale la Lady di Ferro ucraina è riuscita però a garantire al suo popolo un inverno al caldo dopo anni di precarietà energetica, nonché ad ottenere l'eliminazione della clausola "prendi o paga" in base alla quale l'Ucraina era costretta ad acquistare una quantità di oro blu superiore di molto al proprio fabbisogno nazionale.

Matteo Cazzulani

giovedì 25 marzo 2010

LA VOCE DI L'VIV: JANUKOVYCH NON CI RAPPRESENTA, TABACHNYK CI OFFENDE

Il presidente si rifiuta di recarsi a Leopoli in occasione della nomina del nuovo governatore della regione, attesa per i prossimi giorni. Il ministro dell'istruzione considera i leopoliensi una razza inferiore.

Nella accogliente Leopoli il rigido inverno ha lasciato spazio ad una tiepida primavera centroeuropea con belle giornate soleggiate e vento consistente. Tuttavia, a non essere cambiato è il clima politico, particolarmente infuocato da quando Viktor Janukovych e Dmytro Tabachnyk si sono insediati rispettivamente sullo scranno di presidente della repubblica e ministro della cultura.

Proprio da Leopoli è partito il movimento di protesta contro il ministro che parla, pensa e agisce in russo: manifestazione nonviolente ma risolute improntate sui principi "arancioni" della disubbidienza civile ed iniziate dagli studenti degli Atenei della magnifica città dell'Ucraina occidentale, la "culla delle cinque culture" (ucraina, polacca, ebraica, armena ed asburgica) come si deduce dal logo recentemente approntato dall'amministrazione cittadina: la scritta "L'viv" contornata da cinque campanili di diverso stile.

Cerco invano un contatto con Andrij Ben', lo studente dell'università Ivano-Franko che ha animato la protesta fin dai suoi esordi. Non lo trovo. E' tempo di preparazione agli esami, prima delle festività pasquali. Mi "accontento" di un'altra voce del movimento, Ol'ha, tanto carina quanto energica. Studia anche lei alla Ivano-Franko, facoltà di storia. E' su questo ambito che insiste particolarmente.

"E' un ministro filorusso, ma sopratutto ucrainofobo. Vuole eliminare ogni traccia della nostra storia e della nostra cultura. Se fosse per lui L'viv [nome ucraino della città, n.d.a.] tornerebbe a chiamarsi L'vov [alla russa, n.d.a.] e la Galizia ridiventerebbe una colonia di Mosca come sotto il comunismo".

Passano pochi minuti e si avvicina Volodymyr, studente di politologia. Lo seguono tre altri colleghi di studio, tutti interessati dalla presenza di un (giovane) reporter italiano che ama il loro Paese e su di esso scrive articoli e libri. Anche loro sono del movimento ed hanno preso parte alle proteste "Tabachnyk vattene!".

"Tabachnyk è pericoloso per l'istruzione del nostro Paese. Come può un ministro che parla a stento l'ucraino redigere programmi di studio? Mio cuginetto ha nove anni, ancora va alla scuola elementare. Non voglio che dal prossimo anno sia costretto a seguire lezioni in russo, come mio padre durante l'epoca sovietica" mi spiega Vova, come Volodymyr vuole che lo chiami.

Ha 25 anni, un anno in meno del sottoscritto, ma cinque anni fa fù uno delle decine di migliaia di giovani che a Kyiv sul Majdan sfidarono il freddo durante la rivoluzione arancione per un'Ucraina più giusta, democratica ed europea. Nel porta documenti tiene ancora un adesivo arancione con la scritta in rosso "Tak": logo della coalizione Syla Narodu con cui Julija Tymoshenko e Viktor Jushchenko sconfissero l'autoritario Kuchma e il suo delfino Janukovych, l'attuale presidente.

Andrij, uno dei tre amici di Vova, ce l'ha anche con lui. "Hai letto oggi i giornali? Janukovych si rifiuta di venire qui a Leopoli a presentare il nuovo presidente di regione [la cui nomina in Ucraina spetta al presidente della repubblica e non al popolo tramite elezioni dirette come in Italia, n.d.a.] perché ha paura delle nostre proteste. Ma come può il presidente di tutta l'Ucraina ignorare una città come la nostra e l'intero occidente del Paese solo perché qui non ha raccolto consensi? E' come se da voi Berlusconi non si recasse laddove non lo votano. Sarebbe ridicolo".

Tornando al ministro dell'istruzione, Ol'ha mi illustra le prossime iniziative della protesta. "Gli studenti invieranno un biglietto al ministro in cui esprimono il proprio giudizio, così come i professori con noi. Li caricheremo su un treno diretto a Ternopil', dove i nostri colleghi faranno lo stesso. Poi il convoglio passerà per Luc'k, Vinnicja ed altre città dell'occidente del Paese fino a Kyiv, dove saranno consegnate al ministro in persona. Finora abbiamo raccolto dalle 3 alle 5 mila adesioni".

Lecito ricordare quali sono i trascorsi ed i primi provvedimenti del ministro dell'istruzione, contraddistinti dall'assenza totale di simpatia nei confronti di L'viv e dei suoi abitanti. Tabachnyk si ostinava a chiamare l'Ucraina occidentale "Polonia" e a sostenere che ogni galiziano potesse nella propria vita "al massimo ambire al mestiere di cameriere". Inoltre, il nome del ministro figura tra i responsabili della sparizione delle 44 lettere del primo presidente ucraino Michajlo Hrushevs'kyj dall'Archivio Nazionale Centrale di Leopoli. A conferma della sua pericolosità è stato anche il suo atteggiamento al momento dell'insediamento, quando non ha perso tempo e si è presentato nel suo nuovo ufficio con guardie del corpo al seguito incaricate di attuare controlli a tappeto sui documenti e sugli orari di pausa dei dipendenti: un clima di terrore che ha provocato le immediate dimissioni del vice ministro Pavlo Poljans'kyj.

Ol'ha mi spiega che i partecipanti possono anche inviare al ministro uno dei manifesti elettorali con la scritta "Tabachnyk vattene". Uno di essi è stata la prima immagine che Leopoli mi ha offerto sulla marshrutka che dall'aeroporto mi ha condotto in centro appena dopo il mio arrivo nella capitale galiziana. Dove la gente sorride e sogna un futuro prospero in Europa. A differenza di chi, come Tabachnyk, li ritiene "polacchi destinati alla servitù".

Matteo Cazzulani

domenica 21 marzo 2010

LA FLOTTA RUSSA IN CRIMEA ANCHE DOPO IL 2017 IN CAMBIO DI GAS MENO CARO.

La proposta di Mosca è concreta e indirizzata verso un concreto obiettivo: fare leva sul prezzo del gas imposto a Kyiv per consentire alla flotta russa del Mar Nero di incrociare nelle acque ucraine anche dopo il 2017.

Ad annunciare il piano di accordo in una apposita conferenza stampa è stato il deputato della Duma e presidente della commissione dei rapporti Russia-Ucraina Konstantin Zatulin, invitato a Donec'k come relatore del convegno "Le relazioni russo-ucraine nei nuovi accordi politici".

Secondo l'esponente del Cremlino, Mosca potrebbe concedere uno sconto sul prezzo del gas a patto che Kyiv sia pronta a ridiscutere il termine di permanenza della flotta russa nelle acque ucraine del Mar Nero, ad oggi fissato per il 2017 da accordi bilaterali stretti nel 1997 tra gli allora presidenti Kuchma e El'cyn.

A riaprire la questione è stato il vice premier con delega agli affari economici Serhij Tihipko, il quale lo scorso giovedì 18 marzo ha dichiarato la volontà di chiedere l'adeguamento delle tariffe per l'acquisto di oro blu a quelle riservate alla Bielorussia, pari a 168 dollari per mille metri cubi.

"La nostra economia è molto simile a quella bielorussa, pertanto è sensato chiedere a Mosca un livellamento del prezzo a quello pagato da Minsk. Dal mese di marzo Naftohaz [il colosso ucraino del gas, n.d.a.] deve pagare un prezzo salato per il gas acquistato senza potersi rifare sulle tariffe di transito" ha comunicato alla stampa il terzo classificato alle scorse presidenziali.

Zatulin ha risposto polemicamente dichiarando che Mosca è "sì pronta al confronto sulla revisione delle tariffe, ma non accetta paragoni con Minsk dal momento in cui in Bielorussia il russo è seconda lingua ufficiale, e ciò facilita le trattative rispetto al caso dell'Ucraina [dove la lingua ufficiale è solo l'ucraino, n.d.a.]" Il politico russo ha aggiunto poi che "qualora Kyiv non intendesse provvedere in tale direzione, merce di scambio potrebbe essere il termine di permanenza della flotta militare di Mosca nelle acque territoriali ucraine e nel porto di Sebastopoli".

Lecito ricordare che in base agli accordi stretti lo scorso mese di novembre dall'allora premier Julija Tymoshenko con il primo ministro russo Vladimir Putin, Naftohaz è tenuta a corrispondere la cifra di 305 dollari per mille metri cubi: un prezzo altissimo che tuttavia ha consentito alla Lady di Ferro ucraina di garantire alla nazione un inverno al caldo e di eliminare l'onerosa clausola "prendi o paga" in base alla quale Kyiv era obbligata ad importare e pagare una quantità di gas nettamente superiore al suo fabbisogno.

L'anno precedente sempre la Lady di Ferro ucraina aveva negoziato un accordo per consentire rapporti diretti tra Naftohaz e Gazprom [colosso russo del gas, n.d.a.] ed eliminare RosUkrEnergo: oscura società compartecipata da Mosca e oligarchi ucraini incaricata della compravendita e del controllo delle esportazioni del gas in Ucraina.

Tuttavia, il ripristino di una compagnia intermediaria compartecipata da Kyiv, Mosca e Bruxelles è stata ventilata a più riprese dal neoeletto presidente Viktor Janukovych, dal premier suo delfino Mykola Azarov e ribadita la scorsa settimana in un'intervista sul settimanale "Profil'" anche dal primo vice premier Andrij Kljujev, secondo cui è opportuno "attrarre sia la Russia che i Paesi UE nell'orbita di una comune società compartecipata che investa nel sistema infrastrutturale energetico ucraino per consentirne la totale ristrutturazione ed ottimizzazione".

De facto, ciò significherebbe la svendita dei gasdotti ucraini a Mosca - e con essi la perdita dell'indipendenza politico-energetica di Kyiv - in cambio della vaga promessa di uno sconto sulle tariffe dell'oro blu e dei buoni rapporti col prepotente vicino.

Matteo Cazzulani

martedì 16 marzo 2010

UCRAINA: LA TYMOSHENKO VARA IL GOVERNO-OMBRA


La guida dello shadow cabinet è affidata a Serhij Soboljev, sotto la supervisione della stessa Lady di Ferro ucraina. Attorno all'ex-premier 175 deputati di 8 partiti, uniti nell'opposizione alla verticale del potere di Janukovych.

Come promesso, la Lady di Ferro ucraina ce l'ha fatta e nella giornata di mercoledì 17 marzo presso la Rada ha annunciato ufficialmente il varo del "governo del futuro": un gabinetto-ombra in opposizione al tandem Janukovych-Azarov per la difesa dei valori democratici e degli interessi dell'Ucraina.

La Tymoshenko è riuscita a coinvolgere nel nuovo shadow cabinet 8 soggetti politici, molti dei quali finora parte del blocco "Nasha Ukrajina" dell'ex presidente Viktor Jushchenko - pronto all'accordo con gli ex-nemici dei tempi della rivoluzione arancione del Partija Rehioniv pur di nuocere alla Lady di Ferro: "Narodna Samooborona" dell'ex ministro degli esteri Jurij Lucenko; la "Jevropejs'ka Partija Ukrajiny" di Mykola Katerynchuk; il "Narodny Rukh" di Borys Tarasjuk; il Partito dei Difensori della Patria di Jurij Karamzin e la "Khrystyjans'ko-demokratychna Partija" di Volodymyr Stretovych. Ad essi vanno aggiunte le forze del Blocco Tymoshenko: "Bat'kivshchyna" - partito della Lady di Ferro; la "Social'no-demokratychna Partija" di Olena Shustik e "Reformy i Porjadok" di Serhij Soboljev.

Proprio Soboljev - "persona di alto livello professionale" - è stato scelto come premier del governo-ombra. Nel sistema politico ucraino lo shadow cabinet è una realtà parlamentare ufficiale prevista dal regolamento di funzionamento della Rada, per questo può essere composto solamente da deputati.

Una volta dimissionata da premier, Julija Tymoshenko ha perso anche lo status di parlamentare, pertanto a lei spetterà "solo" la supervisione dell'esecutivo di opposizione che ha disegnato "secondo uno standard europeo in cui i ministeri sono istituiti in base alle funzioni e non ai settori dello Stato" eliminando alcuni dicasteri inutili come quelli agli alloggi, all'industria e ai trasporti ed istituendo quello all'economia ed infrastrutture. "Come in ogni società moderna europea" ha spiegato la stessa Lady Ju, illustrando che tale scelta "sarà uno dei biglietti da visita dell'opposizione democratica".

Pur non essendo ancora stato ufficializzato, fonti accurate confermano che il governo-ombra sarà così composto: vicepremier - Volodymyr Stretovych (Khrystyjans'ko-demokratychna Partija) e Jurij Karamzin (Partito dei Difensori della Patria); vicepremier e ministro degli esteri - Borys Tarasjuk (Rukh); vicepremier con delega agli affari umanitari - Oles' Donij (Narodna Samooborona); ministro degli affari regionali - Volodymyr Bondarenko (Reformy i Porjadok); ministro dell'economia e delle infrastrutture - Oleksandr Bondar (indipendente di Nasha Ukrajina); ministro della salute - Serhij Shevchuk (Bat'kivshchyna); ministro dell'istruzione - Volodymyr Polokhalo (Bat'kivshchyna); ministro dell'agricoltura - Ivan Kyrylenko (Bat'kivshchyna); ministro della difesa - Mykola Petruk (indipendente del BJuT); ministro della cultura - Ihor Hryniv (Reformy i Porjadok); ministro degli affari sociali e del lavoro - Andrij Pavlovs'kyj (Bat'kivshchyna); ministro dell'energia - Oleksandr Hudyma (Bat'kivshchyna); ministro della famiglia - Ol'ha Herasym'juk (indipendente di Nasha Ukrajina); ministro dello sport, del turismo e di euro 2012 - Ostap Semerak (Reformy i Porjadok); ministro dell'interno - Hennadij Moskal' (indipendente di Nasha Ukrajina); ministro per le emergenze - Jurij Hrymchak (Narodna Samooborona).

Accanto alla distribuzione degli incarichi i 175 deputati che sostengono lo shadow cabinet democratico hanno sottoscritto una dichiarazione per l'unità delle forze di opposizione alla Rada. "Vogliamo annunciare la creazione dell'unione delle forze politiche dell'opposizione in parlamento. Ci uniamo per difendere l'indipendenza, l'identità culturale e linguistica e la libertà di espressione. Questo è il collante del nostro lavoro" ha dichiarato la Tymoshenko.

La Lady di Ferro ucraina ha illustrato anche tappe e priorità che il governo-ombra deve affrontare nei prossimi mesi. "Primo - la creazione di un movimento panucraino [e non circoscritto ad una sola regione o area geografica del Paese, n.d.a.]. Secondo - la creazione di una solida opposizione parlamentare. Terzo - fusione del Blocco Tymoshenko e di Nasha Ukrajina in un'unione delle opposizioni democratiche e filoeuropee. Quarto - convocazione di una seduta straordinaria della Rada per ufficializzare il passaggio dei parlamentari all'opposizione".

Lo shadow cabinet dell'opposizione democratica unita funzionerà per mezzo di sedute convocate in preparazione delle plenarie della Rada. In esse ogni decisione sarà presa collegialmente dai rappresentanti dei partiti, coordinati dalla Lady di Ferro ucraina e rappresentati in aula da Soboljev.

"Solo con un'opposizione forte potremo salvare l'Ucraina dal regresso del governo Janukovych-Azarov, orientato su una politica antiucraina in aiuto degli oligarchi dell'est del Paese ed in supporto dei loro interessi contrastanti il benessere della società" ha concluso la Tymoshenko, pronta per l'ennesima battaglia in nome di quegli ideali del Majdan che sempre ha difeso. Già da prima della rivoluzione arancione.

Matteo Cazzulani

sabato 13 marzo 2010

"TABACHNYK VATTENE". SCOPPIA LA PROTESTA CONTRO IL MINISTRO FILORUSSO


La nomina di Dmytro Tabachnyk a ministro dell'istruzione e della scienza ha scatenato forti proteste a Leopoli, Ternopil' e Cherson. Il suo vice rassegna le dimissioni contro il clima autoritario da lui instaurato.

Già lo scorso giovedì 11 marzo al momento della nomina dei ministri il nome di Tabachnyk era stato accolto con un boato dagli scranni dell'opposizione. Il nuovo titolare del dicastero dell'istruzione e della scienza non ha perso tempo e si è presentato nel suo nuovo ufficio con guardie del corpo al seguito incaricate di attuare controlli a tappeto sui documenti e sugli orari di pausa dei dipendenti. Un vero e proprio clima di terrore che nella giornata di lunedì 15 marzo ha provocato le dimissioni del vice ministro Pavlo Poljans'kyj.

Nei giorni successivi poi sono apparse migliaia di lettere di protesta da parte di cittadini di Leopoli contenenti pareri fortemente negativi sul conto del ministro, accusato di tendenze russofile ed ucrainofobe e di revisionismo della stessa storia ucraina.

Tra i leopolitani e Tabachnyk l'antipatia dura oramai da anni. Anni fa l'intellighenzia cittadina ha pubblicato una lettera aperta per chiederne la revoca del titolo di "Dottore in scienze storiche": il neo ministro si ostinava a chiamare l'Ucraina occidentale "Polonia" e a sostenere che ogni leopolitano potesse nella propria vita "al massimo ambire al mestiere di cameriere".

Parole di estrema gravità che la dicono lunga sull'orientamento filo russo di Tabachnyk, il cui nome peraltro figura tra i responsabili della sparizione delle 44 lettere del primo presidente ucraino Michajlo Hrushevs'kyj dall'Archivio Nazionale Centrale di Leopoli. Accanto al suo, anche il nome di Viktor Janukovych, attuale presidente.

Ad illustrare le motivazioni della protesta è Myroslav Marynovych, vice rettore dell'Università Cattolica della città. "Dmytro Tabachnyk non solo cancellerà quanto di buono fatto dal ministro Vakarchuk [il precedente ministro del governo Tymoshenko, n.d.a.], ma supporterà ogni azione contraria all'ucraina, tra cui una forte opera di russificazione" ha spiegato alla stampa. "Ho l'impressione che la parte della popolazione che non parla russo sia culturalmente in pericolo. E temo anche il rafforzamento delle forze politiche ucrainofobe, con tutta probabilità con l'aiuto di Mosca" ha dichiarato.

Il legame tra la nomina di Tabachnyk e il Cremlino è stato illustrato dal deputato Jaroslav Kendz'or del partito "Za Ukrajinu", forza politica presente in parlamento nell'ambito del gruppo parlamentare Nasha Ukrajina. Secondo lui la nomina del ministro sarebbe stata imposta da Putin e Medvedev durante la visita di Janukovych a Mosca dello scorso venerdì 9 marzo come correttivo alla decisione del neo eletto presidente di non promuovere il russo a lingua nazionale.

"Ho parlato con un deputato del Partija Rehioniv che mi ha chiesto di restare anonimo. Costui mi ha confermato che la nomina di Tabachnyk è stata fortemente caldeggiata dal Cremlino. Al posto di Tabachnyk, ministro dell'istruzione avrebbe dovuto essere Stanislav Nikolajenko. Ma all'ultimo la lista è stata modificata".

Anche secondo Kendz'or tra le prime iniziative del nuovo ministro figurerà la revisione della storia ucraina in chiave filorussa. Nel frattempo il suo gruppo parlamentare ha presentato alla Rada una mozione di sfiducia a Tabachnyk, e la stessa Hanna Herman del Partija Rehioniv - vice coordinatrice dell'Amministrazione del presidente - non ha escluso che il ministro possa essere sollevato dall'incarico già nei prossimi giorni.

Ad opporsi alla nomina del ministro gradito a Mosca è anche Ternopil', dove le associazioni giovanili hanno inaugurato l'azione "Tabachnyk vattene". Coordinata dal 23enne Nazar Zelinka, giovane consigliere del presidente della città, essa consiste nella produzione di cartelli e pannelli e nell'invio di lettere all'amministrazione cittadine di Kyiv affinché sulla facciata alla sede del ministero dell'istruzione compaia la scritta a caratteri cubitali "Tabachnyk vattene".

Tuttavia ad essere indignato non è solo l'occidente del Paese. Anche a Cherson (sud-est dell'Ucraina) la protesta si è concretizzata in uno sciopero degli studenti "privo di colore politico ma avente il comune obiettivo di chiedere le dimissioni del nuovo ministro" come illustrato da Bohdan Packan', giovane organizzatore della protesta.

La diffusione delle informazioni avviene mediante tecnologie mediatiche: internet; blog; social network. Persino sms. E' una protesta pacifica e nonviolenta con la quale gli attivisti chiedono le dimissioni di un ministro autoritario e pericoloso per l'indipendenza politica di Kyiv a causa del suo orientamento apertamente antiucraino. E che già in passato ha promosso campagne per l'imposizione della lingua russa nell'ovest del Paese e per la cancellazione di ogni forma di ucrainicità nella sfera storica e culturale.

Matteo Cazzulani

venerdì 12 marzo 2010

JANUKOVYCH E AZAROV SUBITO IN AZIONE: RIPRENDONO LE ESERCITAZIONI MILITARI TRA UCRAINA E RUSSIA


La verticale del potere del Partija Rehioniv non perde tempo e subito ripristina la collaborazione militare con Mosca. Budget e meno tasse le altre priorità del nuovo governo. Tihipko si giustifica.

Successivamente alla visita di Janukovych a Mosca e alla formazione della nuova maggioranza di governo (composta dal Partija Rehioniv, dal Blocco Lytvyn, da deputati comunisti, indipendenti e fuoriusciti da Nasha Ukrajina e dal Blocco Tymoshenko) e del nuovo esecutivo - un monocolore blu per intero nelle mani del del presidente - il riorientamento in direzione filo russa della politica estera di Kyiv era oramai certo.

Tuttavia, a stupire sono i tempi con cui tale sterzata è avvenuta. Insediatosi nella mattinata di giovedì 11 marzo 2010, l'esecutivo Azarov già nel pomeriggio ha tenuto una conferenza per illustrare la preparazione del "Farvater myru-2010": un programma di esercitazioni logistico-militari congiunte tra la flotta militare ucraina e quella russa.

Il "Farvater myru" è programmato per il prossimo mese di giugno nelle acque di Sebastopoli, dove la flotta russa ha diritto ad incrociare fino al 2017 a seguito di accordi stretti prima della rivoluzione arancione dall'allora presidente Kuchma. Tradizionalmente le operazioni di collaborazione militare russo-ucraine avevano luogo nella medesima ubicazione una volta all'anno e prevedevano l'impiego di navi militari, elicotteri, mezzi anfibi e strumenti informatici ufficialmente "per scopi pacifici".

Dal 2003 tali esercitazioni non sono più state operate. Ma il nuovo governo le ha ripristinate assieme alla decisione di impiegare la flotta militare ucraina accanto a quella russa anche nei festeggiamenti del prossimo 9 maggio, data in cui Mosca ricorda la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale ("Grande Guerra Patriottica" secondo la retorica del Cremlino).

L'indomani, venerdì 12 marzo, il tandem al potere ha mostrato il suo vero volto anche sul piano interno. Nella mattinata il premier Mykola Azarov ha ribadito che "le priorità del suo governo sono le medesime del programma elettorale con cui Janukovych ha vinto le ultime presidenziali": approvazione urgente del bilancio e taglio di tasse e accise "sopratutto per la grande industria". Doveroso sottolineare che i grandi complessi industriali sono situati quasi in toto nelle regioni orientali del Paese, e curiosamente sono controllati dagli stessi oligarchi russofoni e russofili che finanziano il Partija Rehioniv, Rinat Achmetov in primis.

Nel primo pomeriggio lo stesso Janukovych ha esortato la Procura Generale "a fare di tutto per scovare le manipolazioni finanziarie nel bilancio del precedente governo" e a non indugiare "ad indagare persino sul precedente premier qualora fosse necessario". Tale atteggiamento ricorda molto da vicino i tempi e i modi dell'amministrazione Kuchma, quando l'allora presidentissimo si avvaleva di ogni mezzo - tra cui per l'appunto finte accuse di manipolazione finanziaria - per contrastare gli esponenti dell'opposizione democratica e nonviolenta, cui anima era Julija Tymoshenko.

Chi con l'erede di Kuchma si è alleato è Serhij Tihipko. Terzo alle scorse presidenziali con il 13% dei voti degli ucraini, si è sempre presentato come "l'uomo nuovo della politica del Paese che mai aveva ricoperto incarichi di premierato o di presidenza" al punto da declinare ogni offerta di apparentamento avanzatagli da Janukovych e dalla Tymoshenko l'indomani del primo turno elettorale.

In un'apposita conferenza stampa il nuovo vice premier con delega agli affari economici ha chiarito il perché del suo ingresso nel governo Azarov. "Per me non è importante la carica, ma la partecipazione all'esecutivo. Dinnanzi all'attuale situazione ho ritenuto l'opposizione un'opzione inutile. Per questo sono entrato nella squadra di governo: per approntare quelle riforme chieste dagli elettori che mi hanno votato".

Certo è che pur "rendendosi conto dei rischi di tale scelta", Tihipko non ha esitato ad accettare una poltrona in un esecutivo dove difficilmente potrà fare valere il proprio peso politico. E per la seconda volta ha accettato di collaborare con Janukovych: nel 2004 era lui il coordinatore della campagna presidenziale del Partija Rehioniv prima che la rivoluzione arancione iniziasse la protesta pacifica e nonviolenta contro i brogli elettorali.

Si tratta di elementi che non discutono la serietà e competenza di Tihipko, ma pongono un punto interrogativo sul suo essere effettivamente "il vento nuovo". Spot elettorale con cui peraltro ha sottratto pesanti consensi a Julija Tymoshenko: unica vera alternativa alla nuova "verticale del potere", sempre coerente nella sua lotta contro le oligarchie e la corruzione in nome degli "ideali arancioni" di giustizia, democrazia ed integrazione europea.

Nonché unica speranza per chi ancora si batte per un'Ucraina libera ed indipendente. Anche dall'Europa Occidentale.

Matteo Cazzulani

giovedì 11 marzo 2010

"STABILITA' E RIFORME": JANUKOVYCH INSTAURA IL GOVERNO AZAROV


Tihipko vicepremier, Poroshenko vice ministro degli esteri. Ecco il dicastero monocolore "blu" voluto dal neo eletto presidente.

La decisione era già nell'aria da giorni: non appena lo speaker della Rada Volodymyr Lytvyn avesse annunciato la costituzione della coalizione di governo, subito la nuova maggioranza avrebbe presentato il nuovo esecutivo. E così è stato.

Alle 10:00 ore ucraine (in Italia le 9) il presidente del parlamento ha dichiarato il varo della nuova coalizione di governo "Stabilità e riforme" composta da 235 deputati del Partija Rehioniv, del Blocco Lytvyn, comunisti, indipendenti e qualche dissidente di Nasha Ukrajina e del Blocco Tymoshenko.

Dopo una pausa "tecnica", lo stesso presidente Janukovych - accorso per l'occasione in parlamento - ha ufficializzato le prime nomine (che per Costituzione spettano al presidente): premier - Mykola Azarov; ministro degli esteri - Kostjantyn Hryshchenko; ministro della difesa - Mychailo Jezhel'; capo dei Servizi di sicurezza - Valerij Choroshkovs'kyj. Tutte personalità del suo stesso partito, il Partija Rehioniv.

Il neo eletto premier è subito intervenuto in aula con un discorso enunciato in ucraino (sgrammaticato) con cui dopo aver criticato il precedente esecutivo ha illustrato le linee guida del suo governo: approvazione del bilancio entro l'11 aprile; clima di investimenti; rispetto delle prerogative della classe media; aiuti al monopolista statale del gas "Naftohaz" per evitare la bancarotta; riforma del sistema giudiziario.

"Il compito principale è l'approvazione di un bilancio che sblocchi alcune questioni urgenti rimaste in stallo - dall'Euro 2012 [i fondi per i campionati europei di calcio, n.d.a.] ai sussidi alle regioni" ha dichiarato, aggiungendo la prima promessa del suo premierato: "per il budget è necessario un mese. Oggi è l'11 marzo. Dunque, l'11 aprile il bilancio sarà approvato".

Confermato al posto di premier da 242 deputati (4 contrari e un astenuto), Azarov ha presentato la nuova squadra di governo, che ha ottenuto la fiducia di 240 parlamentari.

Vicepremier sono Andrij Kljujev, Borys Kolesnikov, Volodymyr Semozhynenko, Volodymyr Sivkovych, Viktor Slauta, Viktor Tychonov e il tanto atteso Serhij Tihipko. Questi invece i ministri: Jurij Bojko alla politica energetica; Oleksandr Lavrynovych alla giustizia; Anatolij Mohlyl'ov agli interni; Mykola Prysjazhnjuk alle politiche agricole; Dmytro Tabachnyk - accolto da un forte mormorio - all'ambiente; Vasyl' Cushko all'economia e Nestor Shufrych alle situazioni di emergenza.

Doveroso sottolineare che eccetto il socialista Vasyl' Cushko tutti i membri dell'esecutivo appartengono al Partija Rehioniv, che così mantiene il controllo assoluto del governo e consente al presidente Janukovych di agire indisturbato fino alle prossime parlamentari previste per il 2012.

Esponenti di altri partiti figurano solo tra i vice ministri, tra cui Petro Poroshenko: ex ministro degli esteri nominato da Jushchenko ed appartenente a Nasha Ukrajina, riconfermato al medesimo dicastero come vice di Hryshchenko.

Lecito anche ricordare chi è il nuovo capo del governo ucraino. Mykola Azarov è già stato vicepremier di Janukovych e ministro delle finanze nei suoi due governi del 2002-2005 e 2006. Prima ancora ha presieduto l'Agenzia di Tassazione Nazionale che non ha esitato ad utilizzare da un lato per agevolare gli oligarchi dell'est del Paese ad impossessarsi dei beni statali e ad accumulare ingenti ricchezze - poi depositate in conti esteri, dall'altro per colpire l'opposizione democratica e nonviolenta all'allora presidente Kuchma, intento a concentrare nelle sue mani tutti i poteri dello Stato.

A detta di tutti gli esperti il governo Azarov consentirebbe ora a Janukovych di avere il pieno controllo del Paese e di dettare la propria linea senza opposizione alcuna.

L'unica forza politica in grado di opporsi a tale pericoloso accentramento di poteri è il Blocco Tymoshenko, che con un comunicato stampa ha ufficializzato la creazione nella Rada di un proprio dicastero-ombra battezzato "il governo del futuro" e coordinato dalla stessa energica Lady di Ferro Ucraina.

In una conferenza stampa contemporanea, Julija Tymoshenko ha subito reagito alla nomina dell'esecutivo Azarov, sottolineandone l'illegittimità, l'antiucrainicità e la pericolosità in virtù della sua vicinanza a Janukovych e agli oligarchi dell'est del Paese. Nel contempo, ha difeso l'operato del suo precedente governo, evidenziando come dalla crisi economica nessun altro Paese sia riuscito a salvarsi, e come il suo operato fosse constantemente ostacolato dalla banca Nazionale Ucraina e dall'allora presidente Jushchenko, sulla carta suo alleato ma pronto all'accordo con Janukovych pur di contrastarla.

Lecito ricordare che nella giornata di martedì 9 marzo Julija Tymoshenko ha costituito l'"opposizione dei democratici e dei patrioti" di cui è stata eletta leader per acclamazione da 5 mila simpatizzanti accorsi a Kyiv sotto il monumento del Poeta Nazionale ucraino Taras Shevchenko. Di essa fanno parte anche alcune forze politiche finora alleate dell'ex presidente Jushchenko nell'ambito del gruppo parlamentare "Nasha Ukrajina": il Narodnyj Ruch di Borys Tarasjuk; Narodna Samooborona di Jurij Lucenko; i liberali di Reformy i Porjadok e il Partito Cristiano-Democratico.

Obiettivi dell'opposizione sono la promozione dello sviluppo in senso europeo del Paese, dell'integrazione con l'UE, della difesa della democrazia, dell'elezione diretta di tutti gli organi di potere, dei diritti e delle libertà dei cittadini, della libertà di stampa, promozione di un'economia sociale di mercato, lotta ferma alle oligarchie e ad ogni altra forma di potentato economico ostile agli interessi nazionali.

I "democratico-patriottici" - si legge nel comunicato diramato subito dopo il meeting - intendono anche "battersi fermamente per la difesa delle frontiere, delle minoranze, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza dell'Ucraina sotto tutti i punti di vista: da quello politico a quello energetico".

Matteo Cazzulani

mercoledì 10 marzo 2010

JANUKOVYCH FIRMA. PROSSIMO IL VARO DEL NUOVO GOVERNO.

Il presidente da il via libera alla creazione di una maggioranza di governo formata da Partija Rehioniv, comunisti e Blocco Lytvyn. Tihipko pronto a diventare vicepremier, Jacenjuk all'opposizione. La Tymoshenko alla guida del "governo del futuro"

Puntuale alle ore 17 ucraine (le 16 in Italia) il presidente ha posto la sua firma al decreto di modifica costituzionale sulla formazione della maggioranza di governo: non saranno più i gruppi parlamentari ad aderire, bensì i singoli deputati - indipendentemente dall'orientamento del proprio partito. Tale procedura permette al Partija Rehioniv di raccogliere in una coalizione oltre ai comunisti e al Blocco Lytvyn anche i deputati indipendenti ed alcuni dissidenti di Nasha Ukrajina e del Blocco Tymoshenko, arrivando alla quota necessaria di 226 parlamentari.

Il capogruppo del Partija Rehioniv Oleksandr Jefremov si è dichiarato soddisfatto della decisione del presidente [leader del suo stesso partito, n.d.a.] lasciando intendere che già nei prossimi giorni il nuovo governo potrebbe essere presentato e varato, avendo "già oggi l'appoggio di 230 deputati".

Per la poltrona di premier il candidato principale è Mykola Azarov: ex vicepremier e ministro delle finanze nei due governi Janukovych (2002-2005 e 2006) nonché personaggio di riferimento all'interno del partito. Sul suo nome non vi è ancora assoluta certezza, ma di sicuro garantirebbe a Janukovych l'esercizio della prima parte del mandato presidenziale con un governo alle sue complete dipendenze.

A destare altrettanta attesa è anche il nome del vicepremier. Indiziato principale è Serhij Tihipko: terzo classificato alle scorse presidenziali con il 13% dei consensi degli ucraini a cui andrebbe anche il ministero delle finanze o una delega al bilancio. A rafforzare tale indiscrezione è stato lo stesso Janukovych, con cui Tihipko si è incontrato a due riprese nella serata di martedì 9 marzo e nella mattinata del giorno successivo.

"Serhij Tihipko non appartiene a nessun partito presente in parlamento. Il popolo ucraino gli ha dato grande supporto alle scorse elezioni presidenziali in virtù delle sue promesse di riforme. Tihipko è una buona candidatura per governare la sfera economica del Paese" ha dichiarato lo stesso presidente con un apposito comunicato stampa, nel quale ha confermato anche che l'ex competitor avrebbe accettato di buon grado la prospettiva offertagli.

Chi invece non entrerà nel nuovo governo è Arsenij Jacenjuk: altro candidato alle presidenziali (quarto con il 6% dei voti - formalmente aderente al gruppo parlamentare di Nasha Ukrajina) che il presidente ha incontrato nel pomeriggio di martedì 9 marzo per rispondere ad una sua precedente lettera aperta nella quale si autocandidava alla guida di un governo di transizione fino ad elezioni anticipate nel 2012.

"Ho preso la decisione di andare all'opposizione, formare un mio governo-ombra e difendere gli ideali e le posizioni per cui sono stato votato alle presidenziali" ha dichiarato. Indiscrezioni testimonierebbero che Janukovych gli avrebbe offerto quella poltrona di vicepremier con delega agli affari economici successivamente riproposta a Tihipko: uno status troppo poco pregiato per l'ambizioso Jacenjuk.

La posizione più chiara e coerente è quella del Blocco Tymoshenko, che passerà all'opposizione senza accettare poltrone o incarichi di ogni sorta. Come dichiarato dal vice capogruppo Andrij Kozhem'jakin, il BJuT creerà un proprio "governo del futuro": un gabinetto-ombra presieduto dalla Stessa Julija Tymoshenko e dal suo braccio destro Oleksandr Turchynov (attuale premier ad interim).

Lecito ricordare che nella giornata di ieri La Lady di Ferro ucraina ha battezzato l'"opposizione dei democratici e dei patrioti" di cui è stata eletta leader per acclamazione dai 5 mila simpatizzanti accorsi a Kyiv sotto il monumento del Poeta Nazionale ucraino Taras Shevchenko. In essa entrano anche alcune forze politiche finora alleate dell'ex presidente Jushchenko nell'ambito del gruppo parlamentare "Nasha Ukrajina": il Narodnyj Ruch di Borys Tarasjuk; Narodna Samooborona di Jurij Lucenko; i liberali di Reformy i Porjadok e il Partito Cristiano-Democratico.

Scopi dell'opposizione sono la promozione dello sviluppo in senso europeo del Paese, dell'integrazione con l'UE, della difesa della democrazia, dell'elezione diretta di tutti gli organi di potere, dei diritti e delle libertà dei cittadini, della libertà di stampa, promozione di un'economia sociale di mercato, lotta ferma alle oligarchie e ad ogni altra forma di potentato economico ostile agli interessi nazionali.

I "democratico-patriottici" - si legge nel comunicato diramato subito dopo il meeting - intendono anche "battersi fermamente per la difesa delle frontiere, delle minoranze, dell'integrità territoriale e dell'indipendenza dell'Ucraina sotto tutti i punti di vista: da quello politico a quello energetico". Opponendosi alla svendita del patrimonio infrastrutturale ai russi già iniziato da Janukovych nelle scorse settimane. E che con tutta probabilità il nuovo governo sosterrà.

Matteo Cazzulani

martedì 9 marzo 2010

LA TYMOSHENKO BATTEZZA L'OPPOSIZIONE DEI PATRIOTI DEMOCRATICI UCRAINI. NEL SEGNO DI SHEVCHENKO .


Sotto la statua del Poeta Nazionale ucraino Taras Shevchenko la Lady di Ferro Ucraina compatta l'opposizione. Alla Rada "banditismo politico" del partito di Janukovych.

Fredda mattinata a Kyiv. Ciò nonostante alla chiamata della Lady di Ferro ucraina hanno risposto in molti: 5 mila secondo le stime ufficiali. Sono militanti e simpatizzanti non solo del Blocco Tymoshenko, ma anche del partito liberale Reformy i Porjadok, del Narodnyj Ruch, del partito Cristiano-Democratico e di Narodna Samooborona che finora hanno fatto parte dello stesso gruppo parlamentare di Nasha Ukrajina (il partito di Jushchenko, pronto all'accordo con Janukovych). I loro leader Jurij Karamzin, Borys Tarasjuk e Jurij Lucenko presenziano accanto alla stessa Tymoshenko, che non hanno mai abbandonato. Insieme, determinati a continuare la battaglia per i valori del Majdan dagli scranni dell'opposizione.

A tenere il discorso principale è ovviamente la Lady di Ferro Ucraina, che invita alla creazione di una forte opposizione, compatta e composta da tutte quelle forze democratiche che non vogliono accordarsi con Janukovych pur di restare al potere.

"Vorrei che insieme firmassimo una risoluzione comune che dichiari che in parlamento non tutti sono pronti a correre dietro a poltrone e denaro. Una risoluzione per l'unità di tutte quelle forze politiche e organizzazioni civiche oneste e coerenti, le quali dicano con una voce sola: basta coi tradimenti, basta con i comportamenti contrari al benessere dell'Ucraina" ha dichiarato.

La Tymoshenko sottolinea l'importanza dell'evento quale vero e proprio atto costitutivo dell'alternativa al potere del Partija Rehioniv, che si appresta a varare una nuova maggioranza con comunisti, Blocco Lytvyn e parlamentari fedeli all'ex presidente Jushchenko.

"Vi chiedo di considerare la data odierna come il giorno della promessa reciproca secondo la quale insieme, fermamente e fortemente ci opporremo a tutto ciò che è antiucraino. Insieme, fermamente e fortemente procederemo insieme e uniremo tutte le persone di buona volontà" ha esclamato.

La Lady di ferro ucraina ha continuato attaccando direttamente il neo eletto presidente. "Un'amministrazione che sale al potere in maniera così disonesta non durerà a lungo" ha dichiarato alludendo ai brogli che il Partija Rehioniv avrebbe compiuto nelle regioni orientali, dove alle scorse presidenziali un'alta affluenza sospetta ha votato compatta in favore di Janukovych.

Julija Tymoshenko ha ricordato l'importanza della figura di Taras Shevchenko, cantore di un'Ucraina alla quale rimase sempre fedele lungo tutta la sua esistenza "a differenza di Janukovych e del suo entourage che vede l'Ucraina come un mezzo per realizzare i propri interessi privati. Sono mortificata dal fatto che Janukovych si recherà a Kaniv [località in cui si trova la tomba del Poeta Nazionale ucraino, n.d.a.] mentre ogni sua decisione, ogni sua parola, ogni suo pensiero è contro l'Ucraina e contro ogni ucraino".

Terminato il discorso, la piazza reagisce con sgomento alle notizie provenienti dalla Rada riunita in sessione plenaria: 235 deputati - tutti quelli del Partija Rehioniv, del Blocco Lytvyn, i comunisti, 3 indipendenti e alcuni di Nasha Ukrajina e del Blocco Tymoshenko - hanno confermato in seconda lettura il cambiamento dell'articolo 61 della Costituzione, secondo il quale le coalizioni di governo non sono più formate dai gruppi parlamentari, bensì dai singoli deputati, anche dagli indipendenti, consentendo così al partito di Janukovych di recuperare i numeri necessari per instaurare una propria maggioranza.

In aula scoppia la bagarre. Il parlamentare di Nasha Ukrajina Roman Zvarych propone di "pubblicare i nomi di quei traditori che contrariamente alla volontà del proprio gruppo parlamentare e dei propri elettori passano da una coalizione di governo all'altra", e definisce la votazione appena conclusasi "un atto di banditismo politico" del Partija Rehioniv, in quanto mirante alla manipolazione della Costituzione a proprio vantaggio.

In virtù di ciò, anche alcuni parlamentari di Nasha Ukrajina hanno dichiarato l'intenzione di rigettare la modifica alla Corte Costituzionale. Simile iniziativa è stata annunciata dal Blocco Tymoshenko già venerdì 5 marzo per conto del capogruppo alla Rada Ivan Kyrylenko.

Qualora tale ricorso fosse inoltrato, Janukovych dovrebbe aspettare il pronunciamento della Corte per rendere effettive le modifiche con la sua firma, comportando così lo slittamento del varo della nuova maggioranza.

Matteo Cazzulani

sabato 6 marzo 2010

LA TYMOSHENKO DA LA CARICA ALL'OPPOSIZIONE


Venerdì 5 marzo 2010 (a due giorni dalla Festa internazionale della Donna e poco dopo essere stata sfiduciata dalla Rada) la Lady di Ferro ucraina si dichiara pronta alla strenua opposizione alla nuova maggioranza. A proposito della quale scoppia uno scandalo interno a Nasha Ukrajina circa la falsificazione di un documento.

Oksana Bilozir, deputata di Nasha Ukrajina (il partito dell'ex-presidente Jushchenko) ha considerato falsa la lista dei deputati che avrebbero sottoscritto l'ingresso del gruppo parlamentare nella coalizione di governo con gli ex-avversari dei tempi della rivoluzione arancione del Partija Rehioniv e coi comunisti. Tale documento era stato pubblicizzato e presentato alla stampa come ufficiale nella giornata di venerdì 5 marzo da Jurij Hrymchak.

La lista in questione conteneva i nomi di 25 deputati pronti a passare con il partito di Janukovych pur di restare al governo del Paese. Tra essi: David Zhvanija; Jurij Kostenko; Mykola Martynenko; Anatolij Matvijenko; Ivan Pljushch; Petro Jushchenko; Arsenij Jacenjuk. E, appunto, Oksana Bilozir. Che smentisce categoricamente di aver sottoscritto il documento.

"Per la prima volta vedo questo documento e sono stupita della presenza della mia firma. L'unico procedimento in atto ad oggi nel gruppo parlamentare è la raccolta delle 37 firme per la riconferma dell'esistenza del gruppo stesso in seno alla nuova Rada [dopo la sfiducia al governo e l'uscita di Nasha Ukrajina dalla maggioranza, n.d.a.]" ha dichiarato.

Infuriato è anche Anatolij Matvijenko, inserito tra i 25 pronti all'accordo col Partija Rehioniv: "è una provocazione" ha esclamato alla stampa. Matvijenko è leader di Sobor, partito repubblicano inserito nell'alleanza con Nasha Ukrajina ma da sempre strenuo sostenitore dell'alleanza con il Blocco Tymoshenko, che ha sostenuto apertamente in occasione del secondo turno delle ultime presidenziali (mentre Jushchenko invitò l'elettorato a votare "contro tutti").

Proprio Julija Tymoshenko è ritornata alla carica dagli schermi del noto programma televisivo "Shuster Live". Con la sua solita grinta, la Lady di Ferro ucraina ha dichiarato di essere pronta a lavorare sui propri errori per correggerli dagli scranni dell'opposizione.

"Un politico deve imparare dai suoi errori per andare avanti. Io sono pronta a riconoscere i miei errori, pronta a condurre un lavoro sui miei sbagli e pronta a correggerli" ha affermato.

Inoltre, Julija Tymoshenko ha reso noto i suoi piani futuri. Primo passo sarà la creazione di una forte opposizione con tutte le forze democratiche contro la maggioranza di Janukovych, che non esita a modificare la costituzione e ad interpretare le leggi a proprio vantaggio, dimostrando "tendenze autoritarie e dittatoriali".

"Unirò all'opposizione tutte le forze democratiche. E farò tutto il possibile per battermi per un'Ucraina giusta, democratica ed europea pur non essendo al governo", ha sottolineato con forte determinazione. L'occasione per compattare l'opposizione sarà il prossimo 9 marzo, in occasione delle ricorrenze in onore di Taras Shevchenko, il Poeta Nazionale Ucraino.

La Lady di Ferro ucraina ha continuato dichiarando che il Blocco Tymoshenko ricorrerà ad ogni mezzo parlamentare, persino all'ostruzionismo, per bloccare i provvedimenti della nuova maggioranza "che opera contro gli interessi nazionali svendendo il sistema infrastrutturale energetico alla Russia ed allontanando Kyiv dall'occidente", senza tuttavia eccedere in una contrapposizione puramente ideologica.

"Farò di tutto affinché siano approvate solamente quelle leggi favorevoli al Paese. Mi impegnerò di prima persona perché tali provvedimenti passino con il 100% dei consensi dell'aula".

Infine, Julija Tymoshenko si è congedata dai telespettatori con una dichiarazione fortemente intrisa di quei principi democratici che coerentemente ha sempre difeso già da prima della rivoluzione arancione del 2004, spesso sola contro tutti.

"E' possibile che oggi alcuni mi supportano ed altri no - è normale in una democrazia. Ma vorrei che vi ricordiate che su di me potete sempre contare: sia al governo che all'opposizione".

Matteo Cazzulani

venerdì 5 marzo 2010

OPERAZIONE RIANIMAZIONE: JANUKOVYCH A MOSCA ALLONTANA KYIV DALL'EUROPA


"Operacija Reanimacija". Così il presidente russo Dmitrij Medvedev ha definito l'incontro di venerdì 5 marzo 2010 con il suo omologo ucraino, che ha promesso e concesso a Mosca molto in diversi ambiti: lingua russa; flotta del Mar Nero; Stepan Bandera e partnership doganale.

Alla fine la tanto attesa richiesta di sconto sul prezzo del gas non c'è stata. I colloqui di Janukovych con Medvedev e con Putin (rispettivamente presidente e primo ministro della Federazione Russa) hanno avuto come oggetto una serie di promesse che Kyiv si impegna a mantenere per "rianimare" i rapporti col vicino russo.

In primis, lo status della lingua russa in Ucraina. A Medvedev nella mattinata Janukovych ha dichiarato di volere "approvare tutte le leggi necessarie per difendere i diritti dei russofoni in Ucraina", lasciando intendere la decisione di promuovere il russo a lingua ufficiale accanto all'ucraino. Peraltro uno dei punti del suo programma elettorale per le presidenziali del 2010.

Sempre all'inquilino del Cremlino il neo eletto presidente ucraino ha promesso la cancellazione del decreto del suo predecessore Jushchenko con cui veniva dichiarata eroe nazionale la figura di Stepan Bandera: politico a capo dell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN-B) responsabile di eccidi e massacri come quello ai danni della popolazione polacca di Malopolska e Galicja tra il 1944 ed il 1946.

"La decisione ha scontentato sia l'Europa che la stessa Ucraina. E' in corso un procedimento per annullarla. Ed esso si compirà in concomitanza con il Giorno della Vittoria" ha dichiarato Janukovych, promettendo di annullare uno degli ultimi decreti dell'amministrazione Jushchenko in occasione della festa sovietica del 9 maggio, in cui la Russia - e Janukovych - festeggia la vittoria URSS nella Grande Guerra Patriottica (per noi occidentali la Seconda Guerra Mondiale).

Altro cedimento del leader del Partija Rehioniv riguarda la Flotta russa del Mar Nero. Secondo precedenti accordi stretti dall'allora presidente Kuchma nel 1997 essa ha il diritto di stazionare liberamente nel porto di Sebastopoli e di incrociare nelle acque territoriali ucraine al largo della Crimea fino al 2017. Janukovych ha promesso di concedere un prolungamento di tale termine, sempre "in nome del rinnovo dei buoni rapporti con Mosca".

Parole di miele - ma di pietra per il popolo ucraino e per le sue aspirazioni europee - sono state espresse dallo stesso Medvedev, che a sua volta ha promesso di "farsi avvocato degli interessi di Kyiv presso il G8 e le organizzazioni internazionali" in cui la Federazione Russa gioca un ruolo chiave.

"Entrate nell'area di libero commercio con Kazakhstan e Bielorussia". Così Janukovych è stato accolto da Vladimir Putin nell'incontro pomeridiano. Il primo ministro russo ha proposto a Kyiv di far parte dell'unione doganale che riunisce tre delle dittature post-sovietiche ancora rimaste in vita. L'Ucraina è un Paese democratico, ma Janukovych ha promesso che la sua politica interna ed estera sarà "seria e pragmatica".

Putin inoltre ha dichiarato che "la cooperazione energetica tra Mosca e Kyiv deve svilupparsi anche in Stati terzi" lasciando trasparire la volontà di inglobare l'Ucraina in una società internazionale per il commercio del gas compartecipata da Gazprom e dall'Unione Europea.

In conclusione, il bilancio della visita di Janukovych a Mosca è desolante. Non solo per il popolo ucraino, le cui legittime aspirazioni di integrazione euroatlantica sono state cancellate dalle promesse del neo eletto presidente, ma anche per l'Europa stessa, che a causa della sua miopia ed inconsistenza politica ha permesso ad un paese culturalmente fratello di ritornare sotto l'ombrello di Mosca. Che, lecito ricordare, nel passato è stata autrice di carestie forzate, repressioni, stermini di massa nei gulag e russificazioni forzate sotto lo zarismo prima e il comunismo poi volte a cancellare ogni traccia della cultura ucraina.

Resta tuttavia chi in Ucraina non concorda col ritorno sotto l'influenza della "Madre Russia", ovvero quel 45% di ucraini che alle scorse presidenziali ha votato per Julija Tymoshenko: l'unica leader coerente nel difendere le radici europee della sua nazione. Oggi, anche dall'opposizione.

Matteo Cazzulani

JANUKOVYCH A MOSCA: ANCHE L'UCRAINA PENSA AI RIGASSIFICATORI?

Lo sconto sul prezzo dl gas russo al centro dei colloqui tra Putin, Medvedev e Janukovych. L'Ucraina punta a rivedere i precedenti accordi, anche a costo di cedere i propri gasdotti a Mosca.

Nella giornata di venerdì 5 marzo il presidente Janukovych si reca a Mosca per la seconda visita ufficiale all'estero dal suo insediamento. Una delle principali motivazioni è il tentativo di abbassare il prezzo del gas che Kyiv importa dalla Federazione Russa, attualmente fissato a 305 dollari per metro cubo.

Tale tariffa è frutto dell'accordo trovato lo scorso autunno con Putin dall'allora premier Julija Tymoshenko, che assieme al rinnovo delle forniture per il rigido inverno ucraino riuscì ad ottenere come contropartita la cancellazione della clausola "prendi o paga" in base alla quale Naftohaz (monopolista ucraino del gas) era costretta ad importare - e pagare - un'ingente quantità di oro blu da Gazprom (colosso russo) ben superiore al proprio fabbisogno.

L'intenzione di Janukovych è quella di rivedere gli accordi in vigore per abbassare il costo di importazione a 205 dollari per metro cubo, offrendo in cambio il permesso ai i russi di entrare in possesso di parte del sistema di distribuzione interno al mercato ucraino. In sostanza: quote di proprietà dei gasdotti.

La mossa di Janukovych sarebbe devastante per l'Ucraina, che così dipenderebbe ancor più strettamente dal vicino russo.

Inoltre, il quotidiano russo Kommersant" ha informato dell'intenzione del neo eletto presidente ucraino di chiedere a Mosca l'interruzione del progetto di costruzione del Southstream: gasdotto che, transitando sul fondo del Mar Nero, deve collegare direttamente la Federazione Russa alla Grecia e all'Europa Occidentale per bypassare quei paesi politicamente ostili come l'Ucraina e la Polonia. Anche per questo obiettivo Janukovych sarebbe disposto a cedere quote di proprietà delle infrastrutture energetiche ucraine a Gazprom, nonché a proporre la costituzione di un'unica compagnia per l'esportazione di oro blu compartecipata da Mosca, Kyiv e Bruxelles.

Sempre stando al Kommersant" qualora Janukovych non riuscisse ad ottenere tale sconto, avrebbe pronta una seconda soluzione: la costruzione di rigassificatori. Kyiv potrebbe contare sul gas liquido proveniente da Qatar, Algeria (con cui la Tymoshenko ha stretto già un accordo lo scorso gennaio), Olanda e Belgio: Paesi che lo esportano al prezzo medio di 175-178 dollari per metro cubo, che Naftohaz acquisterebbe in grande quantità per poi rigassificarlo e riesportarne il surplus ad Ungheria e Polonia a prezzi più convenienti rispetto a quelli applicati oggi a Budapest e Varsavia da Gazprom.

Il piano è tanto ambizioso quanto pericoloso: sfidare Mosca potrebbe rivelarsi nocivo per l'amministrazione Janukovych, che pure ha goduto - e gode - dell'appoggio silenzioso delle autorità russe nel corso dell'ultima campagna elettorale. Tuttavia, tale voce è stata confermata anche dal capo del centro studi statunitense East European Gas Analysis Michael Korchemkin, secondo cui la concorrenza ucraina potrebbe arrivare a sottrarre a Gazprom dai 10 ai 12 miliardi di dollari di ricavo.

Ciò nonostante, il prezzo politico che l'Ucraina pagherebbe sarebbe altissimo: il possesso russo di parte dei gasdotti ucraini significherebbe l'ingresso di Gazprom nel sistema energetico del paese, e di conseguenza la sua dipendenza da Mosca. Che dal piano energetico facilmente si espanderebbe anche a quello politico. Il passo è breve: lo dimostra quanto accaduto sotto le amministrazioni Kravchuk e Kuchma.

Per questa ragione determinata è stata la reazione del primo ministro ad interim Oleksandr Turchynov, che ha bollato l'idea di consentire l'afflusso di capitali russi come "anti patriottica" e mirata a favorire gli interessi dei clan di oligarghi dell'est del Paese che col Cremlino sono legati da comuni affari più o meno leciti. Nonché, come spiegato, altamente rischiosa per l'indipendenza politico-energetica dell'Ucraina.

Lecito ricordare che Janukovych ha in programma un incontro con il presidente della Federazione Russa Medvedev nella mattinata, e nel pomeriggio uno con il primo ministro Vladimir Putin.

Matteo Cazzulani

giovedì 4 marzo 2010

IL PARTITO DELLE REGIONI FORZA LA COSTITUZIONE: VICINO UN GOVERNO CON LYTVYN E COMUNISTI

Dopo aver ricevuto il voto di sfiducia del parlamento, Julija Tymoshenko ha mantenuto la parola data ed ha lasciato il governo. L'interim a Turchynov.

Lo aveva promesso sin dal discorso conclusivo alla Rada prima di ricevere il voto di sfiducia: Julija Tymoshenko abbandona la poltrona e passa all'opposizione. Ufficialmente si è messa in ferie per un mese: un escamotage utilizzato dallo stesso Janukovych (allora premier) ai tempi della rivoluzione arancione per agevolare il cambio di governo. Allora l'attuale capo di Stato affidò l'interim al suo vice Mykola Azarov. Oggi la Lady di Ferro ucraina ha passato le consegne al suo braccio destro Oleksandr Turchynov, che ora deve affrontare le questioni urgenti a capo di un gabinetto dei ministri ridotto all'osso: a parte lui, tutti gli altri ministri del Blocco Tymoshenko hanno seguito la Lady di Ferro e si sono dimessi anzitempo.

In ogni caso, l'interregnum di Turchynov si prospetta di breve durata, dal momento in cui in seno alla Rada il varo di una nuova coalizione di governo è sempre più vicino. Nella giornata di giovedì 4 marzo il Partito delle Regioni ha presentato una mozione urgente per cambiare l'articolo 61 della Costituzione ("Sul funzionamento del Consiglio Supremo") che vietava l'ingresso dei parlamentari indipendenti nelle coalizioni di governo.

Tale articolo fu introdotto in seguito alla riforma della Carta Suprema del 2004 con la quale i collegi uninominali senza l'indicazione partitica sono stati cancellati, obbligando ogni candidato a presentarsi con l'appoggio una lista (e non più autonomamente). Da allora il gruppo degli independenti alla Rada è composto solo da quei deputati fuoriusciti dai partiti nei quali sono stati votati.

La modifica all'articolo è stata presentata di urgenza da due parlamentari del Partito delle Regioni e approvata dalla Rada da 229 deputati sui 287 presenti in aula: una maggioranza talmente alta da consentirne l'immediata approvazione anche in seconda lettura (230 voti favorevoli). Dunque, da oggi le coalizioni di governo non saranno più formate dai gruppi parlamentari, bensì dai singoli deputati.

In questa maniera il partito del neo eletto presidente Janukovych potrebbe formare una maggioranza di governo con i comunisti e il Blocco Lytvyn senza troppo dipendere da Nasha Ukrajina: il partito dell'ex presidente Jushchenko che, tradita l'alleanza democratica con la Tymoshenko, ora tratta il suo ingresso nella maggioranza di governo col Partija Rehioniv in cambio di poltrone calde, tra cui quella di primo ministro - probabilmente riservata allo lo stesso Jushchenko.

Il numero minimo di parlamentari per formare una maggioranza alla Rada è 226. I "regionali" sono 172, i comunisti 27, i deputati del Blocco Lytvyn 20 e gli indipendenti 4: in tutto 223. Una quota che permetterebbe al Partija Rehioniv di accettare nel governo soltanto alcuni dei dissidenti di Nasha Ukrajina determinati all'accordo con gli ex-nemici della rivoluzione arancione: David Zhvanija, Ivan Pljushch e Volodymyr Poljachenko hanno votato a favore della modifica. Tralatro assieme ad altri 4 dissidenti del Blocco Tymoshenko che già ieri hanno appoggiato la sfiducia al governo della Lady di Ferro Ucraina.

Ergo, i numeri ci sono. Almeno sulla carta.

Il Blocco Tymoshenko è insorto contro quella che è una vera e propria forzatura della Costituzione, secondo la quale le coalizioni di governo possono essere formate dai gruppi parlamentari e non dai singoli deputati. Per questa ragione, il capogruppo del BJuT Ivan Kyrylenko ha dichiarato l'intenzione di appellarsi alla Corte Costituzionale per verificare la legittimità del provvedimento.

Diversa la reazione di Nasha Ukrajina: in linea con la protesta del BJuT i pochi rimasti fedeli all'alleanza con il BJuT, pronti a continuare la battaglia accanto alla Lady di Ferro ucraina anche dagli scranni dell'opposizione (tra cui Borys Tarasjuk e Anatolij Matvijenko); impietriti quelli favorevoli all'"inciucio" con il Partito delle Regioni (Mykola Martynenko e Vira Ul'janchenko, già pronta a dettare le proprie condizioni ai regionali con un apposito documento preparato da giorni).

Anche da questa situazione appare chiaro l'orientamento delle forze politiche sulle rive del Dniepr. Da una parte il Partija Rehioniv, intenzionato a ridurre in minoranza le forze liberali con l'aiuto dei comunisti. Il Blocco Tymoshenko, unico coerente con gli ideali della rivoluzione arancione, anche a costo di dimettersi anzitempo dai posti di potere. Infine, il Blocco Lytvyn e Nasha Ukrajina, pronti a tradire la volontà degli elettori pur di acquisire posti di potere.

Matteo Cazzulani

mercoledì 3 marzo 2010

UCRAINA: SFIDUCIA AL GOVERNO TYMOSHENKO

Il parlamento ha votato la sfiducia al governo Tymoshenko. A sostegno del dimissionamento dell'esecutivo si sono pronunciati 243 deputati. Entro 30 giorni una nuova maggioranza e un nuovo governo.

Il 3 marzo 2010 passerà alla storia della politica ucraina come il giorno in cui il secondo governo Tymoshenko è giunto al capolinea. Sfiduciato dalla maggioranza della Rada: 243 deputati su 450. Nello specifico: tutti i 172 del Partija Rehioniv (il partito del neo eletto presidente Janukovych), forza politica che ha depositato la mozione di sfiducia; 15 (su 72) di Nasha Ukrajina (il partito dell'ex presidente Jushchenko); tutti i 27 comunisti; 19 (su 20) del Blocco Lytvyn e 7 dissidenti del Blocco Tymoshenko (che in parlamento conta 155 deputati).

Prima della votazione in aula ha avuto luogo un aspro dibattito, iniziato dalla relazione di Mykola Azarov. L'esponente di spicco del Partija Rehioniv ha attaccato duramente l'operato del governo Tymoshenko, accusato di essere responsabile della crisi economica, dell'inflazione, di una inadeguata politica sociale e di non avere ancora approvato il bilancio statale.

Gli ha risposto la stessa Lady di Ferro Ucraina, intervenuta in quello che è stato de facto l'ultimo suo intervento in aula da premier. Ha ricordato come il suo esecutivo abbia ereditato una situazione disperata dalla precedente amministrazione Janukovych (l'attuale presidente) fosse retto da una maggioranza esigua, spesso di un solo voto. Cio nonostante, è riuscito ad approntare correttivi alla deriva economica con aiuti sociali alle famiglie con figli e ai ceti più deboli maggiormente colpiti dalla crisi, ad affrontare la febbre suina dello scorso autunno, a combattere la corruzione e a garantire la sicurezza energetica del Paese. "Abbiamo difeso l'Ucraina dalla catastrofe economica mondiale, innalzato gli standard sociali e concordato il pagamento del gas soltanto per la quantità realmente consumata" ha dichiarato.

In effetti, la situazione non era semplice. E la Lady di Ferro ucraina ha dimostrato di saper governare in un'atmosfera di assoluta emergenza e completa ostilità da parte non solo dell'opposizione, ma anche e sopratutto dell'allora presidente Jushchenko e di parti consistenti della sua stessa maggioranza. Alla fine del discorso, la Tymoshenko ha ricordato che in caso di voto di sfiducia sarebbe passata all'opposizione "avendo l'indipendenza, il progresso, la democrazia e la giustizia nel Paese come obiettivo politico principale" assieme alla difesa degli interessi ucraini.

Presto in Ucraina ci sarà un nuovo dicastero sostenuto da una nuova maggioranza. Concordemente con la Costituzione, essa dovrà essere trovata entro 30 giorni per evitare lo scioglimento della Rada e le conseguenti elezioni anticipate.

Nella giornata di martedì 2 marzo la vice capo dell'Amministrazione del presidente Hanna Herman ha dichiarato che il Partija Rehioniv possiede già il sostegno dei 226 deputati necessari per la creazione di una nuova maggioranza sotto la propria regia, anche se il posto di primo ministro potrebbe essere affidato a uno tra Arsenij Jacenjuk e Viktor Jushchenko, entrambi di Nasha Ukrajina, con cui l'accordo di coalizione "Stabilità e Riforme" sarebbe già stato raggiunto da tempo. Trattative tra i due soggetti politici sono state confermate da Anatolij Matvijenko, esponente di Nasha Ukrajina ma vicino alla Tymoshenko.

Lo stesso gruppo parlamentare di Jushchenko è ora nel pieno della bufera interna. V'jacheslav Kyrylenko - influente esponente - ha giudato il fronte di chi è rimasto coerentemente fedele al governo Tymoshenko, rifiutandosi di votare la sfiducia alla Lady di Ferro ucraina: ora chiede l'allontanamento di David Zhvanija - leader dei franchi tiratori pronti all'accordo con gli ex-nemici della rivoluzione arancione pur di restare al governo - e del capogruppo Martynenko, che ha spinto altri 27 deputati di Nasha Ukrajina ad astenersi, de facto supportando la mozione del Partija Rehioniv.

Già nelle prossime ore il presidente Janukovych ha in programma un incontro proprio con Martynenko, a cui parteciperanno anche Volodymyr Lytvyn e il comunista Symonenko. Oggetto del vertice con tutta probabilità è il varo della nuova coalizione di governo, che dunque sarebbe composta da Partija Rehioniv, Blocco Lytvyn, comunisti e parte di Nasha Ukrajina.

Il governo Tymoshenko resta in carica per gli affari correnti. Tuttavia per il pomeriggio è stata convocata la riunione del gabinetto dei ministri per lo scioglimento dell'esecutivo.

Come dichiarato con una punta di amarezza dal ministro del lavoro Ljudmila Denisova "alle 16 è stato convocato il gabinetto dei ministri per la conclusione dei lavori. Tuttavia mantengo un atteggiamento positivo: sono molto contenta che la maggioranza dei deputati nazionali abbia deciso di appoggiare una scelta contro il bene dell'Ucraina, mandandoci volentieri all'opposizione. Loro operano per le poltrone, noi per l'interesse del Paese".

Matteo Cazzulani

martedì 2 marzo 2010

CRISI DI GOVERNO IN UCRAINA: CROLLA LA COALIZIONE DEMOCRATICA

Lo speaker del parlamento Volodymyr Lytvyn a seguito della riunione dei capigruppo ha dichiarato "ultimata l'esistenza della coalizione democratica", ed ha aperto la crisi di governo.

"Koaliciada" è il termine ucraino. In italiano l'equivalente sarebbe "girandola delle consultazioni per la ricerca di una nuova maggioranza". Questo sta accadendo a Kyiv, dove la coalizione di governo formata dal Blocco Tymoshenko, Nasha Ukrajina e Blocco Lytvyn è ufficialmente caduta.

Avrebbe dovuto raccogliere 226 firme di deputati nazionali, ma esse sono mancate. Così, verificata la loro assenza durante la riunione dei capigruppo, il presidente della Rada ha dichiarato l'apertura della crisi di governo, che si concluderà soltanto con la creazione di una nuova maggioranza.

"La riunione dei capi gruppo è appena terminata e quattro rappresentanti su cinque dei gruppi parlamentari - Partito delle Regioni, Nasha Ukrajina, Blocco di Lytvyn e comunisti - hanno constatato che una coalizione di governo al momento non esiste. Con la decisione non ha concordato solo il rappresentante del Blocco Tymoshenko. Concordemente con la Costituzione ed il regolamento della Rada il presidente del parlamento dichiara che la coalizione di governo non esiste" ha affermato Volodymyr Lytvyn.

In aula si scatena il dibattito. "Prendiamo atto della decisione dei nostri ex-alleati di Nasha Ukrajina e del Blocco Lytvyn, che ora dovranno spiegare ai propri elettori il perché hanno decretato la fine della coalizione democratica. Il nostro gruppo d'ora in poi assumerà un comportamento fermo, risoluto e coerente con le promesse fatte agli elettori. Al contrario di altri, non temiamo l'opposizione, che è un aspetto della vita democratica" ha dichiarato il capogruppo del Blocco Tymoshenko Ivan Kyrylenko.

"De facto e de iure una coalizione non esiste. La Rada non può restare a lungo senza una maggioranza di governo in grado di affrontare la crisi e di approvare il bilancio statale in breve tempo. La decisione dei capigruppo è stata una pura constatazione" gli ha risposto Oleksandr Efremov del Partito delle Regioni.

"Non siamo noi i traditori. Ma se la maggioranza non ha i voti è solo colpa vostra [del BJuT, n.d.a.]. Volodymyr Michajlovych [Lytvyn, n.d.a.] ha solamente dichiarato una realtà di fatto, e non può essere tacciato di tradimento anche lui" si difende Ivan Zajec' di Nasha Ukrajina, il partito dell'ex-presidente Jushchenko su cui tutte le attenzioni e le tensioni sono ora dirette.

Nasha Ukrajina è lacerata al suo interno tra chi intende continuare coerentemente il percorso di governo con il Blocco Tymoshenko come Borys Tarasjuk, e chi invece come David Zhvanija intende stringere larghe intese con il Partito delle Regioni, de facto tradendo il mandato elettorale pur di mantenersi al governo del paese e ottenere qualche dicastero di rilievo nel nuovo esecutivo.

Nella giornata di ieri la riunione del partito in questione ha visto una spaccatura tra le due anime. Il capogruppo Mykola Martynenko ha riassunto l'incontro dichiarando che il partito è pronto ad appoggiare la creazione di una coalizione di governo che sia presieduta da un deputato di Nasha Ukrajina.

Una proposta a cui sia il BJuT che il Partito delle Regioni hanno dato pronta risposta. I primi, dichiarando di essere pronti ad ogni trattativa "a patto che non venga stralciato il programma di governo sottoscritto con gli elettori". I secondi aprendo un canale di trattativa direttamente con l'ex presidente Jushchenko.

Lecito ricordare che la scorsa settimana una bozza di statuto di coalizione è stata redatta dal Partito delle Regioni e presentata in segreto ai membri di Nasha Ukrajina, del Blocco Lytvyn e ai comunisti. Nome della nuova maggioranza sarebbe "Stabilità e Riforme". Inoltre, lo stesso presidente Janukovych ha dichiarato di voler affrontare in prima persona la questione del nuovo governo, la cui guida intende affidare ad uno tra Serhij Tihipko (terzo classificato al primo turno delle presidenziali dello scorso gennaio), Mykola Azarov (suo braccio destro del Partito delle Regioni) e, appunto, Arsenij Jacenjuk (che sarebbe nominato in quota Nasha Ukrajina).

La premier di ferro Julija Tymoshenko ha convocato una riunione del suo gruppo parlamentare per il pomeriggio in vista della giornata di domani, mercoledì 3 marzo, quando la Rada affronterà la mozione di sfiducia al suo gabinetto dei ministri presentata dal Partito delle Regioni. Dopo quella della "coalizione democratica", domani potrebbe terminare anche l'esistenza del secondo governo Tymoshenko.

Come illustrato da Taras Stec'kiv del BJuT, purtroppo è probabile che essa sarà supportata dalla maggioranza della Rada, contrastata solamente dalla coerenza del Blocco Tymoshenko. Pronto a battersi ancora una volta in nome degli ideali del Majdan. Anche dall'opposizione.

Matteo Cazzulani

lunedì 1 marzo 2010

UCRAINA: JANUKOVYCH A BRUXELLES. A KYIV SI PREPARA LA VERIFICA DI GOVERNO

Julija Tymoshenko si prepara a difendere la sua maggioranza dal voto di sfiducia proposto dal Partito delle Regioni, appoggiato da comunisti ed esponenti della coalizione di governo. Sempre più probabile l'ennesimo patto tra Jushchenko e Janukovych, oggi a Bruxelles per la sua prima visita ufficiale da presidente.

A margine dell'incontro con il presidente dell'Europarlamento Jerzy Buzek, l'inquilino di via Bankova ha parlato apertamente di "passi concreti in direzione del rafforzamento della collaborazione tra Kyiv e Bruxelles" tra i quali la concessione di aiuti finanziari da parte della Banca Centrale Europea.

A colloquio con il presidente della commissione europea Barroso, il neo eletto capo di Stato ucraino ha affrontato invece alcuni punti caldi della politica estera ucraina. In primis, ha definito l'integrazione europea "una cruciale questione prioritaria" al pari del rafforzamento della collaborazione col Fondo Monetario Internazionale, dei cui prestiti Kyiv ha necessità per superare la crisi economica che attanaglia il Paese.

Altra questione è quella del gas. Incalzato da Barroso, Janukovych ha spiegato che l'Ucraina garantirà in futuro il regolare afflusso di gas all'Europa da un lato migliorando i propri rapporti con Mosca, dall'altro riformando il mercato interno del sistema di trasporto dell'oro blu.

Affermazione quest'ultima particolarmente preoccupante dal momento in cui sono in molti a temere il ritorno delle oligarchie sponsor del Partito delle Regioni nel settore. Un sospetto non peregrino se si considera che come primo atto della sua presidenza Janukovych ha nominato a capo della sua Amministrazione Serhij L'ovochkin, ex direttore di RosUkrEnergo: nebulosa compagnia compartecipata dalla russa Gazprom incaricata di vendere a Kyiv gas turkmeno fino all'inverno del 2009.

Nel frattempo, chi queste oligarchie le ha combattute si prepara alla verifica di governo. La premier Julija Tymoshenko ha riunito il gabinetto dei ministri in vista della seduta del prossimo mercoledi 3 marzo, quando alla Rada si voterà la fiducia all'attuale esecutivo. Per la medesima data lo speaker del parlamento Volodymyr Lytvyn ha fissato il termine massimo per la presentazione delle 226 firme di deputati necessarie per il varo di una nuova coalizione.

La Lady di Ferro ucraina ha aperto la seduta dichiarandosi ottimista sulla tenuta dell'alleanza di governo da lei presieduta: la "coalizione delle forze democratiche", composta dal Blocco Tymoshenko, Blocco Lytvyn e parte di Nasha Ukrajina (il partito dell'ex presidente Jushchenko). Tuttavia, ad oggi le firme raccolte sono solo quelle di parlamentari BJuT e di pochissimi di Nasha Ukrajina, il cui capogruppo Martynenko ha dichiarato apertamente di "fornire un appoggio robusto al mantenimento della coalizione" solo previe dimissioni della Tymoshenko e nomina a premier di un esponente del suo partito.

Del resto, Nasha Ukrajina è vicina all'accordo di maggioranza anche con il Partito delle Regioni, forza politica di maggioranza relativa pronta ad una riedizione del grande compromesso che già in diverse occasioni ha visto Jushchenko accordarsi con l'ex-rivale della rivoluzione arancione Janukovych, tradendo de facto gli ideali del popolo del Majdan. Ad avvalorare l'ipotesi di una coalizione arancio-blu sarebbe la convergenza di ambo i partiti sul nome di Arsenij Jacenjuk come nuovo primo ministro della coalizione "Stabilità e Riforme", cui bozza programmatica è già stata stilata seppur non ufficialmente.

Lecito ricordare che lo stesso Janukovych ha dichiarato di voler affrontare in prima persona la questione del nuovo governo, la cui guida intende affidare ad uno tra Serhij Tihipko (terzo classificato al primo turno delle presidenziali dello scorso gennaio), Mykola Azarov (suo braccio destro del Partito delle Regioni) e, appunto, Arsenij Jacenjuk.

Infine, significativa è la posizione del Blocco Lytvyn, forza politica di centro attualmente tra gli scranni della maggioranza: stando alle ultimissime indiscrezioni non esiterebbe ad entrare nella coalizione "Stabilità e Riforme" pur di mantenere sulla poltrona di speaker della Rada lo stesso Volodymyr Lytvyn. Che, non a caso, si incontrerà con Janukovych non appena il presidente sarà rientrato dalla visita di Bruxelles.

Matteo Cazzulani