Attenzione / Attention / Uwaga / Увага

E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.

giovedì 22 luglio 2010

GAS, A LEOPOLI I LAVORATORI CONTRO I RINCARI: "AZAROV SI DEVE DIMETTERE".




Nel capoluogo galiziano sindacati ed organizzazioni di categoria esprimono la propria contrarietà alla politica energetica del governo. Che, malgrado l'annunciato sconto sull'oro blu importato dalla Russia, alza la bolletta e cancella i provvedimenti a tutela dei consumatori votati dal governo Tymoshenko.

Diverse centinaia in piazza, sotto il monumento a Taras Shevchenko, il tradizionale luogo delle manifestazioni politiche. Contarli tutti è impossibile, circa trecento secondo le forze dell'ordine. Malgrado il caldo, eccezionale anche a Leopoli, ai sindacati la mobilitazione è riuscita. Complice la tematica della protesta, che tocca le tasche di tutti, dall'imprenditore al pensionato: l'innalzamento del prezzo del gas per la popolazione.

I sindacati hanno chiesto apertamente le dimissioni del premier, Mykola Azarov, a seguito della decisione di innalzare la bolletta del gas per gli utenti privati, e non per le grandi industrie. Ad illustrare la linea, il Capo dell'Unione dei Sindacati della Leopolitania, Roman Dac'ko, intervenuto dinnanzi alla folla dai gradini adiacenti al monumento al Poeta Nazionale con un attacco al governo, colpevole di non rispettare l'accordo di non innalzamento delle tariffe sociali, stretto con le associazioni dei lavori negli scorsi anni.

"Lavoratori di ogni categoria - ha dichiarato - siamo qui perprotestare contro la decisione, illegale, di innalzare le tariffe del gas. E' un atto vergognoso, poiché il governo ha firmato un accordo con cui si è impegnato a non ritoccare le bollette. E' solo l'inizio. Presto, subiremo altri rincari sui prodotti alimentari e sui servizi comunali. Il tutto, col placet del presidente, che ignora i nostri accordi col Consiglio dei Ministri. Il governo non mantiene le promesse, è una vergogna".

Anche la piazza dimostra insoddisfazione. Non solo per mezzo dei rumrosi clacson dei taxisti, tutti, rigorosamente, appostati ai lati della strada, con esposte le bandiere nazionali ucraine. Il rappresentante dei lavoratori del settore elettrotecnico, Ihor Lytvyn, spiega che la decisione va a totale svantaggio di ampi settori di una popolazione sempre più povera ed impossibilitata a pagare le bollette.

"Il 29% della popolazione della Leopolitania - ha spiegato - è sotto la soglia di povertà. In 184 mila percepiscono paghe al di sotto delle 808 hryvnje. Si possono sì alzare le tariffe, posso capirlo, ma occorre anche alzare gli stipendi. E, sopratutto, ogni decisione in merito va prima negoziata con i sindacati".

Gli fa eco la rappresentante dei lavoratori del settore bancario-finanziario, Oksana Andrusiv, che ha sottolineato come, tuttavia, la scorsa primavera il governo ha ottenuto uno sconto sul prezzo del gas da Mosca, concedendo, in cambio, il prolungamento dello stazionamento della flotta russa del Mar Nero in territorio ucraino fino al 2042.

"Propongo le dimissioni del governo Azarov - tuona dal palco - che per darci gas a buon mercato svende i nostri interessi nazionali. Ma per quale ragione gli sconti sulla bolletta riguardano solo i grandi industriali, mentre i cittadini saranno colpiti dall'incremento delle tariffe? Nell'ultimo anno, i dipendenti del settore bancario hanno subito licenziamenti e blocchi degli aumenti salariali, necessari per adeguare gli stipendi al costo dei prodotti di prima necessità".

Ma non solo sindacalisti e lavoratori. In piazza, a sfidare il caldo, anche studenti. Tutti con le idee chiare. Come Oksana, che ha ribadito l'incoerenza del governo nell'annunciare, in aprile, uno sconto sul gas in cambio della permanenza dei soldati russi a Sebastopoli, per poi, in luglio, mese di vacanza, rincarare la bolletta per utenti già colpiti da ulteriori rialzi, e costretti ad onorare i pagamenti dalla nuova politica del vicepremier Tihipko, che ha introdotto pene severe per i morosi.

"Il rincaro - ha evidenziato - è incredibilmente alto. Per il gas, i leopoliensi pagheranno il 50% in più. Accanto a ciò, sono aumentate le bollette dell'acqua e del riscaldamento, entrambe del 25%. In cambio, abbiamo ottenuto il prolungamento della permanenza dell'esercito di uno Stato da cui acquistiamo l'oro blu nel nostro territorio. Conveniente, vero? Mi chiedo dove adremo a finire. Anche perché non tutti riusciranno ad onorare le spese. E a chi non paga per tempo, da qualche settimana, spettano multe salate, quando non addirittura il carcere. Merito della politica del vicepremier con delega agli affari economici, Serhij Tihipko. Chi alle scorse elezioni presidenziali ha votato per questo signore, e per il candidato dell'attuale maggioranza, sopratutto nelle regioni orientali, deve riflettere".

A margine della manifestazione, i principali leader sindacali hanno comunicato la ratifica di una risoluzione congiunta per richiedere ufficialmente al governo, e al presidente, il mantenimento degli impegni, ed il conseguente riadeguamento delle tariffe ai parametri precedentemente negoziati. Tutto inutile, dal momento in cui, già nella mattinata dell'indomani, venerdì, 23 luglio, il Consiglio dei Ministri ha ufficializzato la cancellazione del decreto che impediva l'innalzamento del prezzo del gas per l'anno 2010, ratificato dal governo Tymoshenko.

Tale documento, fortemente voluto dalla Lady di Ferro ucraina in persona, prevedeva il congelamento delle tariffe dell'oro blu per la popolazione e per le industrie termoelettriche ai livelli del 2009. Ciò nonostante, lo scorso 13 luglio la Commissione Nazionale per il Regolamento dell'Energia Elettrotermica ha dato il via libera all'innalzamento dei prezzi, ed il governo Azarov non ha perso tempo nel fissare l'incremento della bolletta per gli utenti privati al 50% a partire dal prossimo mese di agosto. Inoltre, come già sottolineato, il governo ha approntato un inasprimento delle pene per chi non onora i pagamenti.

A nulla non è servito nemmeno l'allarme lanciato dall'autorevole istituto Horshenin, secondo cui la cancellazione del decreto redatto, e voluto, da Julija Tymoshenko, ed il conseguente innalzamento delle tariffe, provocherà la pauperizzazione del 30% della popolazione del Paese.

Matteo Cazzulani

Nessun commento:

Posta un commento