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domenica 4 settembre 2011

JULIJA TYMOSHENKO NON PUO' NEMMENO CONVOCARE PROPRI TESTIMONI: CONTINUA LA FARSA IN UN PAESE ALL'ORLO DI UNA NUOVA GUERRA DEL GAS


La Leader dell'Opposizione Democratica privata della possibilità di chiamare a testimonianza propri ex-collaboratori. L'Ucraina sull'orlo di una nuova crisi energetica, con la Russia che pone la liquidazione del colosso energetico nazionale, Naftohaz, come condicio sine qua non per la revisione dei contratti. La Procura prepara nuovi processi a carico di altri esponenti dell'Opposizione Democratica

Dopo la richiesta di liberazione, di necessarie visite mediche, e l'inserimento agli atti di prove schiaccianti, adesso anche i testé. Nella giornata di venerdì, 2 Settembre, il giovane giudice, Rodion Kirejev, ha negato alla difesa della Leader dell'Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, la convocazione di una lista di testimoni che, dinnanzi al ripetuto diniego del PM di includere agli atti studi ed articoli di notevole rilevanza, avrebbero potuto confermare l'innocenza dell'ex-Primo Ministro.

Tra essi, dirigenti della compagnia energetica statale Naftohaz, un importante dirigente della Ernst and Young, ed il titolari di Dicastero dell'ultimo governo arancione ancora non chiamati a testimoniare, i quali, tra il 19 ed il 21 Gennaio 2009, hanno preso parte alle concitate riunioni convocate per visionare gli accordi per il gas, che Julija Tymoshenko avrebbe firmato di sua iniziativa con l'allora suo collega russo, Vladimir Putin: secondo l'accusa, infrangendo il regolamento, ma a parere della difesa - e della maggior parte dei testimoni già ascoltati - in linea con le prerogative che consentono al Capo del Governo la presa di decisioni senza il consulto del Consiglio dei Ministri in situazioni di particolare emergenza.

Tra Russia ed Ucraina una nuova Guerra del Gas

Emergenza energetica che, malgrado l'orientamento filo-russo dell'amministrazione di Viktor Janukovych - ritenuto il vero organizzatore dei processi a carico della Tymoshenko e di un'altra decina di esponenti del campo arancione - si sta ripresentando, rischiando di riportare il Paese ad una nuova guerra del gas con la Federazione Russa. Peraltro, senza avvicinare Kyiv a Bruxelles: sempre più indignata dinnanzi ad una repressione politica che rischia seriamente di compromettere la firma dell'Accordo di Assciazione UE-Ucraina, ed il varo della Zona di Libero Scambio ad esso collegato.

Già giovedì, Primo di Settembre, il Primo Ministro, Mykola Azarov, ha dichiarato che l'Ucraina intende diminuire il consumo di gas russo - compensato da fonti alternative, come il carbone - e rivedere i contratti in vigore con Mosca, la quale, indignata, ha risposto che l'unica possibilità di rinegoziazione dipende dalla fusione di Naftohaz con il monopolista russo, Gazprom, in un nuovo soggetto energetico che, operante nel solo mercato ucraino - e posseduto a maggioranza dai russi - rileverebbe il controllo non solo della compravendita di oro blu, ma sopratutto la gestione del sistema infrastrutturale energetico di Kyiv. Un ultimatum secco, a cui Azarov ha risposto picche, ma che, invece, ha spinto Janukovych a cercare un incontro d'urgenza con il collega russo, Dmitrij Medvedev, per affrontare la questione, senza, tuttavia, ottenere udienza.

"Con la Russia è difficile accordarsi - ha dichiarato all'autorevole UNIAN l'esperto di questioni energetiche, Vadym Karas'ov - non ci è riuscito l'ex-Capo di Stato, Viktor Jushchenko, con una politica filo europea, e nemmeno l'attuale, Viktor Janukovych, la cui concezione plurivettoriale sta provocando comunque un nuovo conflitto con Mosca, dannoso per ambo le parti. L'unica in grado di trovare un accordo con la Russia, e mantenere invariato il cammino verso l'Europa, è stata Julija Tymoshenko - ha continuato - con degli accordi purtroppo onerosi".

Contratti per cui la Leader dell'Opposizione Democratica è vittima di un processo sempre più iniquo ed autoritario: sempre venerdì, 2 Settembre, dall'aula è stato espulso a forza il Deputato Nazionale di Bat'kivshchyna, Andrij Shkil', "colpevole" di avere espresso il proprio dissenso dinnanzi alla conduzione arbitraria del procedimento di Kirejev, totalmente improntata a favore dell'accusa. Ma la repressione ai danni del campo arancione non sembra finire qui.

Come dichiarato nella notte dall'autorevole Ukrajins'ka Pravda, la Procura Generale avrebbe preparato 25 capi d'accusa a carico di altrettanti esponenti di spicco dell'Opposizione Democratica, che, probabilmente, presto saranno citati a giudizio. Tra essi, l'ex-collaboratrice di Julija Tymoshenko, Tetjana Sljuz, l'ex-Vice-Ministro delle Emergenze, Viktor Varanchuk, e l'ex-Ministro dell'Economia, Bohdan Danylyshyn, attualmente in esilio politico in Repubblica Ceca.

Matteo Cazzulani

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