Nella giornata di mercoledì 21 ottobre, il vicepresidente USA Joe Biden ha incontrato a Varsavia il premier Donald Tusk e il presidente Lech Kaczyński per discutere, tra l’altro, del nuovo piano di difesa missilistico dell’amministrazione Obama.
Una data politicamente molto attesa lungo il Nowy Świat, a cui i media polacchi hanno dato ampia evidenza. Contrariamente, purtroppo, al resto dei giornali occidentali che, New York Times a parte, non hanno ritenuto tale notizia degna nemmeno di essere citata.
Atterrato in mattinata, prima del round di incontri ufficiali, Biden ha voluto rendere omaggio agli eroi del ghetto di Varsavia con la posa di un mazzo di fiori ai piedi del monumento ad essi dedicato. La presenza del Vicepresidente USA sulle rive della Vistola non è affatto una formalità. Difatti, è Joe Biden l’uomo che Obama incarica per mantenere le relazioni con i tradizionalmente fedeli alleati dell’Europa Centro-Orientale, sempre più allarmati ed irritati dalle sue spericolate manovre di avvicinamento alla Russia di Putin. Così è stato lo scorso luglio per Georgia ed Ucraina dopo il celeberrimo reset proposto da Hillary Clinton a Sergej Lavrov; così si è verificato anche pochi giorni or sono, successivamente alla rinuncia di Washington al progetto di difesa missilistica ubicato in Repubblica Ceca e Polonia, infelicemente comunicata da Obama il giorno del sessantesimo anniversario dell’invasione sovietica ai danni di questo ultimo Paese [il 17 settembre 1939, n.d.a.].
Dunque, Biden non è Obama. Saranno le sue origini irlandesi [Paese che purtroppo ha molto in comune con la Polonia in quanto a sofferenze patite e passato ignorato dalla stragrande maggioranza delle storiografie europee, n.d.a.], ma il vicepresidente USA apprezza e comprende a fondo la Polonia ed i Paesi della Nuova Europa. Lo si capisce dal tono con cui partecipa alle due conferenze stampa, durante le quali non esita a chiamare Tusk “Mr. President” e a definire Kaczyński “un vecchio amico con cui è normale intrattenersi più del previsto”.
Tuttavia, dai due incontri pochissimi sono i dettagli tecnici emersi. Certo è solo che il nuovo sistema di difesa missilistico USA in Europa Centrale punta alla difesa da missili a corto-medio raggio e che sarà costituito da intercettori SM-3 installati in tre fasi temporali differenti (l’ultima tra il 2005 e il 2008) su vettori mobili in più di un Paese dell’Europa centro-orientale, con tutta probabilità Polonia, Repubblica Ceca e Romania.
“In virtù dell’accordo Sikorski-Rice firmato con la precedente amministrazione [Bush, n.d.a.] nell’agosto del 2008, alla Polonia spetterà un trattamento prioritario” ha affermato Biden nella conferenza stampa con Tusk. Il quale dapprima aveva evidenziato che “Varsavia considera il nuovo progetto di difesa missilistica interessante, utile e siamo pronti a prendervi parte a queste condizioni”.
Il vice Obama ha proseguito affermando che gli USA sono soddisfatti di questo “nuovo passo” nelle relazioni tra i Paesi NATO, volto a “tutelare la sicurezza di Washington e di tutti gli alleati dell’alleanza atlantica”. Ha aggiunto poi che gli Stati Uniti intendono “mantenere gli impegni con essi già presi”, tra i quali il dispiegamento di una batteria di intercettori patriot in Polonia [come previsto dal già citato accordo dell’agosto 2008, n.d.a.].
Terzo atto della giornata, l’incontro con Lech Kaczyński. Biden ha garantito che la Polonia è vista da Washington come il “Paese-modello non solo per gli amici della NATO, ma anche per quei Paesi che ancora aspirano all’ingresso nell’alleanza atlantica”, un’opinione “che batte nel cuore di tutti gli americani, repubblicani e democratici”. Nel corso della conferenza stampa – iniziata con due ore di ritardo a causa del prolungarsi dei colloqui col presidente della Repubblica Polacca – ha aggiunto che “gli USA continueranno il loro impegno per la democrazia e la stabilità in Ucraina, Bielorussia e Georgia”. Infine, ha lodato i soldati polacchi per il loro coraggio ed impegno accanto agli americani dimostrato in Afghanistan ed Irak. Anche questa seconda conferenza stampa si è svolta in un clima di amicizia, al punto che il vice Obama si è concesso il beneficio della battuta, affermando che sua figlia “vive nella città polacca più grande al mondo” [Chicago, una delle mete principali della diaspora polacca sin dagli esordi, n.d.a.]. Dal canto suo, Kaczyński ha evidenziato di avere reagito alle parole di Biden ”con ottimismo”.
Tuttavia, restano molti nodi da sciogliere. Tra essi, l’accordo SOFA, che accanto all’installazione dei patriot prevede lo stazionamento in territorio polacco di soldati USA per addestrare l’esercito locale all’utilizzo di tali armamenti difensivi. Su di esso non una parola, sebbene fosse per Kaczyński una priorità.
Almeno il dato politico è inequivocabile: Washington intende tranquillizzare gli amici dell’Europa Centro-Orientale – la Polonia in particolare – e garantire loro che il proprio supporto è rimasto lo stesso nonostante il cambio di amministrazione e le prime, infelici mosse politiche di Barack Obama.
Resta sempre e comunque la perplessità legata al fatto che per compiere tale gesto il presidente USA ancora una volta si sia servito del suo vice, e non abbia provato a ricucire i rapporti in prima persona. Un gesto che sicuramente i nuovi europei – e non solo loro – avrebbero maggiormente apprezzato. E che avrebbe rafforzato nell’area e nel Mondo l’immagine e l’autorevolezza del neo insignito Premio Nobel per la Pace.
Matteo Cazzulani
Attenzione / Attention / Uwaga / Увага
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