L’iniziativa comune di Varsavia e Parigi per creare un esercito unico europeo è stata varata in via definitiva lo scorso mercoledì 4 novembre in occasione del vertice bilaterale tra Francia e Polonia. Così, Donald Tusk e Nicolas Sarkozy – rispettivamente premier del governo polacco e presidente della repubblica francese – hanno dato prova di reale europeismo.
Dopo la politica di partenariato orientale – intrapresa assieme alla Svezia – per migliorare il dialogo con alcuni paesi dell’Europa orientale (Ucraina, Bielorussia, Adzerbajdzan, Armenia e Georgia) e facilitarne l’integrazione nelle strutture UE, la Dichiarazione sulla Difesa Comune Europea è l’ennesima iniziativa di Varsavia per contribuire attivamente al consolidamento e al rafforzamento dell’Unione Europea. In questo caso, partner privilegiato è la Francia di Nicolas Sarkozy, con cui il premier Donald Tusk – autore di una politica apertamente filoeuropea in discontinuità col precedente governo del nazionalista Jarosław Kaczyński [gemello dell’attuale presidente, n.d.a.] – ha raggiunto un importantissimo accordo sui principi che tale dichiarazione dovrà contenere: la creazione di una Forza Comune di Reazione Immediata per le emergenze planetarie; una protezione civile europea per fronteggiare le calamità naturali; un comune sistema di difesa UE con proprio esercito e comuni armamenti.
Sottolineare l’altissimo valore di tale iniziativa è doveroso. Infatti, il superamento della dimensione nazionale anche per quanto riguarda l’esercito e la politica di difesa è una tappa obbligatoria per il proseguo dell’integrazione continentale, che superato lo scoglio del trattato di Lisbona sembra ora avere nuova linfa. Ed è altamente significativo che a compiere tale passo siano due Paesi spesso accusati di euroscetticismo e di scarsa collaborazione nelle strutture continentali.
In particolare, per Varsavia l’iniziativa politica in questione cade a poche settimane dalla definitiva rinuncia al progetto di difesa antimissilistica USA in Europa Centrale da parte dell’amministrazione Obama. Optando per la via europea in tandem con Parigi, la Polonia dimostra di voler perseguire con coerenza la propria vocazione europea e di contemplare nell’UE l’unica possibilità concreta ed attuabile di modernizzazione delle proprie strutture di difesa militari. Nel contempo, contribuisce concretamente al rafforzamento delle strutture continentali, accantonando ogni rivalità con uno dei Paesi tradizionalmente più ostili alla “Nuova Europa”, come dimostrato, ad esempio, in occasione dell’aggressione russa alla Georgia dell’agosto 2008 [Sarkozy, allora Presidente di turno UE, assunse una posizione chiaramente filorussa, ignorando le legittime preoccupazioni dell’Europa Centrale e dei Paesi Baltici dinnanzi alla rinata aggressività moscovita, ben nota in territori liberatisi dal comunismo solo venti anni or sono, n.d.a.].
Con tutta probabilità, il documento per la comune difesa europea sarà varato entro il secondo semestre del 2011, quando Varsavia assumerà la presidenza di turno UE. Esso avrà certamente carattere continentale, e prevedrà anche il rafforzamento della collaborazione con la NATO. Come illustrato dal ministro polacco per gli Affari Europei Mikołaj Dowgielewicz, “l’iniziativa franco-polacca non è affatto una minaccia per l’Alleanza Atlantica, ma riguarda il rafforzamento del fronte europeo, che naturalmente continuerà a lavorare attivamente in seno alla NATO”.
Come confermato da diverse fonti, a dare avvio alla stretta collaborazione con Parigi hanno concorso da un lato i colloqui dello scorso luglio tra il ministro degli esteri polacco Radosław Sikorski ed il suo omonimo francese Bernard Kouchner, e dall’altro la partecipazione di un contingente polacco alla missione militare europea in Ciad.
Presso il Ministero della Difesa polacco si parla espressamente di una “Nuova Saint-Malo” a undici anni dalla precedente dichiarazione franco-inglese, a cui purtroppo non è seguita alcuna iniziativa concreta. Nel dicembre 1998 presso la città della Normandia sopra citata, Jacques Chirac e Tony Blair siglarono un accordo per la costituzione di una difesa comune indipendente dalle strutture NATO, sancendo de facto il primo passo verso la creazione di un unico esercito europeo.
Oggi, la oramai certa vittoria in Gran Bretagna alle elezioni politiche del 2010 dei conservatori – contrari ad ogni progresso dell’integrazione europea – ha spinto la Francia a ricercare un nuovo, affidabile partner per la realizzazione dell’unione militare, trovandolo nella Polonia di Tusk e nella sua linea politica fortemente filoeuropea.
Si tratta della prima, vera iniziativa intrapresa comunemente da un Paese della Vecchia e della Nuova Europa dopo anni di sterili quanto controproducenti incomprensioni e divisioni. E’ questa l’unica via possibile da seguire affinché l’Europa possa finalmente esercitare il suo ruolo sullo scenario politico mondiale, agendo e parlando con una voce sola.
Con la speranza, sempre viva, che tale progresso abbatta ogni timore nei confronti di quelle autocrazie che ancor oggi si servono delle proprie risorse energetiche per minacciare la stabilità degli stati sovrani confinanti e per calpestare qualsiasi forma di libertà e di diritto della persona. Leggasi, ovviamente, la Russia di Putin.
Matteo Cazzulani
Attenzione / Attention / Uwaga / Увага
E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.
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Una ottima notizia.
RispondiEliminaLimes che sperava nell'ombrello protettivo russo rosicherà