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venerdì 28 agosto 2009

GLI USA RINUNCIANO ALLO SCUDO SPAZIALE IN POLONIA E REPUBBLICA CECA

Con tutta probabilità, Washington rinuncerà in via definitiva al dispiegamento degli elementi di difesa missilistica in Europa Centrale. Nonostante gli accordi fossero già stati ratificati dalle parti in causa più di un anno fa.

E’ stato il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza a dare per primo la notizia lo scorso mercoledì 26 agosto, riportando le dichiarazioni di Riki Ellison, direttore del progetto di difesa antimissilistica USA. Secondo l’esponente statunitense – una fonte attendibile stando al parere degli esperti – “i segnali inviati dai generali del Pentagono sono assolutamente chiari: l’attuale amministrazione preferisce percorrere altre strade per la difesa missilistica rispetto all’installazione di basi in Polonia e Repubblica Ceca”.

La scorsa settimana, Ellison ha preso parte a Washington ad una conferenza stampa nella quale il Pentagono ha illustrato i suoi piani futuri sulla questione, de facto modificando il percorso precedentemente intrapreso dall’amministrazione Bush, che tra l’aprile e l’agosto 2008 ha concluso con tanto di firma i relativi accordi con Praga e Varsavia.

Come ha spiegato Ellison, l’amministrazione Obama intende installare la postazione radar e le batterie di missili patriot su apposite navi militari nel Mediterraneo, oppure, preferibilmente, in altri Paesi alleati quali Turchia e Israele. Inoltre, sarà individuata un’ulteriore ubicazione nei Balcani sulla quale Ellison non avanza ipotesi.

Sebbene al momento del suo insediamento il presidente Obama aveva dichiarato che la strategia di difesa missilistica USA non sarebbe cambiata, tale dietrofront non rappresenta affatto una sorpresa. Già da tempo Washington temporeggiava sulla questione, al punto che la scorsa estate la risoluzione a riguardo è stata approvata dal Senato a strettissima maggioranza soltanto grazie al voto compatto dell’opposizione repubblicana e di parte della maggioranza democratica. Come sottolinea Ellison, nel mese di settembre la questione avrebbe dovuto essere esaminata dal Congresso, rischiando una ripresa della vita politica ancor più tormentata di quanto già non sia a causa della riforma sanitaria, che coraggiosamente Barack Obama sta realizzando nonostante una fortissima opposizione, anche in seno al suo stesso schieramento politico.

Tuttavia, la vera ratio della nuova strategia della Casa Bianca è principalmente legata alla politica estera. L’esponente USA indica come “la nuova squadra considera maggiormente gli argomenti della Russia. E’ una questione di priorità. Per molti democrats prioritario è un accordo sulla riduzione degli armamenti strategici con Mosca. Ma ciò non significa che essi siano più molli ed ingenui, solo che l’amministrazione Obama intende negoziare e cambiare la sua posizione nei confronti della Federazione Russa” dopo l’inasprimento della presidenza Bush.

Inoltre, sottolinea sempre Ellison, decisivo è stato anche l’altissimo costo dell’operazione, per intero a carico di Washington.

A più precise domande riguardo alle conseguenze che tale rinuncia apporterà alle relazioni tra Washington ed i Paesi firmatari del precedente progetto – Repubblica Ceca e Polonia – Ellison ha ribadito come l’amministrazione Obama ritenga la nuova via migliore sotto diversi punti di vista. In particolare, ha ribadito come lo scopo dello scudo spaziale sia quello di difendere il mondo occidentale da possibili attacchi missilistici provenienti da Iran e Corea del Nord. Dal punto di vista tecnico, lo spostamento degli elementi dall’Europa Centrale ad Israele ed alle penisole anatolica e balcanica non comporta alcun mutamento, sebbene gli stessi generali del Pentagono lo scorso anno in fase di trattativa a più riprese abbiano riconosciuto proprio Polonia e Repubblica Ceca come le ubicazioni ideali per la postazione radar e la batteria patriot.

Infine, Ellison ha sottolineato come buona parte del fallimento del progetto iniziale sia da addossare ai governanti polacchi, poiché qualora Varsavia avesse firmato con maggiore anticipo l’accordo con Washington, oggi l’amministrazione Obama si sarebbe trovata dinnanzi ad un progetto già avviato. Le trattative con la presidenza Bush sono state iniziate col governo del nazionalista Jarosław Kaczyński e continuate con l’attuale maggioranza del liberale Tusk, che in quanto filo europeo ha comprensibilmente temporeggiato in cerca di un maggior coinvolgimento dell’UE al progetto, accettando infine la sigla dell’accordo una volta constatata l’inconsistenza della politica estera di Bruxelles dinnanzi all’aggressione russa alla Georgia dell’agosto 2008.

Ricercando un maggior dialogo con Mosca, Washington ha concesso alla Russia la possibilità di considerarsi la vera vincitrice della questione, essendo stata la causa principale del cambiamento di strategia USA, de facto influendo nelle sue scelte in politica estera e nel rapporto con i suoi alleati.

Barack Obama finora ha dimostrato grande capacità politica e lungimiranza in altri ambiti – riforma sanitaria in primis. Resta la speranza che la sua nuova strategia estera non comprometta il ruolo che gli USA – assieme all’UE – dovrebbero avere nel mondo: diffondere e difendere la democrazia nel mondo, ovunque sia necessario. Preferibilmente con l’invincibile arma della nonviolenza.
Matteo Cazzulani

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