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sabato 4 settembre 2010

LAVROV A VARSAVIA RIAVVIVA IL DIALOGO RUSSO-POLACCO


Il ministro degli esteri russo incontra Sikorski e diplomatici polacchi. "Basta contrasti, collaboriamo e miglioriamo le nostre economie". Contrariata l'opposizione: "Varsavia torni alla sua storica vocazione, più Minsk e Kyiv, meno Mosca".

L'ennesima riconciliazione, con lo sguardo al 2011. Nella giornata di giovedi, 3 settembre, a Varsavia ha avuto luogo un incontro tra i ministri degli esteri polacco, Radoslaw Sikorski, e russo, Sergej Lavrov, invitato d'eccezione alla riunione annuale dei diplomatici di tutto il Paese. Scopo del forum, la preparazione al secondo semestre 2011. Quando la Polonia, per la prima volta nella sua storia, deterrà la presidenza di turno UE. Un'occasione che Varsavia intende consacrare al miglioramento delle relazioni con Mosca, dopo anni di incomprensioni e contrasti, provocati da ragioni storiche ed energetiche.

Una ventata di tale concordia la si è potuta respirare al meeting tra Lavrov e Sikorski. I quali, in una nota congiunta, hanno dichiarato la necessità di migliorare i rapporti tra i due Paesi, sull'onda di quanto avvenuto negli ultimi mesi. Complici, i rinnovati accordi sul gas, e la cooperazione per chiarire la dinamica della tragedia di Smolensk: l'incidente aereo in cui, il 10 aprile scorso, hanno perso la vita il presidente, Lech Kaczynski, e le altre maggiori cariche dello Stato. Inoltre, i due hanno parlato di concreti progetti comuni per il futuro, quali modernizzazione delle economie, nuove infrastrutture energetiche, ed impegno comune per chiudere, in definitiva, le ferite del passato. In primis, la strage di Katyn - in cui, nel 1940, l'NKVD sterminò il fiore della intellighenzia polacca, rea di essere il meglio di un Paese che, secondo i piani di Stalin, avrebbe dovuto essere sottomesso all'URSS.

Nel corso della conferenza stampa, Lavrov ha spiegato di rapportarsi con Varsavia non solo per dialogare con essa, bensì per interagire con tutta l'Unione Europea, con cui il Cremlino ha pieno interesse ad instaurare serene relazioni. Per questa ragione, ha espresso piena soddisfazione per il nuovo corso della politica estera di Polonia e Repubblica Ceca, meno aggressive nei confronti di Mosca, e maggiormente consapevoli delle loro responsabilità in seno all'UE. Secondo il capo della diplomazia del Cremlino, i due Paesi - pronti, solo qualche anno fa, ad accogliere gli elementi dello scudo spaziale USA per difendersi da possibili aggressioni russe - avrebbero compreso che litigare con Mosca è controproducente.

"Le nostre relazioni - ha evidenziato - sono notevolente migliorate. Credo che la motivazione non sia legata solo alla tragedia di Smolensk, ma ad un vero e proprio riavvicinamento tra i nostri due popoli, ed alla reciproca volontà di normalizzare le relazioni, ed installare un sereno vicinato".

A sua volta, Sikorski ha accennato alla semplificazione del regime dei visti tra UE e l'enclave russa di Kaliningrad. Un progetto che, malgrado le preoccupazioni della vicina Lituania, Varsavia considera come un proprio obiettivo, da raggiungere ad ogni costo. Inoltre, il capo della diplomazia polacca ha spiegato di voler passare dalle armi ai danari, demilitarizzando i rapporti con la Federazione Russa, ed evolvendoli sul piano economico. A riguardo, di estrema importanza sarà la visita del presidente russo, Dmitrij Medvedev, prevista a breve.

"Gli ucraini - ha aggiunto Sikorski - hanno ottenuto una semplificazione del regime dei visti. Non vedo - ha continuato - come simile iniziativa non possa non essere estesa anche a Kaliningrad. Di questo, si occuperanno i due Capi di Stato. Personalmente. Raggiungeremo un accordo, che sancirà la rinnovata concordia tra le parti. La stessa - ha concluso - che, oggi, si è avvertita nel corso della lezione di Lavrov ai nostri diplomatici".

Il docente del Cremlino, tuttavia, non è piaciuto all'opposizione. L'eurodeputato del partito conservatore "Diritto e Giustizia", Ryszard Czarnecki, ha sottolineato come il reale miglioramento dei rapporti bilaterali non ci sia affatto. Altresì, ha spiegato che Mosca si serve di Varsavia solo in occasioni di facciata, preferendo Berlino come interlocutore per argomenti di maggiore rilevanza economica ed energetica. In seguito, l'esponente del principale partito di opposizione ha criticato Sikorski, spiegando che la presenza di un ministro degli esteri straniero alla riunione annuale dei diplomatici della Repubblica di Polonia, per giunta in veste di insegnante, è un fatto inaudito, contrario al bon ton ed al regolamento.

Per Czarnecki, ciò sarebbe naturale conseguenza del nuovo corso della politica estera polacca, notevolvemte mutata da quando il Paese è governato unicamente dal partito liberale "Piattaforma Civica", troppo timoroso sulle questioni di politica estera. Secondo l'Europarlamentare, la Polonia dovrebbe tornare ad essere attiva nei confronti dell'integrazione nell'UE di Bielorussia ed Ucraina. Un ruolo storico, che il presidente, Bronislaw Komorowski, ed il primo ministro, Donald Tusk, sembrano avere rinnegato.

Nel merito della presenza di Lavrov alla riunione dei diplomatici è entrato anche il vice presidente della commissione esteri, Karol Karski, che ha commentato come inammissibile il comportamento dell'esponente del Cremlino.

"Nihil novi - ha dichiarato l'esponente di Diritto e Giustizia - Lavrov non ha aggiunto alcunché al dialogo tra Varsavia e Mosca. Al contrario - ha continuato Karski - letteralmente, ha dettato istruzioni ai nostri diplomatici. Non possiamo accettare tale comportamento. A tenere lezioni - ha continuato - possono essere esponenti di altri Paesi UE, o della NATO. Non il capo della diplomazia di un Paese che, fino a pochi giorni fa, ci ha costantemente minacciati e contrastati".

Matteo Cazzulani

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