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venerdì 3 settembre 2010

UCRAINA, AZAROV PRESENTA IL NUOVO CODICE FISCALE. JANUKOVYCH, IN CINA, IPOTECA IL FUTURO DEGLI UCRAINI


FOTO UNIAN. Il presidente ottiene dai cinesi investimenti per 4 miliardi di dollari USA. Il primo ministro presenta Codice fiscale e prossime iniziative del governo. A rischio la Costituzione.

Amore e fiducia. Sono queste le parole con cui il premier ucraino, Mykola Azarov, ha presentato il Codice fiscale. Un documento atteso da tempo, nato dopo un lungo travaglio politico. Approvato dalla Rada in prima lettura, esso è stato duramente criticato non solo da opposizione ed osservatori internazionali, ma anche dello stesso presidente, Viktor Janukovych, che ne ha richiesto la riformulazione. Ne è seguita una radicale correzione, e la stesura di due versioni, distinte e concorrenti, effettuate da Azarov e dal vice premier con delega agli affari economici, Serhij Tihipko. Alla fine, i due sono giunti ad una mediazione, e, nella giornata di venerdì, 3 settembre, ne hanno battezzato una versione definitiva. La quale, de facto, più che amore e fiducia sembra promettere lacrime e sangue.

Risistemando il criterio delle imposte statali, il nuovo Codice mira a ridurne il numero, ma a farle pagare a tutti, con lo scopo di aumentare le entrate di bilancio, e di trascinare l'economia del Paese fuori dallo stato di crisi in cui attualmente si trova. La ricetta proposta, nello specifico, prevede un aumento degli introiti pari a 200 mila Hryvnje, il 5% delle quali da imposte dirette. A pagare saranno i più ricchi, che, in base al reddito annuo, subiranno un rincaro progressivo delle tasse del 17%. Ad essere bersagliate, anche le proprietà immobiliari: metterà mano al portafogli chi possiede più di 100 metri quadri in città, 200 in campagna. Previsto, infine, un incremento automatico dell'IVA in base all'inflazione. Dall'Imposta sul Valore Aggiunto, tuttavia, saranno esentate le industrie metallurgiche, agricole e chi opera nel setore della cultura e delle arti.

"Bisogna diminuire la pressione fiscale - ha dichiarato Azarov - ma a pagare devono essere tutti. Saranno esentati dall'IVA gli enti artistici, giuridici ed agricoli, ma tasseremo i depositi bancari, i risparmi e le proprietà. E' una manovra dura, ma necessaria per la stabilità economica. Il Paese deve uscire dalla crisi".

Categorica la contrarietà dell'Opposizione Democratica, che per voce del vice leader del partito Bat'kivshchyna, l'ex premier ad interim, Oleksandr Turchynov, ha bollato il nuovo Codice come una manovra del governo per piegare il vigente sistema contributivo ai propri interessi, e per favorire solamente i grandi industriali.

"Un palliativo - ha dichiarato il braccio destro di Julija Tymoshenko, a margine della riunione del governo-ombra, convocata di urgenza dalla Lady di Ferro ucraina - Nel testo presentato sono assenti i reali costi che dovranno pagare i piccoli e medi imprenditori. Questo Codice non è altro che l'ennesima, odiosa manovra del governo. Essa è sterile, non risolverà alcunché".

Altra incombenza, il bilancio 2011. Nella seduta del Consiglio dei Ministri di giovedì, 2 settembre, Azarov ha preannunciato la sua presentazione alla Rada non oltre il 15 settembre, così da avviarne, a breve, l'iter esaminatorio. Sulle sue particolarità, nesuna indiscrezione, ma ne è già chiara la filosofia: anche il budget, di pari passo con l'approvazione del nuovo codice fiscale, avrà l'obiettivo di favorire crescita e stabilità economica. A tale scopo, il premier si è appellato a produttori e piccola-media impresa per contenere i costi delle merci prodotte.

"Il governo - ha dichiarato - ha concluso sia l'esame preeliminare del budget, sia la discussione per la stesura definitiva del codice fiscale. Un progetto otimale - ha continuato - e complesso. Una riforma cardinale, finalizzata alla stabilità ed alla riduzione dei tempi di crescita della nostra economia".

Accanto al bilancio, progetti di riforma costituzionale. Da tempo, il governo - sollecitato dal presidente, Viktor Janukovych - sta cercando di eliminare i cambiamenti alla Carta Suprema apportati nel 2004, per ritornare alla versione precedente del 1996, che garantiva maggiori poteri al Capo dello Stato. Per farlo, necessari 300 voti alla Rada. La maggioranza - costituita dal Partija Rehioniv, Blocco Lytvyn e comunisti - ne conta circa 260. Ciò nonostante, il ministro della Giustizia, Oleksandr Lavrynovych, ha ventilato l'ipotesi di una procedura giudiziaria, in quanto la Costituzione sarebbe stata modificata in aperto contrasto con procedure previste da regolamento.

"Poiché la Corte Costituzionale - ha spiegato a margine della riunione del Consiglio dei Ministri - prevede uno specifico controllo sul processo di approvazione di una legge fondamentale, esso sarà applicato a tutti quei provvedimenti sospettati di avere infranto il regolamento. Non solo ai mutamenti della Costituzione, votati dal Parlamento nel dicembre 2004. La loro entrata in vigore è anticostituzionale".

Tuttavia, tale provvedimento potrebbe rivelarsi un boomerang. Come spiegato dal deputato di Nasha Ukrajina, Jurij Kljuchovs'kyj, l'annullamento delle modifiche del 2004 metterebbe in discussione la stessa legittimità del presidente Janukovych, eletto lo scorso febbraio, e ne diminiurebbe i poteri. Inoltre, dubitando delle irregolarità contestate, il parlamentare di opposizione ha evidenziato che, qualora si tornasse alla versione precedente, la legislatura sarebbe ridotta di un anno. E, dunque, si dovrebbe tornare alle urne già nel 2011.

"E' possibile - ha dichiarato all'agenzia UNIAN - che la maggioranza sia consapevole delle conseguenze tecniche. Elezioni anticipate potrebbero essere utili per limitare l'emoraggia di consensi che, stando agli ultimi sondaggi, il Partija Rehioniv sta subendo. Ciò nonostante - ha continuato - sarebbe una situazione di rinnovato caos, di cui il Paese oggi non ha bisogno affatto".

Da Kyiv a Pechino, dove il presidente Janukovych, assieme al vice premier Andrij Kljujev ed al ministro degli esteri, Kostjantyn Hryshchenko, ha incontrato il suo collega cinese, Hu Jintao. Scopo del vertice, il rafforzamento delle relazioni sino-ucraine, certificato dalla firma di tredici accordi bilaterali, che danno inizio ad una partnership in diversi ambiti.

Nello specifico, è prevista una stretta collaborazione tra i due Paesi nei prossimi anni, con particolare attenzione al quinquiennio 2010-2015, in campo industriale, commerciale, e finanziario. Le barriere commerciali saranno alleggerite, il regime dei visti semplificato, ed il controllo sul valore delle merci implementato. La Cina, interessata all'industria areonautica militare ucraina, parteciperà alla costruzione della ferrovia Kyiv-aeroporto Borispil', e di una centrale idroelettrica in Crimea. Il tutto, per un totale di 4 miliardi di dollari USA, che i cinesi investiranno nell'economia ucraina.

Una partnership economica che, tuttavia, sarà fondata su solide basi politiche. A confermarlo, durante l'incontro con il primo ministro, Chzhan Detszjan, lo stesso Janukovych, che ha preannunciato l'inizio di una collaborazione tra il Partija Rehioniv, la sua forza politica, ed il Partito Comunista Cinese. A ratificare tale accordo, Mykola Azarov, atteso a breve nel Paese.

Infine, Pechino ha confermato per iscritto la rinuncia all'utilizzo di armi atomiche contro Kyiv. Una garanzia - che l'Ucraina intende ottenere nell'immediato futuro anche da altre potenze nucleari del pianeta, quali USA, Francia, Gran Bretagna e Russia - sulla cui necessità permangono forti perplessità, dal momento in cui i rapporti tra i due Paesi non sono mai stati tesi. Né, mai, sull'orlo di un conflitto militare.

Amamaramente chiara, invece, la pesante contropartita che Janukovych ha dovuto concedere ad Hu Jintao. In primis, la Cina ha ottenuto l'aumento della quota di propri studenti ammessi nelle università ucraine, con la possibilità di restare nel Paese, ed ivi lavorare. Una prospettiva che ha allarmato vasti strati della popolazione, dal momento in cui la manodopera cinese, maggiormente a buon mercato, incrementerebbe a dismisura la già crescente disoccupazione, lasciando un numero maggiore di ucraini senza impiego.

Inoltre, Kyiv ha rinunciato ufficialmente al riconoscimento dell'Indipendenza di Taiwan. L'isola, ventiseiesima economia nel Mondo, rivendica la propria autonomia da Pechino, da cui si differenzia non solo per le istituzioni democratiche, ma anche per l'alto livello del rispetto della libertà di parola, dei Diritti Umani, dell'educazione, e della sanità. Principi che, purtroppo, a Pechino sono ben lungi dall'essere riconosciuti, e tutelati.

Matteo Cazzulani

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