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lunedì 18 gennaio 2010

JANUKOVYC E TYMOSHENKO AL BALLOTTAGGIO. IL VERO VINCITORE E TIHIPKO

Continua lo spoglio delle schede elettorali durante il lunedi post elettorale. I dati provenienti dalle regioni occidentali - pro Tymoshenko - sono in ritardo, per questo le prime proiezioni nella notte davano un sorpredente vantaggio a Janukovyc, a dispetto degli exit pool nazionali che indicavano una distanza di soli quattro punti tra i due principali avversari.

Attualmente, con il 72% delle schede scrutinate il candidato filorusso ha il 35, 95% dei consensi, Lady Ju il 24,6%, Tihipko il 13,6, Jacenjuk il 6,96, Jushchenko il 5,2%. Affluenza al 46,8%.

Interessante anche il dato locale: come prevedibile Janukovyc trionfa all'est (70% nella regione di Luhansk), mentre Julija raccoglie il consenso della stragrande maggioranza dell'ovest e delle città, in primis Kyiv e L'viv; Tihipko è secondo nella capitale (dove Janukovyc è terzo) e vince a Dnipropetrovsk, la città di Julija, dove la lady di ferro ucraina è nata ed è tornata ieri a votare.

Senza dubbio il vincitore certo di queste elezioni è proprio Tihipko, ex presidente della Banca Centrale Ucraina nonche in passato gia capo della campagna elettorale di Janukovyc fino al 2004. Il suo gruzzolo di consensi e considerevole e vale oro per ambo i candidati: chi se li accaparrerà quasi certamente sarà il prossimo presidente.

La Tymoshenko "per il bene di un'Ucraina finalmente democratica, giusta ed europea" ha invitato gli elettori del terzocandidato al voto utile alla sua persona per scongiurare uno Stato in balia delle oligarchie e della corruzione. Rinat Achmetov, che di quelle oligarchie corrotte dell' est del Paese è il massimo esponente, sostiene con certezza che Tihipko stringerà un patto con Janukovyc.

L'interessato dapprima dichiara neutralità, poi, sempre nella notte, alla tv filorussa Interkanal conferma di avvere un appuntamento per l'ora di pranzo del giorno successivo con Tymoshenko e Turcynov.

Come contropartita si parla di un incarico di prestigio: la poltrona di premier o di capo del parlamento; la rimanente, assieme alla carica di ministro dell'economia - l'unica che il presidente ucraino puo nominare direttamente - potrebbe essere offerta in cambio dell'apparentamento a Jacenjuk e a Jushchenko, vero sconfitto del primo turno in quanto presidente uscente.

Amaro lo sfogo di Volodymyr Lytvyn - 2,33%, l'attuale speaker del parlamento che in campagna elettorale ha attaccato tutti, persino i suoi alleati di governo del Blocco Tymoshenko e di parte di Nasha Ukrajina, il partito del presidente: deluso, chiedera nei prossimi giorni il riconteggio dei voti.

In sostanza, sul Dnipro è ancora sfida aperta, e nelle prossime tre settimane lo scenario politico del Paese sarà nuovamente infuocato.
Sempre se la Commissione Elettorale Centrale rispetterà i tempi della trascrizione dei dati sul Parlaments'kyj Bjuletyn (la Gazzetta Ufficiale Ucraina) vincolante per poter iniziare la campagna elettorale: come sottolineato dallo staff della Tymoshenko "8 dei 14 membri della commissione sono legati al Partija Rehioniv", che ha tutto l'interesse a ritardare il dibattito elettorale per evitare uno scontro diretto tra i candidati, cosi come fatto del resto dallo stesso Janukovyc nell'ultima settimana, assente ingiustificato a tutti i dibattiti televisivi per paura del confronto con Lady Ju.

Un'altro dato è certo: cinque anni dopo l'onda arancione sul Majdan l'Ucraina di nuovo è chiamata a scegliere tra democrazia e integrazione con l'occidente ed un ritorno al passato fatto di violenze, macchinazioni e dipendenza politico-culturale a Mosca. per questa ragione, malgrado il vecchio continente non se ne sia ancora reso conto, il 7 febbraio sarà una data cruciale non solo per la vivace Kyiv, ma anche per la distratta Bruxelles.

Matteo Cazzulani

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