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venerdì 16 luglio 2010

16 LUGLIO: SOLO META UCRAINA RICORDA LA DICHIARAZIONE DI SOVRANITA DAI SOVIETICI




FOTO UNIAN. Seduta straordinaria della Rada in ricordo della Dichiarazione di Sovranità dall'URSS, votata venti anni fa. Presenti la Tymoshenko, Kravchuk e Lytvyn. Assenti Janukovych e Kuchma.

Un fiume di bandiere gialloblu, rigorosamente esposte presso ogni casa e ufficio pubblico. Così è stato accolto chi ha avuto il privilegio di trovarsi a Leopoli lo scorso venerdì, 16 luglio 2010. Un afoso venerdi di piena estate in cui l'Ucraina ha ricordato il ventennale dalla Dichiarazione di Sovranità dall'Unione Sovietica, approvata alla Rada da 355 deputati su 385. Un passo importante, e decisivo, per la successiva Indipendenza - pronunciata un anno dopo, il 24 agosto 1991 - il quale, in Parlamento, incontrò pochissimi oppositori. Tra essi, occorre ricordarlo, Leonid Kuchma: il presindentissimo, padrino di Janukovych, pacificamente spodestato dalla Rivoluzione Arancione nel 2004 da un popolo del Majdan che, corraggiosamente, sfidò il gelo e scese in piazza per rivendicare democrazia, giustizia e libertà.

Ciò nonostante, sono in pochi nel Paese a ricordare tale ricorrenza. Anche a Leopoli, la culla della lingua e della letteratura nazionale. Non solo Ol'ha, giovane impiegata in una parruccheria di vulicja Zelena, e Pani Marjana, addetta alla nettezza urbana, impegnata proprio ad affiggere le bandiere nazionali per le strade del capoluogo galiziano. Anche gli studenti del corso di italiano dell'Universita' Cattolica sono meravigliati - forse troppo concentrati per il test di valutazione - dinnanzi alla comparsa improvvisa di così tanti vessilli coi colori del grano e del cielo.

Tutti giustificati. Si, perche' a dimenticarsi di celebrare tale, importantissima ricorrenza e' lo stesso loro rappresentante nel mondo, il presidente Viktor Janukovych. Il quale, indaffarato dalle sue stancanti vacanze estive nella fresca Crimea, ha evitato la cappa di Kyiv, e marcato visita alle celebrazioni ufficiali presso la Rada, limitandosi ad un comodo collegamento video dalla casa di villeggiatura.

Una decisione che ha provocato la reazione dell'Opposizione Democratica, sdegnata da un atteggiamento offensivo nei confronti del Paese e della sua storia, alla cui celebrazione il Capo dello Stato, ireesponsabilmente, ha preferito il proprio riposo personale, dimostrando scarso attaccamento a valori, ideali e ricorrenze che un presidente di qualsiasi Paese ha il dovere morale, nonché l'obbligo, di rispettare.

"Siamo stupiti - riporta una nota del Blocco Tymoshenko, la principale forza politica dell'Opposizione - dinnanzi all'assenza fisica di Viktor Janukovych alla seduta straordianaria della Rada in ricordo dei venti anni dalla Dichiarazione di Sovranità. Da tempo, è chiaro che per il presidente ci sono altre priorità rispetto all'integrità territoriale del Paese, alla difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini. Malgrado egli, secondo l'articolo 102 della Costituzione, ne sia garante. E' un'offesa per il popolo ucraino, che dal nuovo governo, voluto ed instaurato da Janukovych, ha ottenuto solo promesse di rincaro dei prezzi di gas, riscaldamento ed acqua."

Ciò nonostante, il "garante" della Costituzione ucraina è intervenuto dopo il minuto di silenzio in ricordo degli 85 deputati assenti per decesso. Nel suo discorso, ha sottolineato come venti anni fa il Paese ha preso una cruciale decisione per il proprio futuro, mosso da una brama di benessere e prosperità che l'attuale governo starebbe raggiungendo garantendo la stabilità: l'unica arma, a suo dire, efficace, accanto ad una politica estera di neutralità che mira al mantenimento di buoni rapporti con Russia ed Europa.

"Venti anni fa - ha dichiarato il Capo dello Stato - il popolo ucraino ha compiuto una scelta importante, in discontinuità con un passato a cui era fortemente legato. Ma non bisogna idealizzarla. Bensì, comprenderne il significato. Il popolo ucraino voleva benessere e stabilità, che ora stiamo raggiungendo, anche grazie ad una politica estera al di fuori dei blocchi, che punta all'Europa senza irritare Mosca, nostra amica di lunga data".

Pronta la risposta di Julija Tymoshenko, anima ieri della rivoluzione arancione, oggi dell'Opposizione Democratica. Nel suo discorso, ha sottolineato come l'attuale verticale del potere non stia affatto rispettando i principi della Dichiarazione di Sovranità, ma annichilendo ogni tentativo di progresso sul modello Occidentale.

"Ma quale stabilità - ha dichiarato la Lady di Ferro ucraina - il Paese chiede giustizia, democrazia ed Europa. Tutti principi che, ad oggi, sono ben lontani dall'essere realizzati e rispettati. La Dichiarazione di Sovranità riacquisterà vitalità solamente quando l'Ucraina riprenderà il cammino veso l'Europa, ponendo fine agli accordi svantaggiosi con Mosca e agli arresti politici, indirizzati unicamente contro le forze politiche avversarie, e, più in generale, contro tutto il popolo ucraino. Ad oggi, la totalità dei suoi contenuti è lungi dall'essere osservata".

Tale analisi è stata condivisa anche dallo speaker del Parlamento, Volodymyr Lytvyn, alleato di Janukovych nella maggioranza di governo. Secondo la sua opinione, negli ultimi anni l'Ucraina sarebbe riuscita a costruire solamente le fondamenta giuridiche per la difesa delle libertà del cittadino e della persona, senza, però, riuscire a garantirne l'effettiva realizzazione. Inoltre, Lytvyn ha espresso forte preoccupazione dinnanzi ad una recente decisione della Corte Costituzionale, che ha definito la verticalità del potere come uno dei principi più importanti della Dichiarazione.

"Occorre riconoscere - ha dichiarato in apertura di seduta - che buona parte dei punti della Dichiarazione deve ancora essere attuata e rispettata. L'Ucraina ha costruito un ottimo sistema legislativo di base per la tutela delle libertà della persona. Ma non basta, se ad esso non segue un'effettiva realizzazione. Inoltre, la recente decisione della Corte Costituzionale ci allontana da un modello di democrazia che invece dobbiamo imitare per continuare un processo di avvicinamento all'Occidente".

La seduta straordinaria è durata circa un'ora e mezza. Tra i partecipanti, oltre al leader dell'Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, al veterano della Rada, Ivan Zajec', allo speaker Volodymyr Lytvyn, al premier, Mykola Azarov e all'ex Capo dello Stato, Leonid Kravchuk - dal 1991 al 1994, i protagonisti che venti anni fa hanno votato una Dichiarazione con cui, solennemente e decisamente, l'Ucraina ha affermato di non volere sottostare al gioco sovietico. E ad una dipendenza da Mosca, oggi, purtroppo, rinnovata dalla politica gasata del Cremlino, appoggiata dall'Europa e ingenuamente tollerata dall'America di Obama.

Matteo Cazzulani

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