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mercoledì 21 luglio 2010

REPORTERES SANS FRONTIERES: IN UCRAINA PRESSIONI SU MEDIA E GIORNALISTI

L'organizzazione internazionale esprime preoccupazione per il peggioramento della condizione della libertà di stampa, e si appella a Janukovych. Che resta in vacanza e non riceve la delegazione.

Da quando presidente e governo sono cambiati, in Ucraina sono aumentate le pressioni sui giornalisti. Questo quanto dedotto dai membri della delegazione di Reportères Sams Frontières, l'organizzazione internazionale che si batte per la libertà di stampa, a Kyiv per redigere sul campo il rapporto annuale in merito allo stato dell'informazione in ogni Paese del mondo. Una tre giorni durante la quale il segretario generale, Jean François Julliard, e la direttrice della sezione europea, Elsa Vidal, hanno incontrato esponenti delle organizzazioni di categoria, di alcune associazioni per la libertà di stampa e di parola, semplici giornalisti e politici. Tutto secondo programma, ad eccezione dell'incontro con Janukovych. Il presidente ha preferito non interrompere la vacanza in Crimea, ed ha negato udienza ai difensori mondiali della libertà di stampa, invitandoli a ripassare in settembre.

Data gia segnata in rosso sull'agenda di Julliard. Il quale, accanto alla promessa di ritorno a Kyiv, ha illustrato alcuni dei casi critici registrati, dichiarato forte preoccupazione circa la situazione sulle rive del Dnipro, e, infine, si è appellato allo stesso Capo di Stato affinché si faccia garante della tutela della libertà di stampa nel proprio Paese, riconosca l'esistenza di casi di aperta sua violazione, e li condanni, possibilmente con una pubblica dichiarazione.

"Aumento della censura nei media ucraini - ha illustrato nel corso della conferenza stampa di chiusura della tre giorni - persino pressioni fisiche su alcuni giornalisti. La situazione in Ucraina ci preoccupa. Il presidente, garante della Costituzione, dovrebbe dichiarare pubblicamente la sua intenzione di difendere la libertà di stampa. Per questo, invitiamo le autorità ucraine a non negare i casi di pressioni sui giornalisti che abbiamo riscontrato, ma ad esaminarli attentamente e, possibilmente, contrastarli. Tuttavia, non tutto va dipinto a tinte fosche. Qui non siamo in Turkmenistan: i media ancora hanno ampio margine di autonomia, e ci sono tanti giornalisti, e persone comuni, pronte a lottare per i propri diritti".

In particolare, nella relazione di fine missione, pubblicata su internet, oltre alla generica difesa della libertà di stampa, l'organizzazione raccomanda alle autorità ucraine libero accesso all'informazione per tutti, pene severe per chi esercita pressioni sui giornalisti - in accordo con l'articolo 171 del codice penale ucraino - un'informazione indipendente, garantita a tutti i canali, sopratutto a TVI e al 5 Kanal - a cui di recente sono state revocate alcune frequenze in favore del canale Inter di proprietà del capo dei servizi segreti, l'oligarca, vicino a Janukovych, Valerij Khoroshovs'kyj - e un maggiore sforzo nelle indagini sull'omicidio di Girija Gongadze, libero giornalista, critico nei confronti dell'ex presidentissimo Kuchma e della sua verticale del potere, barbaramente assassinato nel 2000.

Un'analisi che non è piaciuta al Partija Rehioniv, la forza politica di maggioranza, a cui appartengono il presidente, Viktor Janukovych, il premier, Mykola Azarov, e quasi l'intero Consiglio dei Ministri. Secondo il deputato Volodymyr Zubanov, capo della commissione di vigilanza sui casi di censura sui media, la relazione di Reportères Sans Frontières è errata, in quanto di conflitti tra le autorità ed il mondo dell'informazione non ce ne sarebbero. Al contrario, il governo avrebbe instaurato un clima di collaborazione con le diverse testate giornalistiche. "Ci sono state delle incomprensioni - ha dichiarato Zubanov - ed altre seguiranno. Ma abbiamo sempre risolto ogni contrasto col dialogo".

Diversa la versione dell'Opposizione Democratica, che per voce di Olena Kondratjuk, del Blocco Tymoshenko, ha sottolineato come la commissione di vigilanza, istituita all'inizio del mese su esplicita richiesta del BJuT e di Nasha Ukrajina, i gruppi parlamentari di minoranza, stia lavorando duro malgrado i lavori presso la Rada siano interrotti per la pausa estiva. Già è stata esaminata una decina di segnalazioni, ed alcuni commissari hanno elaborato un progetto di legge per garantire il rispetto della libertà di parola.

"Oltre al mio - ha dichiarato la Kondratjuk - nel mese di giugno è stato registrato anche un altro DDL per inasprire le pene in merito ai casi di censura e di pressioni sui giornalisti. Il Parlamento è in pausa, ma abbiamo richiesto il loro esame urgente alla ripresa dei lavori. Presto inizierà la campagna per le elezioni amministrative. E, con essa, le pressioni sui media."

Matteo Cazzulani

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