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mercoledì 7 luglio 2010

UCRAINA: RUSSIFICATO IL SISTEMA SCOLASTICO

Approvata la riforma del sistema scolastico sul modello russo, che diminuisce di un anno l'istruzione obbligatoria. Opposizione critica su un provvedimento contrario all'integrazione europea. In controtendenza Leopoli: semplificata la procedura di concessione dei visti UE.

Dopo gas, aerei ed esercito in Crimea, ora anche la scuola. E' questo, in Ucraina, l'ennesimo settore colpito dalla politica filorussa della verticale del potere Janukovych-Azarov, a capo del Paese da soli quattro mesi. Nella giornata di martedi, 6 luglio, la Rada ha approvato in prima - e definitiva - lettura un progetto di riforma scolastica che abbassa di un anno la durata dell'istruzione obbligatoria: da 12 ad 11 anni. A favore, hanno votato 248 deputati sui 426 presenti. Tutti i 163 del Partija Rehioniv, i 27 comunisti, i 19 del Blocco Lytvyn, 3 indipendenti, 22 parlamentari ancora ufficilamente registrati nel BJuT, ma passati nella maggioranza, ed 8 di Nasha Ukrajina.

Negli scorsi anni, il governo Tymoshenko, recependo una direttiva europea, aveva innalzato la durata dell'istruzione obbligatoria. Tuttavia, l'attuale maggioranza ha ristabilito il vecchio parametro, giustificando tale scelta come necessaria per il bilancio, e dovuta all'impopolarita' del provvedimento precedente.

"La scuola dell'obbligo di dodici anni - ha dichiarato il presidente della commissione istruzione, la comunista Kateryna Samojlyk - e' impopolare. Non sono disponibili nemmeno i libri di testo calibrati ad un sistema che non appartiene alla nostra [sovietica, n.d.a.] tradizione. Inoltre, i vecchi parametri ci permettono un risparmio annuale di 6 miliardi di hryvnje".

Opposta l'analisi dell'Opposizione Democratica, che per voce dell'ex vice ministro dell'istruzione, Maksym Stricha, ha sottolineato come l'innalzamento a 12 anni della scuola dell'obbligo non sia affatto una perdita di danaro. Bensi' un miglioramento del sistema scolastico ucraino, da tempo bisognoso di un incisivo rinnovamento secondo una tendenza globale, percorsa, sopratutto, da Paesi un tempo sottomessi alla dominazione sovietica. Altri hanno sottolineato come l'iniziativa del governo sia di natura squisitamente politica, dal momento in cui allontana il sistema scolastico ucraino da quello europeo, re-integrandolo con quello in vigore, ad oggi, soltanto a Mosca e Minsk.

"La verticale del potere - ha spiegato il deputato dell'opposizione Oles' Donij, membro della commissione istruzione, ha imposto l'integrazione del sistema scolastico Ucraino con quello della Federazione Russa, e non dell'Unione Europea". "E una scelta politica - ha ribadito la coordinatrice del progetto Comunita' delle Conoscenze, Lilija Hrynevych - con questo provvedimento si torna al modello russo, che non consente una buona e completa educazione ai nostri studenti. Il progetto di istruzione obbligatoria per dodici anni era concepito per permettere ai giovani l'apprendimento di almeno una lingua straniera e di nozioni basilari per il proprio futuro. Nonche' per il progresso della nazione".

Le spiegazioni della maggioranza appaiono fragili e demagogiche anche sul versante finanziario. Difatti, analizzando il complesso del testo, si evince che accanto alla diminuzione delle annualita' esso prevede, per i bambini fino ai cinque anni d'eta', l'introduzione di una scuola materna obbligatoiria. La quale, de facto, incrementa i costi, ed esautora i gia' efficienti giardini di infanzia, ad oggi affollati ed apprezzati dalla maggior parte degli ucraini.

"Ci saranno piu' lezioni - ha dichiarato la deputata di Nasha Ucraina, Lesja Orovec', e, quindi, maggiori spese. Il tutto, a carico dello Stato. Altro che risparmio e necessita' di bilancio. Inoltre, con l'asilo obbligatorio si incentiva la corruzione: con le strutture attuali, di posto per tutti, in settembre, non ce ne sara'. Cosi', le famiglie potrebbero ricorrere al pagamento in nero per l'attestato di frequenza dei propri figli".

Se la Rada Nazionale compie l'ennesimo passo verso Mosca, chi si avvicina all'Europa e' la citta' di Leopoli. A partire dal mese di agosto, nel capoluogo galiziano sara' attivo il servizio di richiesta telematica dei visti di ingresso per l'Unione Europea. L'iniziativa, intrapresa dal consolato cittadino della Polonia, permettera' non soltanto una piu' dettagliata verifica dell'identita' del richiedente. Ma, sopratutto, la scomparsa delle code chilometriche che, quotidianamente, si formano dinnanzi all'edificio, a pochi passi dall'Universita Cattolica.

"Sono stato in fila per cinque giorni di seguito - spiega Josyp, maestro di Rachiv, piccolo centro della Transcarpazia. Dovevo recarmi in Polonia, ero in possesso di un invito per il fine settimana. Solo sabato mattina si e' smaltita la coda, ed ho ottenuto il visto. Troppo tardi, pero'. Ho dovuto ricevere un nuovo invito, e rimettermi in coda. Sono tre giorni che aspetto".

Il superamento di questa situazione disumana e' l'obiettivo dichiarato del console, Ryszard Bialacki, che ha definito inaccettabili le code chilometriche di cittadini ucraini. I quali, stando alle voci, pagherebbero fino a 500 hryvnje per mantenere il posto in fila durante l'orario lavorativo.

"Niente piu' code - ha dichiarato in occasione della tavola rotonda "Valutazione della pratica di rilascio dei visti Schengen da parte del consolato della Polonia dopo l'entrata in vigore nuovo codice UE", tenutasi a Leopoli, mercoledi, 7 luglio - faremo il possibile per semplificare le procedure, e per abbattere questa ennesima cortina burocratica, tanto invisibile quanto insormontabile. Che, incomprensibilmente, ancora separa gli ucraini dall'Europa".

Matteo Cazzulani

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