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giovedì 4 marzo 2010

IL PARTITO DELLE REGIONI FORZA LA COSTITUZIONE: VICINO UN GOVERNO CON LYTVYN E COMUNISTI

Dopo aver ricevuto il voto di sfiducia del parlamento, Julija Tymoshenko ha mantenuto la parola data ed ha lasciato il governo. L'interim a Turchynov.

Lo aveva promesso sin dal discorso conclusivo alla Rada prima di ricevere il voto di sfiducia: Julija Tymoshenko abbandona la poltrona e passa all'opposizione. Ufficialmente si è messa in ferie per un mese: un escamotage utilizzato dallo stesso Janukovych (allora premier) ai tempi della rivoluzione arancione per agevolare il cambio di governo. Allora l'attuale capo di Stato affidò l'interim al suo vice Mykola Azarov. Oggi la Lady di Ferro ucraina ha passato le consegne al suo braccio destro Oleksandr Turchynov, che ora deve affrontare le questioni urgenti a capo di un gabinetto dei ministri ridotto all'osso: a parte lui, tutti gli altri ministri del Blocco Tymoshenko hanno seguito la Lady di Ferro e si sono dimessi anzitempo.

In ogni caso, l'interregnum di Turchynov si prospetta di breve durata, dal momento in cui in seno alla Rada il varo di una nuova coalizione di governo è sempre più vicino. Nella giornata di giovedì 4 marzo il Partito delle Regioni ha presentato una mozione urgente per cambiare l'articolo 61 della Costituzione ("Sul funzionamento del Consiglio Supremo") che vietava l'ingresso dei parlamentari indipendenti nelle coalizioni di governo.

Tale articolo fu introdotto in seguito alla riforma della Carta Suprema del 2004 con la quale i collegi uninominali senza l'indicazione partitica sono stati cancellati, obbligando ogni candidato a presentarsi con l'appoggio una lista (e non più autonomamente). Da allora il gruppo degli independenti alla Rada è composto solo da quei deputati fuoriusciti dai partiti nei quali sono stati votati.

La modifica all'articolo è stata presentata di urgenza da due parlamentari del Partito delle Regioni e approvata dalla Rada da 229 deputati sui 287 presenti in aula: una maggioranza talmente alta da consentirne l'immediata approvazione anche in seconda lettura (230 voti favorevoli). Dunque, da oggi le coalizioni di governo non saranno più formate dai gruppi parlamentari, bensì dai singoli deputati.

In questa maniera il partito del neo eletto presidente Janukovych potrebbe formare una maggioranza di governo con i comunisti e il Blocco Lytvyn senza troppo dipendere da Nasha Ukrajina: il partito dell'ex presidente Jushchenko che, tradita l'alleanza democratica con la Tymoshenko, ora tratta il suo ingresso nella maggioranza di governo col Partija Rehioniv in cambio di poltrone calde, tra cui quella di primo ministro - probabilmente riservata allo lo stesso Jushchenko.

Il numero minimo di parlamentari per formare una maggioranza alla Rada è 226. I "regionali" sono 172, i comunisti 27, i deputati del Blocco Lytvyn 20 e gli indipendenti 4: in tutto 223. Una quota che permetterebbe al Partija Rehioniv di accettare nel governo soltanto alcuni dei dissidenti di Nasha Ukrajina determinati all'accordo con gli ex-nemici della rivoluzione arancione: David Zhvanija, Ivan Pljushch e Volodymyr Poljachenko hanno votato a favore della modifica. Tralatro assieme ad altri 4 dissidenti del Blocco Tymoshenko che già ieri hanno appoggiato la sfiducia al governo della Lady di Ferro Ucraina.

Ergo, i numeri ci sono. Almeno sulla carta.

Il Blocco Tymoshenko è insorto contro quella che è una vera e propria forzatura della Costituzione, secondo la quale le coalizioni di governo possono essere formate dai gruppi parlamentari e non dai singoli deputati. Per questa ragione, il capogruppo del BJuT Ivan Kyrylenko ha dichiarato l'intenzione di appellarsi alla Corte Costituzionale per verificare la legittimità del provvedimento.

Diversa la reazione di Nasha Ukrajina: in linea con la protesta del BJuT i pochi rimasti fedeli all'alleanza con il BJuT, pronti a continuare la battaglia accanto alla Lady di Ferro ucraina anche dagli scranni dell'opposizione (tra cui Borys Tarasjuk e Anatolij Matvijenko); impietriti quelli favorevoli all'"inciucio" con il Partito delle Regioni (Mykola Martynenko e Vira Ul'janchenko, già pronta a dettare le proprie condizioni ai regionali con un apposito documento preparato da giorni).

Anche da questa situazione appare chiaro l'orientamento delle forze politiche sulle rive del Dniepr. Da una parte il Partija Rehioniv, intenzionato a ridurre in minoranza le forze liberali con l'aiuto dei comunisti. Il Blocco Tymoshenko, unico coerente con gli ideali della rivoluzione arancione, anche a costo di dimettersi anzitempo dai posti di potere. Infine, il Blocco Lytvyn e Nasha Ukrajina, pronti a tradire la volontà degli elettori pur di acquisire posti di potere.

Matteo Cazzulani

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