Il parlamento ha votato la sfiducia al governo Tymoshenko. A sostegno del dimissionamento dell'esecutivo si sono pronunciati 243 deputati. Entro 30 giorni una nuova maggioranza e un nuovo governo.
Il 3 marzo 2010 passerà alla storia della politica ucraina come il giorno in cui il secondo governo Tymoshenko è giunto al capolinea. Sfiduciato dalla maggioranza della Rada: 243 deputati su 450. Nello specifico: tutti i 172 del Partija Rehioniv (il partito del neo eletto presidente Janukovych), forza politica che ha depositato la mozione di sfiducia; 15 (su 72) di Nasha Ukrajina (il partito dell'ex presidente Jushchenko); tutti i 27 comunisti; 19 (su 20) del Blocco Lytvyn e 7 dissidenti del Blocco Tymoshenko (che in parlamento conta 155 deputati).
Prima della votazione in aula ha avuto luogo un aspro dibattito, iniziato dalla relazione di Mykola Azarov. L'esponente di spicco del Partija Rehioniv ha attaccato duramente l'operato del governo Tymoshenko, accusato di essere responsabile della crisi economica, dell'inflazione, di una inadeguata politica sociale e di non avere ancora approvato il bilancio statale.
Gli ha risposto la stessa Lady di Ferro Ucraina, intervenuta in quello che è stato de facto l'ultimo suo intervento in aula da premier. Ha ricordato come il suo esecutivo abbia ereditato una situazione disperata dalla precedente amministrazione Janukovych (l'attuale presidente) fosse retto da una maggioranza esigua, spesso di un solo voto. Cio nonostante, è riuscito ad approntare correttivi alla deriva economica con aiuti sociali alle famiglie con figli e ai ceti più deboli maggiormente colpiti dalla crisi, ad affrontare la febbre suina dello scorso autunno, a combattere la corruzione e a garantire la sicurezza energetica del Paese. "Abbiamo difeso l'Ucraina dalla catastrofe economica mondiale, innalzato gli standard sociali e concordato il pagamento del gas soltanto per la quantità realmente consumata" ha dichiarato.
In effetti, la situazione non era semplice. E la Lady di Ferro ucraina ha dimostrato di saper governare in un'atmosfera di assoluta emergenza e completa ostilità da parte non solo dell'opposizione, ma anche e sopratutto dell'allora presidente Jushchenko e di parti consistenti della sua stessa maggioranza. Alla fine del discorso, la Tymoshenko ha ricordato che in caso di voto di sfiducia sarebbe passata all'opposizione "avendo l'indipendenza, il progresso, la democrazia e la giustizia nel Paese come obiettivo politico principale" assieme alla difesa degli interessi ucraini.
Presto in Ucraina ci sarà un nuovo dicastero sostenuto da una nuova maggioranza. Concordemente con la Costituzione, essa dovrà essere trovata entro 30 giorni per evitare lo scioglimento della Rada e le conseguenti elezioni anticipate.
Nella giornata di martedì 2 marzo la vice capo dell'Amministrazione del presidente Hanna Herman ha dichiarato che il Partija Rehioniv possiede già il sostegno dei 226 deputati necessari per la creazione di una nuova maggioranza sotto la propria regia, anche se il posto di primo ministro potrebbe essere affidato a uno tra Arsenij Jacenjuk e Viktor Jushchenko, entrambi di Nasha Ukrajina, con cui l'accordo di coalizione "Stabilità e Riforme" sarebbe già stato raggiunto da tempo. Trattative tra i due soggetti politici sono state confermate da Anatolij Matvijenko, esponente di Nasha Ukrajina ma vicino alla Tymoshenko.
Lo stesso gruppo parlamentare di Jushchenko è ora nel pieno della bufera interna. V'jacheslav Kyrylenko - influente esponente - ha giudato il fronte di chi è rimasto coerentemente fedele al governo Tymoshenko, rifiutandosi di votare la sfiducia alla Lady di Ferro ucraina: ora chiede l'allontanamento di David Zhvanija - leader dei franchi tiratori pronti all'accordo con gli ex-nemici della rivoluzione arancione pur di restare al governo - e del capogruppo Martynenko, che ha spinto altri 27 deputati di Nasha Ukrajina ad astenersi, de facto supportando la mozione del Partija Rehioniv.
Già nelle prossime ore il presidente Janukovych ha in programma un incontro proprio con Martynenko, a cui parteciperanno anche Volodymyr Lytvyn e il comunista Symonenko. Oggetto del vertice con tutta probabilità è il varo della nuova coalizione di governo, che dunque sarebbe composta da Partija Rehioniv, Blocco Lytvyn, comunisti e parte di Nasha Ukrajina.
Il governo Tymoshenko resta in carica per gli affari correnti. Tuttavia per il pomeriggio è stata convocata la riunione del gabinetto dei ministri per lo scioglimento dell'esecutivo.
Come dichiarato con una punta di amarezza dal ministro del lavoro Ljudmila Denisova "alle 16 è stato convocato il gabinetto dei ministri per la conclusione dei lavori. Tuttavia mantengo un atteggiamento positivo: sono molto contenta che la maggioranza dei deputati nazionali abbia deciso di appoggiare una scelta contro il bene dell'Ucraina, mandandoci volentieri all'opposizione. Loro operano per le poltrone, noi per l'interesse del Paese".
Matteo Cazzulani
Attenzione / Attention / Uwaga / Увага
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