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sabato 29 maggio 2010

ANCHE IN UCRAINA SI PROTESTA PER LA LIBERTA DI MANIFESTAZIONE


Kyiv come Mosca e Minsk. E questo il messaggio lanciato da una serie di associazioni apartitiche ed apolitiche, allarmate per la messa in pericolo in Ucraina della libertà di associazione. Tale principio già è calpestato di continuo nella Bielorussia di Lukashenka e nella Russia di Putin, dove ogni 31 del mese i partiti dell'opposizione, di ogni colore, dai liberali ai comunisti, si riuniscono per una manifestazione, pacifica e nonviolenta, in difesa dell'articolo 31 della Carta Suprema russa. La quale, per l'appunto, dovrebbe garantire tale libertà, che, tuttavia, il Cremlino ignora continuamente.

La sitauzione a Kyiv è decisamente migliore, ma rischia di peggiorare dal momento in cui il governo ha deciso di accellerare la votazione in seconda - definitiva - lettura del disegno di legge 2450 "sull'ordine delle organizzazioni e sull'organizzazione di manifestazioni pacifiche". Esso prevede maggiori poteri alle forze dell'ordine, il divieto di organizzare meeting spontanei, e limitazioni su tempistica luoghi delle dimostrazioni. Significativa, del resto, è stata la dichiarazione del ministro dell'interno, circa l'opportunità di manifestare a casa propria, come in Kazakhstan.

Approvato in prima lettura lo scorso 3 giugno, su proposta dell'allora opposizione, da un parlamento con una maggioranza instabile, esso è stato saggiamente accantonato dal precedente governo, in quanto fortemente restrittivo di una delle libertà fondamentali della democrazia, garantita dall'articolo 39 della Costituzione ucraina. Tuttavia, la nuova maggioranza, composta dal Partija Rehioniv, Blocco Lytvyn e comunisti, forte di un cospicuo consenso, ha riaperto la questione, riportando il DDL all'esame delle commissioni per la ratifica finale.

Stando a diverse fonti, in tale sede le forze democratiche avrebbero posto ferma opposizione, riuscendo ad apportare alcune modifiche, quali la cancellazione del divieto di organizzare meeting spontanei e la concessione di maggiori poteri alle forze dell'ordine. Ciò nonostante, restano le limitazioni sui luoghi e sulla tempistica del preavviso di manifestazione, fissato a soli 4 giorni.

Il DDL 2450 sarà affrontato dalla Rada in occasione delle prossime sedute plenarie, in programma ogni fine del mese. La sua approvazione rischia di riportare l'Ucraina indietro di molti anni, quando le libertà fondamentali della democrazia - quella di stampa in primis - non erano garantite, e liberi giornalisti perdevano vita e diritti civili se non obbedivano ai temniki - le direttive - dell'allora presidente Kuchma.

Per evitare un ritorno di Kyiv agli standard in vigore in Bielorussa e Russia non resta che contare sull'opposizione parlamentare, composta dal Blocco Tymoshenko e da Nasha Ukrajina, protagonisti, nel 2004, della rivoluzione arancione, che quelle libertà le ha ottenute con la forza della lotta nonviolenta. E sull'attivismo delle associazioni apartitiche, che, lontano dalla politica, per espimere la propria contrarietà al tentativo di limitare la libertà di manifestazione si radunano martedì, 31 maggio, presso l'ambasciata della Federazione Russa a Kyiv. In solidarietà con le simili iniziative, in programma a Mosca ed in altre città del Paese dello zar del gas.

Matteo Cazzulani

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