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E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.

venerdì 7 maggio 2010

EUROBUS. L'EUROPA SI PRESENTA


La prima giornata del progetto Jevravtobus ha avuto come tema la reciproca conoscenza tra ucraini ed europei.

Una bandiera continentale, qualche moneta, il libro che mai può mancare, persino due mattoni mezzi rotti. Tutto compresso nella mia valigia. Non è il mio bagaglio, ma un'ideogramma del nostro continente.

E' stata una presentazione ufficiale, dal momento in cui a spaccare il ghiaccio - così riporta il programma - ci ha pensato la cena inaugurale del giorno precedente. Ciascuno dei partecipanti, riuniti in squadre, ha disegnato una valigia nella quale ha riposto gli oggetti più caratteristici del suo Paese. Bravi i polacchi, padroni di casa qui a Varsavia, che nel bagaglio sono riusciti ad infilare persino il castello di Lublino, simbolo di quella Pierwsza Rzeczpospolita in cui Polonia e Ucraina del giorno d'oggi hanno coabitato, non senza disparità, in un clima di democrazia nobiliare e tolleranza religiosa per più di due secoli. Originali i tedeschi, che hanno rinchiuso il povero Beethoven. Tuttavia, a dare il meglio sono stati gli ucraini, con uno di quei disegni frutto di tanta, tantissima voglia di Europa.

"Allegria, bontà, generosità: la nostra cultura non morirà mai con queste qualità - ha spiegato Natasha, dalla regione di Luhans'k - l'Ucraina nell'URSS era sinonimo di ricchezza, da noi proveniva la maggior parte del grano e delle materie prime. Oggi siamo finalmente indipendenti e vogliamo portare in Europa la nostra cultura con le nostre differenti confessioni religiose e con i nostri intelletti. Anche con il Dnipro, fiume che unisce e divide al tempo stesso, con Dnipropetrovs'k, e la sua la fabbrica di missili, e con i 180 km di Kryvyj Rih, la città più lunga al mondo".

Unico rappresentante del Belpaese, sono stato inserito nel gruppo misto, incaricato di presentare l'Unione Europea nella sua generalità. Assieme alla collega irlandese e a quella lettone, abili traduttrici rispettivamente in inglese e russo del mio ucraino molto polonizzato, nella valigia UE ho infilato precisi oggetti per dare chiari segnali. In primis, il vessillo UE, a sottolineare la comune idea di Europa che molti tra i giovani, ma pochi nell'opinione pubblica continentale, coltivano e condividono. Le dodici stelle gialle su sfondo blu - medesime tinte dell'Ucraina - sono anche immagine di quelle istituzioni comuni che, piaccia o meno, fanno sentire un europeista convinto come me sempre a casa ogni qualvolta si trova in un'ambasciata di uno dei Paesi membri.

In secondo luogo, monete. L'Europa, purtroppo, è forte solo sul piano economico. Un gigante monetario, ma un nano politico. Succesivamente, dei libri, con un cappello da cerimonia post-laurea, ad indicare la comune cultura e, nel concreto, il progetto erasmus: quel pacifico servizio militare che sta formando la nuova gioventù europea. Coi mattoni rotti ho ricordato il muro di Berlino, barriera che ha diviso popoli fratelli, ma che ancora permane nelle teste di grandissima parte dei nostri cosidetti intellettuali. E che vede la sua replica, oggi, con l'ancora più odioso muro invisibile di Schengen, che separa Bruxelles da un altro popolo fratello, quello ucraino.

Infine, al centro ho disegnato il logo dei campionati europei di calcio del 2012: tre palloni, rispettivamente biancorosso - colori della Polonia - gialloblu - quelli dell'Ucraina - e arancione - la rivoluzione pacifica che ha riunito le due nazioni dopo secoli di odi e sanguinosi conflitti. Polonia ed Ucraina ospiteranno la manifestazione sportiva. E, per qualche giorno, il muro di Schengen sarà violato. Ma non abbattuto per sempre. Per farlo, occorre lo spirito di volontà, sia degli europei che degli ucraini. Una sensazione che sull'Eurobus si respira ogni giorno. E che, determinato, tutto l'equipaggio vuole diffondere e sprigionare sulle rive del Dnipro.

Matteo Cazzulani

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