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sabato 29 maggio 2010

ONDA VERDE A KHARKIV: NO ALL'EUROSTRADA IN MEZZO AL PARCO.




Violenta reazione della polizia contro manifestanti, schierati in difesa del parco cittadino. Una donna gravemente ferita. Due gli arrestati.

Battaglia al Gor'kij Park. Non siamo sul set del celebre thriller di Michael Apted, anno 1983. Ma a Kharkiv, una delle maggiori città ucraine, già capitale nel periodo sovietico, oggi sede della terza università del Paese. Per tutta la notte si sono verificati scontri tra la polizia e cittadini del luogo, decisi ad impedire l'abbattimento di un alto numero di alberi del parco cittadino per la costruzione di una strada. Utile, secondo le istituzioni, al miglioramento delle infrastrutture cittadine in vista dell'europeo di calcio del 2012, di cui Kharkiv ospiterà alcuni incontri.

La protesta, organizzata dalle associazioni ecologiste "Noi, Kharkiviani" e "Pechenihy", è iniziata due settimane fa, quando un centinaio di giovani attivisti si è accampato attorno agli alberi, per evitarne l'abbattimento. Pronta la risposta della polizia locale, intervenuta tempestivamente per permettere il lavoro di buldozer e livellatori, con la minaccia di arrestare chiunque si fosse opposto ai lavori programmati.

I primi a finire in commissariato, lo scorso venerdì, sono stati gli organizzatori dell'azione. Un fatto che ha suscitato lo sdegno di turisti, sportivi e privati cittadini, accorsi sul luogo della protesta in segno di solidarietà.

L'escalation della violenza, nella giornata di martedi. Le forze dell'ordine si sono avvicinate alla tendopoli ed hanno aggredito i manifestanti. Prima, verbalmente. Successivamente, con spintoni. Una donna, Ljubov' Melnyk, è caduta a terra. Poi, è stata ripetutamente calpestata. I medici dell'ospedale, dove è stata ricoverata d'urgenza, le hanno diagnosticato una microfrattura alla spina dorsale che le rende impossibile ogni movimento. Secca la giustificazione della polizia, che ha provveduto a sequestrare i documenti della malcapitata. "E' stato un incidente, la donna è caduta da sé".

Differente la testimonianza della cinquantenne kharkiviana, la quale, forse intimidita, non ha sporto denuncia. "Non ho visto la persona che mi ha aggredito - ha dichiarato alla stampa - ma sono caduta, e ho battuto la spina dorsale. Ora ho un terribile male alla schiena. Non riesco a muovermi". A conferma, le dichiarazioni di altri manifestanti, che hanno spiegato come le incursioni delle forze di polizia continuino con regolarità, ogni mattina, per poi cessare ogni qualvolta sul luogo arrivano le telecamere dei media.

Maniere forti sono state riservate anche ai giornalisti: secondo quanto dichiarato dal corrispondente dell'agenzia di stampa Ukrajins'ki Novyny, Serhij Bobok, i poliziotti lo avrebbero preso a calci, e minacciato i colleghi di simile trattamento qualora non avessero sgombrato l'area.

Parole di apprezzamento all'operato della milicija sono state espresse dal governatore della regione, Mykhajlo Dobkin, del Partija Rehioniv, secondo cui i manifestanti non sarebbero altro che provocatori stipendiati dalle opposizioni per innalzare la tensione politica.

"Sono stati siglati tutti i permessi necessari, compresi quelli riguardanti l'equilibrio ecologico dell'area - ha dichiarato con una nota - i responsabili degli incidenti sono unicamente i cosidetti attivisti-ecologisti, hooligans spalleggiati dai giornalisti militanti accorsi in loco. Noi sosteniamo le forze dell'ordine ed il loro operato, e le esortiamo a continuare nel mantenere la legalità in maniera ferma e risoluta".

Cio nonostante, i manifestanti non si arrendono. Legati agli alberi, ricordano la natura apartitica delle loro organizzazioni, nonché il forte consenso inaspettatamente riscosso dalla popolazione, e si dichiarano pronti a continuare ad oltranza la protesta. Almeno fino a quando i piani di parziale distruzione del Parco Gor'kij non saranno rivisti, e le cariche delle forze dell'ordine non saranno definitivamente terminate.

Matteo Cazzulani

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