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venerdì 7 maggio 2010

L'UCRAINA ENTRA IN EUROPA. COL GAS.

Finalmente, la tanto attesa decisione è arrivata. Kyiv sarà parte dell'Europa, e si ricongiungerà con la cultura continentale a cui, per storia e cultura, appartiene. Peccato che tutto ciò interessi solamente l'ambito che più conta presso le cancellerie occidentali, quello del gas.

Nella giornata di giovedi, 6 maggio 2010, il segretario di Eurogaz, Jean Marie Devos, ha proposto al ministro dell'energia ucraino, Jurij Bojko, l'ingresso di Naftohaz nell'associazione che raccoglie le principali compagnie del settore energenico del Vecchio Continente, tra cui le francesi Total e Suez-Gaz de France, l'italiana ENI, la spagnola Centrica, la russa Gazprom, la polacca PGNiG e la tedesca E.ON Ruhrgaz. "Naftohaz - ha dichiarato Devos - può diventare membro associato a brevissimo. Abbiamo già provveduto alla preparazione degli appositi documenti statutari".

Soddisfazione è stata espressa dai principali esperti del settore, tra cui il capo del cartello Nuova energia dell'Ucraina, Valerij Borovyk, che ha sottolineato come finalmente l'Europa si sia accorta del pericolo derivante dalla possibile fusione delle compagnie monopoliste ucraina e russa, attivandosi per contrastare l'operazione. In particolare, l'esperto ha evidenziato l'importanza dell'aspetto cronologico, dal momento in cui l'apertura di Eurogas è arrivata a pochi giorni dalla proposta di unione tra Naftohaz e Gazprom, avanzata dal primo ministro della Federazione Russa in persona, Vladimir Putin.

"E' iniziata la guerra per il controllo di Naftohaz - ha dichiarato Borovyk - l'invito europeo è un fatto estremamente positivo: qualora entrassimo in Eurogas, anche solo come membro associato, in ambito energetico potremmo agire secondo le regole UE. Cio significherebbe trasparenza, stabilità e strategia di sviluppo. Ma, sopratutto, la Commissione Europea si occuperebbe del controllo della compravendita del gas, sia sul mercato interno che esterno del nostro Paese. Con gli altri Stati dell'Unione tale sistema funziona ottimamente. Anche per Kyiv sarebbe utile".

Tuttavia, sulla fattibilità dell'integrazione l'esperto si è detto perplesso, in quanto la nuova verticale del potere Janukovych-Azarov è orientata ad accettare la proposta del Cremlino e a concludere al più presto l'operazione, de facto sancendo la fine dell'Indipendenza energetica, e quindi anche politica, dell'Ucraina.

"Sono abbastanza scettico. Nell'apparato di controllo di Naftohaz, Janukovych ha nominato oligarchi e lobbisti con noti interessi con i loro colleghi, amici, quando non parenti, in Russia. Essi agiscono così come vuole Mosca, e non come si dovrebbe per il bene del Paese. La fusione tra i due colossi sarebbe una grande sciocchezza, dal momento in cui, stando ai valori dell'ultima capitalizzazione, nel nuovo soggetto Gazprom manterrà il 94%, e Naftohaz solo il 6".

Una percezione confermata pochi giorni più tardi. Domenica, 8 maggio, il Capo dello Stato ucraino si è recato in visita urgente a Mosca per rinsaldare la cooperazione con Mosca nell'ambito della CSI, comunità che riunisce gli ex paesi dell'URSS. Dall'incontro, a cui ha partecipato anche il ditattore bielorusso, Aljaksandar Lukashenka, è emerso che i futuri piani tra i tre Stati riguarderanno prevalentemente il settore energetico.

"Invito ufficialmente, e saluto, il nuovo arrivato nella Comunità, Viktor Janukovych - ha dichiarato il presidente della Federazione Russia, Dmitrij Medvedev - La stretta collaborazione che oggi lega Mosca e Minsk sarà l'esempio che seguiremo per sviluppare l'asse con Kyiv".

Matteo Cazzulani

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