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E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.

giovedì 6 maggio 2010

TRENI SOVIETICI, NAVI RUSSE, AEREI PATRIOTTICI E BUS EUROPEI



Non solo una straordinaria letteratura europea, una cucina di tutto rispetto, e campioni di box, calcio e pallacanestro. L’Ucraina ha anche un sistema di trasporti davvero diversificato. E persino gli spostamenti interni, non solo la politica, sono queastione di scelte. Trasporti e politica, già. Due tematiche apparentemente lontane, ma che proprio in questi giorni vivono in stretta sintonia.

C’è chi viaggia in treno. Mezzo non troppo comodo, nemmeno veloce, ma rispettoso dell’ambiente ed abbastanza accessibile per le tasche di un ucraino medio. Lo useranno gli alti rappresentanti delle istituzioni del Paese, forse con la presenza del presidente Janukovych, tra qualche giorno, il 9 maggio. Invitati alle celebrazioni del Giorno della Vittoria in Piazza Rossa, a Mosca, assieme ad esponenti della Bielorussia del dittatore Lukashenka, si recheranno nella ex capitale dell’impero sovietico: una cerimonia ufficiale, volta a rinsaldare la "storica fratellanza" tra tre repubbliche sorelle. Appunto, Ucraina, Russia e Bielorussia. Una presunta parentela che, lecito sottolineare, non piace a quella metà del Paese che alle scorse presidenziali non ha votato per l’esponente del Partija Rehioniv, ed oggi vive con terrore l’operato del governo ucrainofobo da lui insediato, che mette a repentaglio l’identità culturale ucraina.

C'è chi viaggia in nave. Il Paese dei Shevchenko (sia il poeta Taras che il calciatore Andrij) possiede svariati chilometri di costa, con qualche isolotto, conteso con la vicina Romania per la sua ricchezza di materie prime. Ha anche una penisola, la Crimea, che gode di un’ampia autonomia e che la Russia rivendica come suo possedimento, in quanto essa, negli anni’50, fu ceduta alla Repubblica Sovietica di Ucraina dall’allora presidente URSS, Nikita Khrushchev. Tuttavia, al largo di questa terra, in acque ucraine, incrociano ancora indisturbate imbarcazioni armate battenti bandiera russa. E nel porto di Sebastopoli, città principale assieme alla capitale Simferopoli, stanziano le unità navali della marina militare del Cremlino, rimasta in loco dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Anche questa apparente anomalia è risultato della politica filorussa della verticale del potere Janukovych-Azarov, che, in cambio di un insignificante sconto sul prezzo del gas, ha concesso ai soldati russi di restare in Ucraina fino al 2042: venticinque anni in più rispetto a quanto stabilito da precedenti accordi. Un’eternità, che mina l’indipendenza militare del Paese.

C'è poi chi viaggia in aereo. In un Paese esteso più della Francia, i voli interni sono spesso necessari. E’ questo il mezzo che sta portando la leader dell’Opposizione Democratica, Julija Tymoshenko, nelle principali località ucraine. Un tour di incontri con popolazione, simpatizzanti e sostenitori in vista della grande manifestazione indetta per il prossimo 11 maggio, a Kyiv, presso la Rada, per protestare contro la condotta di presidente e primo ministro contraria agli interessi nazionali. Un atteggiamento confermato dall'ultima trovata: l’unificazione dei monopolisti del gas russo e ucraino, Gazprom e Naftohaz. Una furba proposta di Putin per prendere il possesso delle infrastrutture energetiche di Kyiv, anticamera del controllo economico, e quindi politico. La Lady di Ferro ucraina è determinata a rovesciare la verticale del potere prima che questo disegno sia approvato, chiamando a raccolta quel Popolo del Majdan che già durante la rivoluzione arancione è sceso in piazza per un’Ucraina giusta, democratica ed europea. Forse, sarà l’aereo della Tymoshenko a convicere molte persone che hanno l’Ucraina – e non la Russia – nel cuore e a garantire l’Indipendenza politica ed energetica del Paese.

Infine, c’è chi viaggia in autobus. Come i 20 ragazzi del progetto Jevroavtobus, missione diplomatica, organizzata e finanziata dai governi tedesco, polacco e dall'Unione Europea, alla quale partecipo come rappresentante dell'Italia, unico dall'Europa mediterranea. Un tour di circa un mese che, così come Julija, porterà giovani diplomatici europei in giro per il Paese su cui scrivo pezzi e libri. Si inizia con una tre giorni preparatoria a Varsavia, poi via in Ucraina a bordo del mezzo a quattroruote per tenere conferenze, dibattiti, happening e meeting di ogni sorta, persino partite di calcetto, con lo scopo di polpolarizzare l'Europa sulle rive del Dnipro. La missione, eccetto la tappa conclusiva di Kyiv, non interesserà le grandi città, bensì piccoli centri di campagna, concordemente con lo spirito del progetto: presentare il nostro continente sopratutto a quegli ucraini che non hanno facile accesso ai mezzi di informazione e comunicazione. E dimostrare loro che, a differenza del pessimo esempio dato dai politici di casa nostra, che sembrano aver dimenticato l'Ucraina e la sua legittima voglia di occidente, Bruxelles e Kyiv sono davvero molto vicine.

Matteo Cazzulani

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