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lunedì 3 maggio 2010

IN CATENE. CONTRO PRESSIONI E CENSURA


Azione dimostrativa dei giornalisti leopoliensi in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa. Turchynov: "Diffondete, e difendete, la verità".

Non solo l'Indipendenza della nazione, che un governo imbarazzante sta lentamente svendendo al vicino russo. Nell'Ucraina di Janukovych ad essere in pericolo è anche l'attività dei giornalisti, categoria fastidiosa per ogni autocrate che si rispetti. Per questo, lunedì, 3 maggio, una sessantina di cronisti dell'"Ekspres" si sono incatenati all'ultimo vagone del treno Budapest-Mosca.

"Dove andiamo?" è il nome dell'azione dimostrativa organizzata in occasione della giornata internazionale della libertà di stampa per richiedere alla Procuratura Generale l'avvio di un'inchiesta sulle pressioni delle autorità locali ai danni della testata leopoliense, in nome dell'articolo 171 del Codice Penale, e l'adozione tutte le misure necessarie per rimuovere le minacce ai danni di quei colleghi che, a causa di inchieste ed articoli scomodi da loro redatti, mettono a repentaglio la libertà propria e dei loro familiari.

Simile iniziativa era già stata organizzata in due occasioni per protestare contro un'indagine sollevata dalla medesima procura circa l'attività del capo redattore dell'"Ekspres", Ihor Pochynok, reo di aver pubblicato un'inchiesta scottante sulla corruzione di certi magistrati. I giornalisti si sono limitati a presenzuare sui binari, senza bloccare il convoglio, ripartito in orario.

"Molti viaggiatori di nazionalità russa ci hanno chiesto materiale informativo - ha spiegato Pochynok - ed hanno solidarizzato con noi. Altri temevano il blocco della corsa, ed erano ostili. Ma quando abbiamo assicurato che non avremmo leso il loro diritto di arrivare in tempo a destinazione, si sono calmati, ed hanno ascoltato le nostre ragioni".

I Giornalisti della testata leopoliense assicurano che quella delle manette sul Budapest-Mosca sarà l'ultima azione puramente dimostrativa, e promettono di avvalersi di altri metodi, compreso quelli legali, per rompere quel muro di indifferenza con cui sono accolti dalle autorità, sopratutto da quando alla presidenza siede Viktor Janukovych. "E' stata l'ultima dimostrazione concreta. D'ora in poi saremo maggiormente radicali" ha dichiarato Bohdan Kufryk, della redazione.

Dopotutto, il Capo dello Stato ucraino un'incontro ai giornalisti dell'"Ekspres" lo aveva promesso, fissandolo in occasione della sua visita di lavoro a Leopoli per la nomina ufficiale del presidente della regione, Vasyl' Horbal'. Tuttavia, impaurito dinnanzi alle forti - ma pur sempre pacifiche - proteste contro la deriva filorussa ed ucrainofoba intrapresa dal governo da lui insediato, Janukovych cancellò all'ultimo l'impegno, e, con esso, tutti gli appuntamenti cittadini.

Unica alleata dei cronisti leopoliensi, l'Opposizione Democratica. Il segretario del Blocco Tymoshenko, Oleksandr Turchynov, ha sottolineato l'importanza della giornata internazionale della libertà di stampa in quanto celebrativa di uno dei valori cardine della democrazia, invitando i giornalisti di ogni dove e di qualsiasi ambito a non sacrificare la propria professionalità e a ribellarsi ad ogni forma di censura.

"Oggi [3 maggio, n.d.a.] è il giorno della libertà di Stampa - ha dichiarato in una nota il braccio destro di Julija Tymoshenko - che io ribattezzerei Giornata della Verità. Comunicarla è fondamentale, sempre e comunque. Ogni ora, ogni minuto, ogni secondo. Per questo, rivolgo i miei auguri ai giornalisti, invitandoli a continuare nella loro battaglia quotidiana per la corretta informazione contro ogni forma di censura governativa che, così come prima della rivoluzione arancione, in Ucraina può ritornare ed intralciare la diffusione della verità. Ancora oggi. Bisogna sempre stare all'allerta. Ma la luce vincerà".

Matteo Cazzulani

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