Attenzione / Attention / Uwaga / Увага

E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.

venerdì 28 maggio 2010

KYIV E LEOPOLI: RATIO E SPIRITUS DELL'UCRAINA




Dal centro politico al cuore culturale del Paese. Dopo circa un mese di missione per le campagne dell'Ucraina, dove l'accesso ad internet è un lusso che in pochissimi si possono permettere, la tappa nelle due città più importanti è d'obbligo non solo per abbracciare cari amici, ma anche per fare il punto della situazione politica.

Kyiv è la solita capitale, affascinante, che non tradisce mai. Tutta un'altra musica rispetto a Varsavia, da dove è iniziato il viaggio dell'Eurobus: non c'è la cupa atmosfera del post-tragedia di Smolensk, né la gioiosa parata Schumann. Bensì, un solenne ricevimento presso la sede della Rappresentanza UE in Ucraina, con tanto di presenza di Console e stampa, per trarre le conclusioni del progetto. Le istituzioni esprimono parole di elogio ed illustrano i vari progetti che Bruxelles finora ha attuato e che ha in cantiere. Purtroppo, nulla di concreto da consentire un più rapido ingresso di Kyiv in Europa, ad oggi previsto non prima del prossimo sbarco dell'uomo sulla Luna.

Ciò nonostante, l'entusiasta José Manuel Pinto Teisera dimostra soddisfazione per l'interesse che giovani comunitari nutrono nei confronti dell'Ucraina, e spiega come per il futuro siano necessarie numerose iniziative simili a quella dell'autobus itinerante per paesini di campagna e periferie. "Non uno - ha dichiarato il Console, dopo avwer appreso che il problema più serio è l'assenza di accesso ad internet e di conoscenza della lingua inglese - mille di questi progetti devono essere ripetuti ogni anno. Bisogna rafforzare la cooperazione tra giovani ancora divisi da troppe barriere burocratiche, linguistiche e tecnologiche".

Rispetto all'ultima visita, diverso è anche il Majdan. Non c'è più la neve, né i tavolini elettorali del Blocco Tymoshenko. Nel Parco Maryjns'kyj sono sparite le tende dei blu di Janukovych: pensionati e giovanotti sfaccendati, assoldati dal Partija Rehioniv per sostenere il presidente. L'unica struttura, dinnanzi alla Rada, è un complesso di Gazebo adibito a chiesa. Lo ha installato la comunità di fedeli della oblast' di Ternopil' per ricordare ai deputati che in loco, a pochi metri di distanza, molto tempo prima sorgeva una chiesa, abbattuta dai comunisti per lasciare spazio al monumento al Generale Vatunyn, eroe dell'Unione Sovietica. "Non pretendiamo che venga ricostruita - spiega Nadezhda, cinquantenne partecipante della protesta - ma che ne sia ricordata la presenza. Anche solo con una targa".

Martedì, 18 maggio, prima che i fedeli ternopoliensi si installassero, la piazza è stata teatro di una vittoria politica Comitato per la Difesa dell'Ucraina: una manifestazione contro la permanenza della flotta russa del Mar Nero in Crimea fino al 2042, e la fusione tra i colossi energetici ucraino e russo, Naftohaz e Gazprom, che avrebbe dovuto essere firmata il giorno stesso, a Kyiv, dai due presidenti, Janukovych e Medvedev. 2 mila gli oppositori. Non molto, ma abbastanza per lanciare un forte segnale di disapprovazione, al punto che la temuta ratifica non ha avuto luogo.

A spiegare l'accaduto è Taras, giovane militante della sede locale di Bat'kivshchyna, il partito di Julija Tymoshenko, anima dell'Opposizione Democratica. Il suo è anche un appello forte e sincero, ben più concreto di quanto udito alla sede UE, indirizzato a chi di professione fa il cronista free-lance e scrive con l'Ucraina nel cuore. "Continuate a darci una mano, almeno voi. Scrivete, spiegate che il nostro è un problema per tutta l'Europa. Se l'Ucraina perde la propria indipendenza, a risentirne sarà tutto il continente. Bruxelles non può lasciarci soli. Abbiamo bisogno dell'Europa, per il progresso della nostra nazione".

E' con questa analisi, molto razionale, che Kyiv vive il tormentato momento politico attuale. In cui, tralaltro, il governo è a un passo dall'eliminare lo status dell'ucraino come lingua dell'amministrazione, a favore del russo. Un disegno anticostituzionale, ed antipatriottico, del ministro della cultura, Dmytro Tabachnyk, che malgrado non sia stato ancora approvato ha già provocato i primi effetti: nelle librerie del centro della capitale, trovare cartine geografiche e manuali di storia, letteratura e politica nella lingua di Shevchenko - Taras, il poeta nazionale - è pressoché impossibile. A differenza di solo qualche mese prima, domina l'idioma di Pushkin.

Antemurale dell'ucrainicità sembra essere solo Leopoli, fiera capitale della Galizia, culla della cultura, della lingua e dell'orgoglio nazionale. Il 25 maggio, una saggia decisione del Consiglio Comunale ha stabilito che anziché "Grande Guerra Patriottica" - voluto dai russi e finora in vigore nel Paese - il termine "Seconda Guerra Mondiale" è il più adatto ad indicare il sanguinoso conflitto che dal 1939 al 1945 ha insanguinato l'Europa. E Leopoli in particolare, sconvolta non solo dai rastrellamenti dei nazisti, ma anche dalla barbarie comunista.

Leopoli è un vero e proprio cuore che, in quanto tale, vive la politica con forte emozione e profonda partecipazione. Così, nella giornata di giovedi, 27 maggio, la cittadinanza è in subbuglio per l'arrivo del presidente Janukovych in occasione nel congresso del suo partito, organizzato presso la sede del Politecnico. Già da tempo, il capo dello Stato avrebbe dovuto presenziare in città, ma per ben due occasioni ha rinunciato all'ultimo momento, timoroso del contatto con una popolazione a lui politicamente avversa. Contrarietà all'operato della maggioranza è stato espresso da circa 300 dimostranti, riuniti sotto le bandiere delle forze politiche di opposizione Svoboda, Za Ukrajinu e dell' Ukrajins'ka Respublikans'ka Partija (URP).

"Vergogna", "Prendi le valigie, e in treno fino a Mosca", "Janukovych governatore della Piccola Russia" [com'era definita l'Ucraina sotto l'impero zarista, n.d.a.] questi gli slogan dei manifestanti, separati da un cordone di polizia dai supporters del Partija Rehioniv, poco più di un centinaio. Persino il meteo dice la sua: l'arrivo dei principali esponenti politici, da Serhij Tihipko a Hanna Herman, fino a Volodymyr Lytvyn - lo speaker della Rada, alleato di governo - è accompagnato da fortissimi scrosci di pioggia. Il più forte, per ironia, proprio quando arriva Janukovych, a bordo della lussuosa auto presidenziale.

Le promesse di rivedere le pensioni dei galiziani, e di ritornare per inaugurare lo stadio in cui si disputeranno gli europei del 2012, non sono bastate a placare la protesta. Alle vane parole, e al pallone, la maggior parte dei leopoliensi preferisce i libri, la cultura e la propria vocazione turistica, che l'amministrazione comunale ha sviluppato con successo negli ultimi anni. "Temiamo la svendita degli interessi nazionali - dichiara Mykola Oleksijevych, dell'URP - L'viv [Leopoli, n.d.a.] ha le idee chiare. L'Ucraina non è Mosca, ma parte dell'Europa".

Infine, sia consentita una piccola digressione. Poco giornalistica, ma necessaria. Quanto composto dal sottoscritto è A TITOLO PERSONALE, tanto è che i pezzi sono corredati dalla firma. Una delle corrispondenze è stata tradotta - in russo - sfalsata, e pubblicata da persone intenzionate a discreditare il progetto dell'Eurobus, che ha un suo sito e un suo servizio di informazione che NON è questo blog. Questi simpatici amici, che non si sono firmati, non sono nuovi a tale trovate: già hanno riempito di insulti la casella di posta elettronica dell'appello rivolto alle autorità italiane affinché Roma riconosca l'Holodomor come genocidio.
Felicemente, in Unione Europea esiste la libertà di stampa. Il giornalista, anche i free-lance, osservano, registrano, comunicano con la popolazione. E scrivono. Possono avere opinioni personali, ma nessuno ha il diritto di sfalsare il loro messaggio - specie se maturato da diretta documentazione - nè, tantomeno, di censurarli. Chi cerca di fare ciò è innanzitutto disonesto e scorretto. Nonchè, per nulla rappresentativo degli ucraini: popolo europeo, che per la libertà di espressione si è battuto a più riprese.
L'operato di chi ha cercato, e cerca di continuo, di discreditare lodevoli progetti per rafforzare la vicinanza tra Kyiv e Bruxelles è un insulto a persone di diversa nazionalità che, onestamente, lavorano con l'Ucraina nel cuore, e che considerano la Libertà di Stampa un valore cardine della propria vita. L'Ucraina vera sono tutte le persone, le amministrazioni comunali e gli amici che hanno accolto in maniera eccellente, e a cuore aperto, i giovani europei, che mai si sono trovati a disagio - a parte per l'assenza di internet e per le scomode toilette. E non chi non conosce, e, quindi, non rispetta, la libera espressione.

Khaj Zhyve Nezalezhna Derzhava! Slava Ukrajini.

Matteo Cazzulani

Nessun commento:

Posta un commento