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martedì 1 giugno 2010

JANUKOVYCH PARLA CHIARO: NIENTE NATO, MENO EUROPA E PIU RUSSIA.


La riunione del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale ha elaborato le linee guida della politica interna ed estera del Paese per il prossimo anno. L'opposizione alla verifica interna.

Pochi, ma buoni. Lo spirito con cui si è svolta la conta dei deputati del Blocco Tymoshenko in parlamento è il medesimo di una squadra di calcio durante il mercato di riparazione di metà stagione: riorganizzare l'organico, motivarlo, ed eliminare i rami secchi, in vista delle difficili battaglie da combattere nell'imminente.

Alla fine, solo 130 deputati hanno confermato la loro presenza nel principale gruppo parlamentare di opposizione. Gli altri 26 non hanno scelto, oppure sono passati tra le file della maggioranza. Come Andrij Verevs'kij, Oleksandr Shepeljev e Jurij Hrymchak, noto per avere acceso il primo dei fumogeni che hanno colorato la surreale seduta della Rada dello scorso 27 aprile, quando in Parlamento sono volate le uova.

"Il termine scade nel pomeriggio - ha dichiarato in aula martedì, 1 giugno, il capogruppo del BJuT, Ivan Kyrylenko - Alle ore 10 si sono registrati in 130 su 156 eletti nel 2007. Chi non ha compiuto alcuna scelta, sarà considerato fuori dal gruppo".

Nella politica ucraina, la verifica interna è una prassi frequente, necessaria per monitorare lo stato di salute di una forza politica. In questo caso, è stata Julija Tymoshenko in persona a volere tale procedura per verificare la disponibilità dei suoi parlamentari a lavorare in maniera seria ed onesta, e contare su una squadra totalmente affidabile, seppur numericamente inferiore rispetto alla precedente.

"La verifica - ha spiegato alla stampa la Lady di Ferro ucraina lo scorso venerdì, durante la sua visita a Sumy - richiama,semplicemente, tutti i deputati a confermare per iscritto la loro appartenenza al gruppo. E a dichiarare, per quanto ci riguarda, la totale disponibilità a lavorare all'opposizione. Ritengo che questa operazione di pulizia sia fondamentale per la nostra squadra, nella quale resta solo chi crede e ha voglia di lottare per un'Ucraina giusta, democratica ed europea".

Nel frattempo, la maggioranza ha definito le linee guida generali per il prossimo anno. In politica estera, partecipazione al sistema di sicurezza regionale, promosso dalla politica di buon vicinato di Bruxelles, e partnership strategica con Russia e altri Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti. Tuttavia, nessun accenno all'integrazione nella NATO, su cui il Partija Rehioniv aveva promesso un referendum. In ambito interno, garanzie sul rispetto della Costituzione, sviluppo della società civile, tutela delle realtà regionali e delle minoranze nazionali, sopratutto quella russa, stabilità politica e sociale, incentivi a pensionati e grande industria, utilizzo della lingua russa in alcuni uffici pubblici.

Il testo, redatto in occasione della riunione del Comitato per la Sicurezza e la Difesa Nazionale, alla quale, tra gli altri, hanno partecipato il presidente, Viktor Janukovych, il premier, Mykola Azarov, ed i titolari dei dicasteri più importanti, sarà esaminato e ratificato dalla Rada nei prossimi giorni.

Scettica la reazione delle opposizioni. Con un comunicato, il Blocco Tymoshenko, principale forza nel contratare l'operato della verticale del potere Janukovych-Azarov, ha sottolineato la gravità derivante dalla rinuncia ad ogni forma di integrazione euroatlantica, dalla mancata tutela dell'unità nazionale e dei confini dello Stato, e dall'assenza di un richiamo alla difesa degli interessi nazionali.

"In cento giorni - si legge nella nota - il presidente ha permesso all'esercito russo di restare in territorio ucraino fino al 2042, ha programmato la cessione di Naftohaz [monopolista ucraino del gas, n.d.a.] a Mosca, e ha intrapreso pericolose misure per limitare l'utilizzo e la diffusione di lingua, storia e cultura ucraina. Ci batteremo, in parlamento e in piazza, per il bene del Paese, e non degli oligarchi che finanziano la maggioranza".

Duro anche il commento di Arsenij Jacenjuk, leader del Front Zmin, altra forza politica di opposizione, ex candidato alla presidenza alle scorse elezioni di gennaio. "Il presidente - ha dichiarato sul 5 Kanal - ha compiuto una virata ad u in politica estera. L'Europa, e con essa il progresso, è ora più lontana".

Matteo Cazzulani

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