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mercoledì 15 luglio 2009

DUE RIGHE SULL’OMICIDIO DI NATALIA ESTEMIROVA

Scrivo di getto queste due righe su quanto ho saputo pochi minuti fa. Natalia Estemirova, attivista dei Diritti Umani nella Russia di Putin, è stata trovata morta a Nazran, in Inguscezia. Alle 17:20 è stato trovato il suo cadavere con due fori sulla testa, come riportato dall’agenzia russa ITAR-TASS, che indicano chiaramente come la donna sia stata vittima di una vera e propria esecuzione.

Memorial, l’organizzazione attiva per la conservazione della memoria e per la tutela dei diritti umani per cui la Estemirova lavorava, ha riferito che la donna è stata precedentemente rapita a Groznyj, capitale della Cecenia: quattro uomini l’hanno prelevata e costretta a salire su una macchina. Poi, la notizia del suo ritrovamento. Esanime.

Come altre personalità di coraggio, la Estemirova osava scrivere ciò che il Cremlino non vuole sentire circa le continue violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito di Mosca nei teatri di guerra del Caucaso. Di recente stava lavorando sulla raccolta di materiali e prove circa un’”esecuzione arbitraria che ha irritato le autorità filorusse” (come riportato dal Corriere della Sera). Insomma, un “caso estremamente sensibile” circa la violazione dei diritti umani in Cecenia da parte dei russi. Roba scottante, per cui all’ombra del Cremlino si paga con la vita. Come Anna Politkovskaja e molti altri.

Una coincidenza: Natalia ha ricevuto a Londra il premio Anna Politkovskaja, riservato a quelle donne che si distinguono per il loro coraggio nei teatri di guerra. Durante quella cerimonia, auspicò un maggiore interesse del mondo occidentale, purtroppo mentalmente pigro ed assopito, dinnanzi alla questione caucasica. Pronunciò le seguenti parole: “La Cecenia è parte dell’Europa. Non potete dimenticarci”.

Sarà dura farlo capire a chi al Parlamento Europeo crede ancora che l’Europa termini a Berlino. E sarà ancora più difficile sperare che governi come quello tedesco e quello italiano trovino il coraggio di condannare l’ennesimo omicidio politico ordinato dal Cremlino. Il gas è troppo importante. Anche dinnanzi alla moria di giornalisti in Russia.

Matteo Cazzulani

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