Per la gioia di Mosca, gli abitanti della Transcarpazia hanno fissato per il 1 dicembre la proclamazione di indipendenza. Il loro leader paragona la situazione a quella dell’ Ossezia del sud e dell’ Abchazja
I problemi dell’Ucraina non si limitano a Crimea e parte orientale del Paese (abitata da circa 10000000 di persone di etnia russa), ma anche le regioni occidentali costituiscono un problema per Kyiv. La regione della Transcarpazia (città principale Užgorog) consiste in 20000 km quadrati di terreno montagnoso, popolato da 1400000 abitanti. Per secoli appartenne all’ Austria-Ungheria, per passare negli anni ’20 alla Cecoslovacchia, poi all’ Ungheria, ed infine, dopo la seconda guerra mondiale, all’ Unione Sovietica.
– Non vogliamo l’ indipendenza, vogliamo una federazione. – sostiene il sacerdote Dmitrij Sidor della chiesa ortodossa (filorussa) ucraina, leader dei separatisti. – Ma poiché Kyiv non ci ascolta, il primo dicembre dichiareremo l’ indipendenza – ha aggiunto.
Lo status richiesto di repubblica autonoma ricorda quello gia ottenuto sotto la Cecoslovacchia col trattato di Monaco dell’ autunno 1938. Con l’arrivo dei nazisti a Praga, la regione si dichiarò Repubblica indipendente Transcarpatica Ucraina. Dopo una parentesi sotto Budapest, diventò parte della Repubblica Sovietica Ucraina, inglobata nell’URSS.
Secondo gli esperti, cruciale è la questione etnica sull’esistenza o meno del popolo russino (abitante la Transcarpazia), una discussione, sul tappeto da più di cento anni, incentrata sulla maggiore vicinanza all’elemento russo o a quello ucraino. Dai tempi della dominazione cecoslovacca, è prevalso l’ultimo indirizzo di pensiero.
Altra questione riguarda la consistenza numerica dei russini: 10000 secondo il censimento ufficiale del 2001, 800000 secondo i separatisti.
La notizia della dichiarazione di indipendenza della Transcarpazia non è stata accolta serenamente da Kyiv. I vertici del Blocco Julija Tymoshenko ( BJT, il partito di governo) si è appellato alla procuratura per risolvere la questione. Dmitrij Sidor è stato accusato di “azioni lesive l’integrità territoriale ucraina”.
Mosca strumentalmente appoggia il moto di indipendenza, pronta a sposare la questione transcarpatica per indebolire la già lacerata coalizione arancione, liberale e filoeuropea, e per estendere la propria influenza su Kyiv, sebbene (stando ad un recente sondaggio) la maggioranza degli ucraini ambisca ancora all’ ingresso nella NATO e nell’ UE.
– Chi può, dalla Transcarpazia fugge in Repubblica Ceca, in Slovacchia o in Ungheria, attratto dalle possibilità offerte dall’Unione Europea – spiega Mikola Musinka, etnologo slovacco redattore della rivista praghese Ukrajinski Žurnal (“Rivista Ucraina”). Secondo la sua opinione, in caso di referendum sull’ indipendenza della Transcarpazia la maggioranza schiacciante della popolazione locale voterebbe a favore. Similmente a quanto accaduto nel 1991, quando il 78% approvò l’autonomia amministrativa territoriale tramite un referendum mai riconosciuto dal governo centrale.
Dinnanzi ai giornalisti, Dmitrij Sidora mette in guardia Kyiv – Consiglio al governo di ricordarsi quanto di recente accaduto in Ossezia del sud ed Abchazja: regioni perdute definitivamente da Tbilisi per non aver ascoltato la richiesta di autonomia –
Un monito sinistro che, dinnanzi alla rinata aggressività di Mosca – che gongola dinnanzi a tale situazione – rischia di rivelarsi quantomai premonitore.
Matteo Cazzulani
Attenzione / Attention / Uwaga / Увага
E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.
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