“La Russia non ha inviato a Kyiv alcuna proposta ufficiale circa la costituzione di una commissione internazionale incaricata di monitorare il transito del gas russo diretto ai Paesi UE attraverso il territorio ucraino” ha dichiarato sabato 10 gennaio Kostjantyn Eliseev, viceministro degli Esteri del governo Tymošenko.
Eliseev ha dichiarato che l’Ucraina ha conosciuto il contenuto del progetto russo esclusivamente da informazioni non ufficiali, ed ha aggiunto che “le condizioni in esso contenute testimoniano la volontà di Mosca di controllare il sistema ucraino di trasporto del gas”.
In particolare, il diplomatico si riferisce alla “sottomissione dei gasdotti ucraini al costante monitoraggio da parte di Gazprom, e alla consegna ai russi del pieno controllo sul sistema di transito del gas ucraino: de facto, la piena appropriazione da parte di Mosca”.
Eliseev ha anche sottolineato come l’Ucraina sia “pronta a collaborare con Mosca e Bruxelles per la creazione della commissione internazionale”, non potendo però accettare le proposte russe su tale argomento.
La Russia ha posto la creazione di una commissione internazionale incaricata di monitorare il transito del gas attraverso il territorio ucraino come condizione indispensabile per la ripresa delle erogazioni di carburante ai paesi UE.
Mosca ha preteso che questa commissione fosse composta non solo da personale tecnico e da rappresentanti russi di Gazprom, ucraini di Naftogaz e della Commissione Europea, ma anche di circa 12 consorzi energetici europei produttori, conduttori, importatori ed esportatori di gas. Tra essi, ovviamente nessun ente polacco né dei Paesi baltici, bensì aziende tedesche, italiane, francesi, slovacche, rumene, moldave, bulgare e greche di cui Gazprom possiede quote di partecipazione o coi quali il colosso monopolista russo ha fortissimi legami.
I russi hanno anche richiesto con forza l’inserimento tra le competenze della commissione – oltre al controllo sul transito di carburante in Ucraina – del monitoraggio dello stato tecnico dell’intero sistema di conduzione, incluse le riserve sotterranee di gas, e del libero accesso alle documentazioni senza bisogno dell’autorizzazione di Kyiv.
Nonostante una pace apparente sia stata in queste ore raggiunta grazie all’impegno del presidente di turno UE, il ceco Mirek Topolánek, e Gazprom abbia ripristinato l’invio di gas all’Europa tramite il territorio ucraino, tale disegno da parte di Mosca certifica una reale continuazione di una crisi ben lungi dall’essere definitivamente superata.
Matteo Cazzulani
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