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mercoledì 24 febbraio 2010

UCRAINA: DIETRO L'INSEDIAMENTO DI JANUKOVYCH, ECCO L'INCIUCIO CON JUSHCHENKO

Un documento pubblicato dalla Ukrajins'ka Pravda - sito di informazione fondato dal buon Girija Gongadze - certifica le voci di una coalizione di governo tra il partito di Janukovych e quello di Jushchenko, che ancora una volta si accorda con l'ex-rivale.

C'erano tutti (o quasi) presso la sala del parlamento: il secondo presidente dell'Ucraina indipendente Leonid Kuchma - ma non il primo, Kravchuk - delegazioni da più di cento Paesi, il partriarca della chiesa ortodossa di Mosca Kyryl, il Presidente della Federazione Russa Dmitrij Medvedev. Janukovych giura solennemente e dal 25 febbraio 2010 è il quarto presidente dell'Ucraina indipendente. Questa volta davvero ufficialmente. Chiusi i ricorsi, le polemiche e gli strascichi elettorali.

"Il Mondo ha riconosciuto che esse [le elezioni, n.d.a.] sono state democratiche, perciò non ci sono dubbi. Abbiamo superato appieno l'esame" ha dichiarato Janukovych appena proclamato presidente, completo blu scuro e cravatta rossa. Ha giurato in una Rada semivuota a causa dell'assenza dei deputati del Blocco Tymoshenko. Ma ha continuanto il suo discorso.

"Viviamo in un Paese senza budget che tuttavia si può risollevare dalla crisi soltanto grazie ad un presidente forte quale intendo essere" ha dichiarato, accennando alla creazione di una nuova maggioranza di governo concorde con il suo orientamento politico. "Il parlamento è il luogo delle discussioni, dell'opposizione, ma nel contempo anche di una forte maggioranza" ha sottolineato.

Tra gli invitati mancava solo il presidente georgiano Mikheil Saakashvili e, come già riportato, la maggior parte dei parlamentari del Blocco Tymoshenko.

Proprio costoro sono stati esclusi anche da un'altra iniziativa politica, questa volta inerente agli assetti della Rada. Nella giornata di mercoledì 24 febbraio i parlamentari del Partija Rehioniv dopo aver presentato una mozione di sfiducia al governo Tymoshenko sono passati ai fatti, distribuendo ai colleghi del gruppo parlamentare di Nasha Ukrajina (il partito del presidente Jushchenko) una vera e propria bozza di statuto per la formazione di una nuova coalizione parlamentare.

Nome della nuova alleanza arancio-blu sarà "Stabilità e Riforme" e, sempre stando al documento, gli scopi principali del nuovo governo sarebbero "lo status di neutralità dell'Ucraina, l'approvazione di norme urgenti contro la crisi economica, lo sviluppo della lingua russa secondo la Carta Europea, partnership strategica con la Russia".

In particolare, nel prologo del documento è riportato che "i rappresentati dei gruppi parlamentari della coalizione sono uniti da un metodo comune per combattere la crisi, raggiungere la stabilità economica, varare fondamentali provvedimenti per la coesione sociale, innalzare l'attività dello Stato, il suo progresso e benessere e il tenore di vita dei cittadini ucraini".

La prima parte dello statuto interessa la politica economica, in cui il Partija Rehioniv propone ai compagni di coalizione "una massiccia modernizzazione della produzione statale per portare l'Ucraina tra le 20 economie più prospere del pianeta". Uno scopo ambizioso che il nuovo governo intenderebbe raggiungere "continuando la privatizzazione dei beni dello stato", con "sgravi fiscali per le medie imprese" e "incentivi negli investiventimenti ed aiuti ai grandi industriali per garantire loro sicurezza economica e guadagni per il bene comune". Facile leggere dietro la voce "grandi industriali" le oligarchie dell'est del Paese.

Dal punto di vista della politica interna, la nuova coalizione si adopererebbe per "la crescita del potere delle amministrazioni locali" ed il "rafforzamento dei poteri del parlamento" rispetto a quelli del presidente, entrambi punti del programma elettorale di Janukovych.

Anche per quanto riguarda la politica estera, il nuovo governo sarebbe debitore in toto dei principi del Partija Rehioniv: limitazione della collaborazione con la NATO "per soli obiettivi comuni"; "politica di neutralità" ma nel contempo "sviluppo della partnership strategica con la Russia e con gli altri Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti" e stipula di una "carta per la collaborazione strategica con gli USA" da concordare con l'amministrazione Obama.

Tale accordo dovrebbe essere ratificato dal Partija Rehioniv, da Nasha Ukrajina e dal Blocco Lytvyn, che stando alle ultime indiscrezioni sarebbe pronto ad abbandonare l'attuale maggioranza con il Blocco Tymoshenko per partecipare al nuovo governo, garantendo allo stesso Volodymyr Lytvyn il mantenimento della poltrona di speaker della Rada.

Se così sarà e la nuova maggioranza prenderà il via, "Stabilità e Riforme" si ascriverà alla storia ucraina come l'ennesimo accordo bipartisan con cui Viktor Jushchenko e il suo partito scendono a patti con gli ex-rivali dei tempi della rivoluzione arancione, de facto tradendo gli ideali di quel popolo del Majdan che ha solo in Julija Tymoshenko il suo coerente rappresentante politico.
Anche dagli scranni dell'opposizione.

Matteo Cazzulani

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