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giovedì 11 febbraio 2010

UCRAINA: RITORNO AMARO PER JULIJA

La maggioranza - oramai disgregata - è stata nuovamente battuta sul progetto di legge per gli aumenti salariali alle fasce a reddito fisso. Si avvicina il varo di una nuova coalizione di governo sotto la regia del neoeletto presidente Janukovych.

Nella giornata di giovedì 11 febbraio Julija Tymoshenko si è presentata in pubblico dopo alcuni giorni di silenzio lontano dalle telecamere e dalle sale stampa. Una comparsa programmata: la Lady di Ferro Ucraina ha compiuto il proprio dovere di primo ministro, presenziando alla votazione del progetto di legge sull'innalzamento delle paghe minime per pensionati, medici ed insegnanti, punto cruciale del suo programma di governo.

Al termine della seduta, in una conferenza stampa una Lady Ju determitata come sempre (ma nel contempo visibilmente amareggiata) ha accusato il Partija Rehioniv di incoerenza e di "pierraggio preelettorale" dal momento in cui il partito del neoeletto presidente ha tolto il proprio appoggio al progetto dopo averlo supportato in prima lettura solo il giorno prima, causandone l'affossamento.

"Hanno espresso solamente due voti a favore. Eppure tale proposta è stata supportata sia da loro [il Partija Rehioniv, n.d.a.] che da noi [il BJuT, n.d.a.] solo ieri" ha affermato sconsolata riferendosi all'atteggiamento degli uomini di Janukovych. "Spero solo che gli ucraini si ricorderanno in futuro di tale atteggiamento" ha continuato la Lady di Ferro ucraina.

Senza l'appoggio del Partija Rehioniv il progetto di legge in questione è stato respinto, avendo ottenuto solamente 203 voti sui 226 necessari. Favorevoli il Blocco Tymoshenko (125 voti), Nasha Ukrajina (il partito del presidente uscente Jushchenko, 31 voti), i comunisti (26), il Blocco di Lytvyn (19) e due parlamentari del Partija Rehioniv.

Questione politica a parte (il progetto in questione sarà nuovvamente esaminato in seconda lettura il prossimo martedi 16 febbraio) nessuna dichiarazione da parte della Tymoshenko sulle recenti elezioni presidenziali, né sul ricorso inoltrato dal suo staff elettorale circa presunti brogli nella regione orientale di Donec'k e Luhans'sk, dove Janukovych ha ottenuto un pieno di voti con un'affluenza altissima.

A parlare è invece il suo braccio destro Oleksandr Turcynov, che comunica come il governo non sia affatto intenzionato a dimettersi.

Il giorno precedente il neoeletto presidente Viktor Janukovych aveva invitato la Tymoshenko "a rinunciare al premierato per permettere la creazione di un nuovo esecutivo in linea con il voto degli ucraini e con il nuovo colore della presidenza". Turcynov ha risposto ricordando che "secondo la costituzione il governo deve dimettersi solamente in caso di scioglimento del parlamento", ed ha aggiunto che "non è intenzione del Blocco Tymoshenko rassegnare le proprie dimissioni, né rinunciare al mantenimento degli impegni presi con gli ucraini nel corso della campagna parlamentare del 2007".

Stando alle indiscerezioni, il Partija Rehioniv starebbe spingendo per creare una nuova coalizione con Nasha Ukrajina, Blocco Lytvyn e comunisti. Tuttavia, mentre la forza politica del presidente uscente Jushchenko - spaccata in due tra chi intende continuare ad onorare l'alleanza di governo con la Tymoshenko e chi invece vorrebbe disfarsene per cercare nuove convergenze - sembra essere possibilista su possibili accordi, gli altri due gruppi parlamentari evitano ogni trattativa.

Tuttavia, è lecito ricordare che il Partija Rehioniv già per due volte negli ultimi mesi è riuscito a trovare una maggioranza parlamentare con le forze sopra citate in due votazioni importanti, quali le dimissioni del ministro dell'interno Jurij Lucenko ed i cambiamenti alla legge elettorale tra il primo ed il secondo turno.

Per questa ragione, la maggur parte degli esperti è convinta che nelle prossime settimane un qualche accordo sarà trovato, e nella Rada presto si avrà una nuova coalizione di governo sotto la guida del Partito delpresidente Janukovych.

Matteo Cazzulani

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