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lunedì 14 giugno 2010

HOLODOMOR NEGATO, JANUKOVYCH FINISCE DAVANTI AL GIUDICE


Condotta anticostituzionale. E' con questa accusa, basata su un preciso articolo della Carta Suprema, che il tribunale Pechers'kyj di Kyiv ha avviato un procedimento giudiziario a carico del presidente Viktor Janukovych, che ufficialmente si ostina a non riconoscere la Grande Fame come genocidio ai danni del popolo ucraino.

Secondo quanto riportato dall'ufficio stampa del Narodnyj Rukh Ukrajiny, successivamente ripreso dalle principali agenzie e confermato dal tribunale interessato, il prossimo 15 giugno il presidente è chiamato a rispondere della condotta tenuta presso il Consiglio d'Europa. Quando, lo scorso 27 aprile, ha definito pubblicamente l'Holodomor come una grande tragedia comune a popoli dell'ex-Unione Sovietica, e ha sollecitato l'aula a votare una risoluzione che ne declassasse lo status. Come sottolineato dall'autore della denuncia, Volodymyr Volosjuk, Janukovych ha infranto la legge "Sull'Holodomor degli anni 1932-1933 in Ucraina", la quale stabilisce che la Grande Fame è stato un genocidio perpetrato ai danni del popolo ucraino, e ne condanna il pubblico negazionismo come atto di vilipendio alle vittime della carestia e al Paese intero.

"La legge - riporta la denuncia - parla chiaro. L'articolo primo stabilisce che l'Holodomor è stato un genocidio ai danni del popolo ucraino. Il secondo condanna il pubblico diniego come offesa alla memoria di vittime e superstiti. Inoltre, una decisione del Tribunale di Appello di Kyiv ha sentenziato che colpevole di tale episodio è stato Stalin, intenzionato ad eliminare fisicamente quelle etnie e nazionalità considerate nemiche dei russi, ed ostacolo alla costruzione del comunismo. Tra esse, figuaravano gli ucraini".

Lecito ricordare che a favore della legge in questione, lo scorso 28 novembre 2006, alla Rada si sono espressi 233 deputati: 118 del Blocco Tymoshenko, 79 di Nasha Ukrajina, 30 socialisti della SPU, 4 indipendenti. Nessun comunista. E solo 2 del Partija Rehioniv, la forza politica di Janukovych e del ministro dell'istruzione Tabachnyk. Il quale, noto per le sue antipatie nei confronti di lingua e cultura ucraine, successivamente all'iniziativa intrapresa dal presidente in ambito internazionale non ha esitato a registrare in parlamento un progetto di legge per rivedere la questione nei manuali di storia in dotazione già dal prossimo anno scolastico.

"L'insegnante - ha dichiarato il ministro alla Komsomolskaja Pravda - è obbligato a realizzare un programma didattico in cui è bene scrivere chiaramente che l'Holodomor è una tragedia comune ad Ucraina, Russia, Bielorussia e Kazakhstan. La più alta concentrazione di morti, il 41%, la si ha avuta nella provincia di Saratov [in Federazione Russa, tra Volgograd e Samara, n.d.a.], e non in Galizia [la regione di Leopoli, n.d.a.]. Gli insegnanti dell'ovest del Paese devono smetterla di plasmare gli studenti con il loro punto di vista".

Parole pesanti. Anche perché, lecito sottolineare, nel circondario di Saratov viveva un altissimo numero di Ucraini, strappati dalla loro terra d'origine nell'ambito della campagna di russificazione e collettivizzazione forzata delle terre attuata dal Cremlino. Inoltre, stando a diverse fonti, a patire il numero più alto di vittime sono state le regioni centro-occidentali del Paese. Ove, non a caso, la lingua e la coscienza nazionale ucraina sono più forti.

Pronta la risposta delle opposizioni, scandalizzate da tale posizione del governo. Fonti ufficiali del Narodnyj Rukh hanno sottolineato che il presidente non solo ha infranto la Costituzione del suo Paese, ma ha negato anche la decisione dei parlamenti di Estonia, Australia, Canada, Ungheria, Lituania, Georgia, Polonia, Peru, Paraguay, Ecuador, Colombia, Messico e Lettonia, che hanno riconosciuto, e condannato, l'Holodomor come atto criminale programmato contro gli ucraini. E, di conseguenza, contro l'umanità interà. Battaglia sul piano giuridico e politico è stata promessa dal Blocco Tymoshenko, principale gruppo parlamentare dell'Opposizione Democratica.

"Modificare il programma di studi - ha dichiarato Serhij Vlasenko, esponente del BJuT - e riscrivere i manuali di storia, dal punto di vista giuridico oggi è impossibile. Per rendere operative le direttive del ministro, occorre prima modificare la legge vigente. Oppure, tacere sull'aspetto, ed agire come se nulla fosse, in piena illegalità".

Accanto alla strenua opposizione parlamentare, promessa dalle forze democratiche, BJuT in testa, per evitare che l'attuale verticale del potere agisca contro gli interessi nazionali anche sul piano culturale, è iniziata la campagna "Non permettiamo di spegnere la candela del ricordo", promossa dal Congresso Mondiale degli Ucraini, dal Centro per la Rinascita Nazionale e dal fondo benefico Ucraina 3000. Presentata ufficialmente a Kyiv lo scorso 28 maggio, l'azione, apartitica, ha lo scopo di mantenere vivo il ricordo delle milioni di vittime dell'Holodomor, e di impedire che su cause ed organizzatori del genocidio cali un muro di silenzio.

Nello specifico, il prossimo 19 giugno, a Kyiv, in occasione della preghiera solenne in suffragio delle vittime, sarà accesa la candela del ricordo. La quale, successivamente, sarà trasportata in altre città ucraine e nei Paesi che hanno aderito all'iniziativa. Tra essi, Gran Bretagna, Australia, USA, Spagna, Canada, Argentina e Brasile.

Matteo Cazzulani

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