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lunedì 14 giugno 2010

UCRAINA, SCONFITTA LA VERTICALE DEL POTERE. CONGELATA LA 2450.




La costanza paga. E' così che in Ucraina i difensori della libertà di manifestazione sono riusciti ad ottenere la sospensione dell'iter parlamentare per l'approvazione del decreto legge 2450, che prevede restrizioni sull'organizzazione di meeting e dimostrazioni, inaccettabili in un Paese democratico. L'ultimo atto, lunedi, 14 giugno, quando, in contemporanea in 22 città del Paese, l'organizzazione Demokratychnyj Al'jans e la Fundacija Rehional'nych Inicjativ hanno dato vita ad una serie di flash mob.

Un centinaio, per lo piu studenti, i particpanti dell'azione a Kyiv, avvenuta, in una calda giornata di fine primavera, su quel Majdan Nezalezhnosti dove i principi di libertà e democrazia già sei anni fa hanno trionfato, in occasione della rivoluzione arancione.

"Siamo contro l'approvazione di un progetto di legge - ha dichiarato il responsabile dell'iniziativa, Vasyl' Hac'ko - che de facto vieta le libere manifestazioni. La 2450 introduce l'obbligo ad inoltrare il preavviso di manifestazione con un anticipo non superiore ai 4 giorni. Inoltre, permette alle autorità cittadine di vietare le dimostrazioni fino ad un minuto prima della prevista convocazione, e di decretarne arbitrariamente lo spostamento all'ultimo, senza consultarsi con gli organizzatori".

Successivbamente, i dimostranti si sono spostati presso la Rada, dove era riunita la commissione parlamentare incaricata di programmare i lavori settimanali del parlamento. Dopo un breve colloquio con una delegazione delle due organizzazioni apartitiche, ottenuto a fatica dopo ripetute richieste, lo speaker della Rada, Volodymyr Lytvyn, leader del partito a cui appartiene il firmatario del DDL, Oleh Zarubins'kyj, ha deciso di congelare l'esame del DDL, previsto per giovedi, 17 giugno, e di rinviarlo a data da definirsi.

"Stamane - ha dichiarato il presidente del parlamento - ho incontrato alcuni dei manifestanti. Credo sia giusto non procrastinare la questione, e depennare la votazione sulla 2450 dall'ordine del giorno della seduta di giovedì. Certamente, bisognerà rivedere la questione con più attenzione".

Ciononostante, Volodymyr Lytvyn non ha lesinato la polemica con manifestanti ed opposizione, accusando, paternalmente, i primi di non essere bendisposti ad accogliere le ragioni altrui, ed i secondi di essere i veri detentori della paternità del DDL, approvato in prima lettura durante il secondo governo Tymoshenko.

Pronta la risposta del vicepremier di allora, il braccio destro della lady di Ferro ucraina, Oleksandr Turchynov. Il quale, con una nota, ha sottolineato come l'attuale maggioranza abbia completamente mutato, e peggiorato, il contenuto originale della proposta, inizialmente concepita per evitare il proliferare di presidi politici, che nel maggio 2007 portarono il Paese letteralmente sull'orlo della guerra civile.

"La tattica del governo - riporta il comunicato del coordinatore del Blocco Tymoshenko - è molto semplice: prendere il DDL 2450 così come è stato approvato nel 2008, cambiarlo per l'80%, senza pubblicarne la nuova versione sul sito della Rada [come invece d'obbligo, n.d.a.] né sulla bacheca ufficiale del parlamento, e portare il testo direttamente in aula per la sua approvazione definitiva, senza averlo sottoposto né all'esame dei parlamentari, né a quello delle commissioni".

Ostinata la reazione del Partija Rehioniv, il partito del presidente Viktor Janukovych e del premier Mykola Azarov, che si è unito allo speaker nel criticare opposizione e manifestanti, e che, nel contempo, ha difeso il progetto di legge, descritto come rispettoso delle libertà del cittadino.

"Ad essere obiettivi - ha dichiarato il capogruppo alla Rada, Oleksandr Jefremov - la 2450 è la legge più democratica che il parlamento avrebbe approvato dall'indipendenza. Piuttosto, sono stranito dal proliferare di manifestazioni contro questa proposta".

In realtà, ad essere straniti sono gli stessi manifestanti, i giornalisti ed i liberi cittadini del Paese, preoccupati per la crescente escalation in materia di rispetto della libertà di espressione e del pluralismo dell'informazione. Lecito ricordare che, solo la scorsa settimana, le emittenti indipendenti 5 Kanal e TVI sono state private temporaneamente delle frequenze - legalmente ottenute dopo aver vinto il concorso statale annuale - a vantaggio del canale Inter, di proprietà di Valerij Khoroshovs'kyj, capo dei servizi segreti, nonché oligarca vicino al presidente Janukovych. Solo una sentenza del Tribunale Amministrativo di Kyiv - il TAR del Lazio ucraino - ha annullato lo scandaloso provvedimento, e riassegnato le licenze ai due canali televisivi non allineati con la verticale del potere.

Matteo Cazzulani

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