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mercoledì 2 giugno 2010

ORDINE POLITICO RISTABILITO A KHARKIV. REPRESSA LA PROTESTA DEI CITTADINI CONTRO L'EUROSTRADA

Barbarie. Un commento secco, amaro, forte e deciso con cui a Kharkiv si commenta la definitiva azione della polizia, che, con la forza, tra le 5 e le 6 del mattino di mercoledì, 2 giugno, ha posto fine alla pacifica protesta dei difensori del Parco Gor'kij, accampati da circa due settimane per evitare l'abbattimento di un alto numero di alberi, necessario per la costruzione di una strada in vista di Euro 2012.

Come testimoniato da uno dei leader della protesta, Evhenij Zacharov, 50 uomini, in stato d'assalto, avrebbero fatto irruzione nella tendopoli dei manifestanti, mandandone tre all'ospedale ed arrestandone altri dieci, a quattro dei quali ora spetta un procedimento gudiziario per direttissima.

"Erano in 50 - ha dichiarato alla stampa il cinquantasettenne kharkiviano - vestiti di nero, con tanto di passamontagna. Era impossibile scorgerne i tratti somatici. Hanno divelto letteralmente la tendopoli. Non è la prima volta che la polizia agisce in questo modo. Un episodio simile si è già verificato a Dnipropetrovs'k lo scorso aprile".

Incalzato dalle domande, Zacharov ha fornito i dettagli dell'operazione. Dapprima, le forze dell'ordine avrebbero giustificato la loro presenza per raccogliere la spazzatura. Poi, alle quattro del mattino, quando ancora era buio, l'attacco ai manifestanti, con tanto di pestaggi, spintoni ed arresti. Con loro, altri uomini, armati di motoseghe per abbattere al piu presto gli alberi prima che i media accorressero sul posto per documentare l'accaduto.

Successivamente, i dimostranti rimasti, seppur stanchi e provati, si sono recati presso la sede dell'amministrazione regionale per manifestare contro l'aggressione ad una protesta pacifica e non violenta che, tralaltro, godeva di un larghissimo consenso tra la popolazione.

"Per quanto mi riguarda - ha dichiarato - è semplicemente una barbarie. Devastare un parco cittadino per una strada a quattro corsie, funzionale agli europei di calcio, è un prezzo troppo alto che nessun'altra città al mondo deve pagare. Ancora più grave è il comportamento della polizia, che ha agito con violenza inaudita contro una manifestazione spontanea della società".

Quello di mercoledì non è stato che l'ennesimo attacco subito dai dimostranti, appartenenti alle associazioni ecologiste ed apartitiche "Noi, kharkiviani" e "Pechenihy", supportati da un centinaio di privati cittadini. La carica più violenta, nella giornata di martedì, quando una cinquantenne, Ljubov' Melnyk, ha riportato una microfrattura alla spina dorsale, che le rende impossibile ogni movimento.

Anche i giornalisti sono finiti nel mirino della milicija. Il corrispondente dell'agenzia di stampa Ukrajins'ki Novyny, Serhij Bobok, è stato preso a calci, ed i colleghi ripetutamente minacciati di simile trattamento. A giustificare l'operato delle forze dell'ordine, le gravi parole del governatore della regione, Mykhajlo Dobkin, del Partija Rehioniv, secondo cui i manifestanti ed i giornalisti non sarebbero altro che provocatori stipendiati dalle opposizioni per innalzare la tensione politica.

Sedata con la forza in loco, ora la protesta si sposta in tribunale. Una denuncia sull'illegalità dell'abbattimento degli alberi sarà trasmessa al giudice nei prossimi giorni, forte di una decisione del 2008 dell'allora ministro dell'ambiente, Heorhij Filipchuk, del Blocco Tymoshenko, che, con un apposito decreto, ha vietato ogni intervento sul Parco Gor'kij.

"Stiamo continuando a raccogliere documenti - ha continuato - grazie ad alcuni avvocati che, solidali con la nostra battaglia, ci hanno offerto aiuto. Tuttavia, basterebbe già la decisione del ministero dell'Ambiente di due anni fa per certificare che l'atteggiamento della polizia è fuori legge".

Ciò nonostante, Zacharov non addossa tutte le colpe alla milicija, consapevole della natura esclusivamente politica della questione. Difatti, pur contestandone i metodi violenti, il leader della protesta pone l'attenzione sul fatto che le forze dell'ordine agiscono su precisi ordini provenienti dalle autorità statali, particolarmente repressivi da quando ai vertici del Paese si è insediato il governo Azarov, composto da soli membri del Partija Rehioniv, la forza politica del presidente.

"La squadra instaurata alla guida dello Stato da Janukovych - ha denunciato - sta sistematicamente calpestando il diritto alla libertà di manifestazione. E' da tre mesi che il Kabmin [il Consiglio dei Ministri, n.d.a.] invia lettere alle amministrazioni locali per vietare qualsiasi azione di protesta nei pressi di sedi governative ed edifici pubblici. Ne abbiamo le prove, è assolutamente una vergogna. Per questo, comprendo, e provo profondo dispiacere, per i poliziotti. Costretti, senza scelta, ad obbedire ad ordini liberticidi".

Matteo Cazzulani

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