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sabato 26 giugno 2010

RUSSIA: ACCOLTELLATO 26ENNE GIORNALISTA


Dmitrij Okkert, giovane economista, volto noto della TV russa, trovato cadavere, con trenta coltellate, nella propria casa.

E’ accaduto ancora. In Russia, nuovamente, un giornalista è stato ucciso. A lasciarci, questa volta, è Dmitrij Okkert, giovane volto della televisione russa “Ekspert”. Ventiseienne, si occupava di economia, dopo aver lavorato in altre tra le principali emittenti del Paese: Kanal Rossija e Ren-TV.
Una carriera brillante, stroncata da trenta coltellate, inferte dai soliti ignoti, nel suo appartamento nella periferia meridionale della capitale. Da tre giorni di lui si erano perse le tracce. Solamente l’insistenza degli amici, allarmati, ha permesso il ritrovamento corpo del giovane economista.

Ovviamente, nessuna spiegazione è emersa sul movente di quella che è l’ennesima morte di un giornalista. Una professione che in Russia, più che altrove, è quanto mai pericolosa. Come riferito dal responsabile dell’Unione dei Giornalisti Russi, Vsevolod Bogdanov, più di 300 giornalisti sarebbero scomparsi nel Paese negli ultimi 15 anni. Un dato agghiacciante, che se accostato all’ultimo ranking di Freedom House, che pone la Russia al 175 posto – su 196 Stati – in quanto a libertà di stampa, rende difficile credere che questa strana epidemia sia lungi dall’avere motivazioni politiche. Anche perché su tali decessi nessuno a Mosca vuole fare chiarezza. La Russia è l’ottavo paese al Mondo per impunità di delitti e vessazioni a danno dei giornalisti. Tra essi, i casi di Anna Politkovskaja ed Anastasija Baburova, tra i pochi noti in occidente.

Le indagini, affidate al capo del dipartimento investigativo della regione di Mosca, Anatolij Bagmet, come da prassi sono state avviate con gli stessi toni sommessi con cui tutte le altre si sono anche concluse. Prudenza, verifiche, audizioni. Ma nessuna intenzione di fare davvero chiarezza. C'è da temere che anche per il povero Dima finirà così.

Dinnanzi a tale situazione, non possiamo tacere. Restare inermi, seguendo l’esempio delle autorità politiche di un Occidente assetato di gas, e per questo timoroso di affrontare l’argomento della libertà di stampa in Russia, è un comportamento irresponsabile che chi ha a cuore tale principio non solo deve evitare, ma anche condannare.

Bastano poche righe, come queste, per informare dell’accaduto. E per chiedere alle autorità russe che, almeno questa volta, venga approntata una seria indagine, sia fatta luce sull’accaduto, e, soprattutto, che i vili responsabili - ora, probabilmente, arricchiti dall'offeta dei mandanti, ma pur sempre miseri moralmente - paghino per l’ennesimo delitto.

Matteo Cazzulani

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