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lunedì 28 giugno 2010

AZAROV INCONTRA PUTIN: VICINA LA FUSIONE GAZPROM-NAFTOHAZ


Accanto all'operazione tra i due monopilisti del gas, che penalizza Kyiv sul piano economico e politico, sancita la fusione tra le industrie dell'aviazione ed il rafforzamento del commercio tra Russia ed Ucraina.

Il premier ucraino, Mykola Azarov, ha trascorso la Festa della Costituzione ucraina in Russia. Mentre in tutte le città del Paese da lui governato si ricordava il varo della Carta Suprema, votata dalla Rada, a larghissima maggioranza, il 28 giugno 1996, il primo ministro è volato a Novo-Ogarjovo, presso la dacia di Vladimir Putin, per rafforzare la cooperazione con l'ingombrante vicino.

L'incontro si è svolto in linea con lo spirito di Sochi, località nella quale la scorsa primavera i due primi ministri avevano pianificato un serie di manovre di avvicinamento in settori strategici, in primis quello energetico, con la proposta-choc di Putin di procedere con la fusione tra i due monopolisti del gas, Gazprom e Naftohaz. Un'operazione che, secondo i maggiori esperti, penalizza la compagine ucraina, che non conterebbe più del 6% negli assetti societari del nuovo soggetto. E che, così, darebbe avvio ad una pericolosa dipendenza economica da Mosca, anticamera di quella politica.

A confermare la centralità del tema energetico è stato il vice premier della Federazione Russa, Igor' Sechin, che ha spiegato come la fusione tra i due monopolisti del gas è un'operazione necessaria, destinata a concretizzarsi a breve, e che i nuovi accordi sull'aumento del transito di nafta russa attraverso il territorio ucraino, aumentati del 30%, sono da considerarsi come un anticipo di essa.

"Le proposte ucraine - ha illustrato a margine dell'incontro - saranno ascoltate ed esaminate. Ma una cosa è certa: a breve stringeremo l'accordo tra Gazprom e Naftohaz. Per ora, abbiamo raggiunto un importante accordo sul transito di nafta. Lo ratificheremo nelle prossime settimane".

Sulla stessa linea, il ministro dell'energia ucraino, Jurij Bojko, che ha sottolineato l'importanza dell'accordo al fine di rendere l'Ucraina un partner affidabile, e non un fastidio per gli interessi commerciali di Mosca. "Aumentando - ha dichiarato - del 30% il traffico di nafta russa nell'oleodotto Druzhba, sul nostro territorio, intendiamo presentarci al Cremlino come un Paese su cui si può contare. Il prossimo passo, con certezza, riguarderà il gas".

Oltre a ciò, nella dacia del primo ministro russo, Mosca ha ottenuto da Kyiv anche il via libera alla fusione dei complessi industriali nel settore dell'aviazione. Un'operazione che se secondo Putin è necessaria in un'epoca in cui la globalizzazione non permette ai piccoli soggetti di ritagliarsi la propria fetta di mercato, secondo esperti nel settore, ed esponenti dell'Opposizione Democratica, rientra in quell'operazione volta a svendere il patrimonio economico del Paese. E, con esso, l'indipendenza politica dell'Ucraina, in favore della Russia e dei pochi, grandi industriali russofili delle regioni orientali, pronti a fare affari all'ombra del Cremlino, protetti dalla verticale del potere Janukovych-Azarov.

"Secondo me - ha spiegato Putin - non c'è alternativa alcuna alla fusione tra i nostri Paesi nel settore dell'aviazione. Simile passo sarà approntato anche nel settore dell'esplorazione spaziale. Abbiamo già una cospicua esperienza di collaborazione nel settore [durante la dominazione sovietica, n.d.a.] e molti progetti interessanti".

Infine, nell'incontro è stato anche stabilito l'incremento del comercio tra i due Paesi secondo un piano pluriennale, atto a regolamentare il traffico di merci fino al 2020. A tale pro, Azarov ha evidenziato l'importanza dell'operazione, aggiungendo che l'aumento nel settore, già registrato negli ultimi mesi, è sintomo dei migliorati rapporti con Mosca.

"L'aumento degli scambi - ha sottolineato - il doppio negli ultimi due mesi, certifica la stabilizzazione dei rapporti politici con il Cremlino, che deve contare su Kyiv come collabore affidabile".

Ponta è arrivata la risposta dell'Opposizione Democratica. La quale, per voce della sua guida, Julija Tymoshenko, non si è limitata alla mera critica dell'ennesimo passo della verticale del potere contrario agli interessi del Paese, ma ha riguardato una serie di proposte concrete, depositate in parlamento, volte a tutelare gli interessi della piccola media impresa ucraina dinnanzi alla politica di Janukovych ed Azarov, fortemente orientate in favore della grande industria dell'est del Paese. Nello specifico, la Lady di Ferro ucraina ha proposto il taglio delle imposte per i piccoli e medi imprenditori, ed anche una minore pressione fiscale sulle banche, affinché esse siano incentivate a concedere i prestiti necessari per avviare una qualsiasi attività.

"Tre sono le questioni su cui dobbiamo lottare - ha dichiarato la Lady di Ferro ucraina - Introdurre un sistema di tassazione equo, eliminare tutti quegli articoli del codice contributivo che permettono la repressione della piccola e media impresa, e, infine, abbassare le imposte, ad oggi troppo elevate. Noi [il Blocco Tymoshenko, n.d.a.] reagiremo fermamente presso la Rada ad ogni provvedimento imposto dalla maggioranza contro di voi".

Matteo Cazzulani

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