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lunedì 2 agosto 2010

GAS IN UCRAINA: ORA PAGANO DI PIU ANCHE INDUSTRIE ED OPPOSIZIONE. PROTESTE BIPARTISAN


FOTO UNIAN. Incrementata la bolletta del gas anche per le industrie. A Cherkasy perquisita la sede del partito di Julija Tymoshenko, "colpevole" di aver esposto ricorso. Protestano anche Rukh e comunisti.

Il gas è davvero un ottimo carburante. Ad infiammare lo scontro politico, infatti, non è l'ondata di caldo eccezionale, degna di un'estate meneghina, che ha avvolto Kyiv in una cappa surreale. Bensì, è bastata una comunicazione della Commissione Nazionale per il Regolamento dell'Eletricità e dell'Energia in merito all'innalzamento delle tariffe del gas per le industrie, tre giorni dopo l'entrata in vigore del rincaro della bolletta per la popolazione del 50%.

Come spiegato dal direttore della gestione della politica tariffaria del settore energetico, Volodymyr Semenec', il ritocco dei prezzi per le industrie è una conseguenza del rincaro del prezzo dell'oro blu importato dalla Russia. Nello specifico, per mille metri cubi di gas, le grandi aziende ucraine pagheranno 2187,2 hryvnje, contro le 194,4 versate finora. Un fatto inaspettato, dal momento in cui in seguito ai patti di Kharkiv, stretti la scorsa primavera tra il presidente ucraino, Viktor Janukovych, e quello russo, Dmitrij Medvedev, Kyiv aveva ottenuto uno sconto del 30%, in cambio del prolugamento del permesso di stazionamento dell'esercito della Federazione Russia in Crimea, sul proprio territorio nazionale, fino al 2042. Inoltre, era stato lo stesso ex ministro dell'Energia, Jurij Bojko, a garantire che l'incremento non avrebbe interessato le industrie. Bensì, solamente la popolazione, difatti puntualmente bersagliata dal repentino rincaro della bolletta. Del 50%, doveroso sotolineare, dallo scorso Primo di agosto.

Subito, il principale partito dell'Opposizione Democratica, Bat'kivshchyna, la forza politica dell'ex premier, Julija Tymoshenko, ha contrastato tale decisione, presentando ricorso al Tribunale Amministrativo di Kyiv - una sorta di TAR del Lazio italiano - ed iniziando una massiccia campagna di informazione per rendere nota agli ucraini la politica estera ed energetica della verticale del potere Janukovych-Azarov, fatta di sudditanza a Mosca e svendita del patrimonio infrastrutturale nazionale a Gazprom e altri colossi industriali controllati dal Cremlino.

"Il rincaro della bolletta del 50% - ha spiegato il deputato alla Rada del Blocco Tymoshenko, Vasyl' Derevljanyj - è illegale ed incomprensibile. La stessa Julija Volodymyrivna [Tymoshenko, n.d.a.] ha sottolineato pubblicamente come la decisione sia ingiustificata. Contiamo sul successo del nostro ricorso. E, parallelamente, continuamo la nostra pacifica battaglia, in Parlamento e tra gli ucraini, che devono essere informati".

Una decione pagata molto caro. Nella giornata di lunedi, 2 agosto, a Cherkasy - nell'Ucraina centrale - la sede locale di Bat'kivshchyna è stata oggetto di una perquisizione della polizia. La quale, alla fine dell'operazione, ha sequestrato materiali di propaganda, tra cui un volantino con stampate le parole esatte pronunciate lo scorso maggio da presidente e premier circa l'impossibilità dell'incremento del prezzo del gas nel breve tempo.

"Sono arrivati a bordo di alcune macchine - ha spiegato all'agenzia UNIAN il vice segretario cittadino, Ihor Jeres'ko - ed hanno rovistato dappertutto, senza trovare nulla di compromettente. Così, si sono limitati a sequestrare due cassetti contenenti volantini, regolarmente dichiarati. Hanno spiegato che la campagna elettorale [per le elezioni locali, n.d.a.] inizia l'11 settembre. E che, prima di allora, ogni attività politica è vietata. E' inaudito. Questa atmosfera mi ricorda il 2004 [prima della rivoluzione arancione, n.d.a.], quando la milicija, controllata dall'allora Capo di Stato Kuchma, seminava un clima di terrore, e si scagliava contro gli avversari del suo delfino, Viktor Janukovych, candidato per la successione alle elezioni presidenziali".

Accanto al partito della Lady di Ferro ucraina, a mobilitarsi contro la politica energetica della verticale del potere è anche il Narodnyj Rukh: forza politica di orientamento moderato, liberale e patriottico, stretta alleata del Blocco Tymoshenko, che alla Rada appartiene allo stesso gruppo di Nasha Ukrajina, il soggetto politico dell'ex presidente, Viktor Jushchenko. Sempre nella giornata di martedì, 2 agosto, a Leopoli - roccaforte del Rukh - il coordinatore regionale, Andrij Kornat, ha chiesto ufficialmente a Janukovych di mantenere le promesse elettorali, e non permettere l'incremento della bolletta per la popolazione, spingendo il Consiglio dei Ministri ad un necessario dietrofront.

"Non siamo che all'inizio di un'incremento continuo - ha spiegato - dal momento in cui, oltre a quello già subito ieri [Primo di agosto, n.d.a.] del 50%, dal 15 ottobre la bolletta sarà più cara di un'ulteriore 30%, dovuto all'accensione dei fuochi, in concomitanza con l'inizio della stagione invernale. Peccato che, accanto ad esso, non sia previsto un innalzamento delle paghe. Le pensioni resteranno pari a 7000 hryvnje circa al mese. Il prossimo inverno, il gas potrebbe arrivare a costarne fino a 2000. Questi sono gli incentivi sociali promessi da Janukovych ed Azarov."

Chi ha provato a gettare acqua sul fuoco è il ministro delle politiche sociali e locali, Jurij Khivrych, che ha spiegato come i rincari odierni siano un fastidio necessario per raggiungere la stabilità politica ed economica. Accanto a ciò, l'esponente del Partija Rehioniv, la forza politica del presidente e del premier, egemone nel Paese, ha promesso futuri tagli della bolletta non appena il sistema infrastrutturale energetico del Paese sarà modernizzato, grazie al varo di un nuovo sistema e ad investimenti esteri. In primis, russi.

"Dal 2014 - ha dichiarato il ministro - taglieremo i consumi del gas del 30%. Ne conseguirà una riduzione dei costi, ed un taglio della bolletta. Prima, però, occorre la stabilità, e la messa a nuovo dei nostri gasdotti. A riguardo, il governo sta dialogando con Mosca e Bruxelles per il coinvolgimento di Federazione Russa ed Unione Europea nella ristrutturazione del nostro sistema infrastrutturale energetico. Abbiamo già stanziato 580 milioni di hryvnje. Che, tuttavia, ad oggi dobbiamo recuperare dalle imposte dirette."

Spiegazioni che non solo hanno rafforzato lo scetticismo dell'Opposizione Democratica, ferma in uno stato di allarme in difesa degli interessi nazionali. Ma, addirittura, hanno provocato malumori interni alla stessa maggioranza. Il leader dei comunisti, Petro Symonenko, ha espresso forte preoccupazione per le misure intraprese dal Consiglio dei Ministri - i cui membri sono tutti del Partija Rehioniv - ed ha sentenziato che la politica fiscale del governo è incapace di risolvere i problemi della gente.

"E' una politica immorale - ha dichiarato - che non fa altro che aumentare il malcontento e le tensioni sociali. Non siamo entusiasti di questa coalizione. Ciò nonostante, il partito comunista rimane fedele all'alleanza di governo".

Matteo Cazzulani

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