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domenica 1 agosto 2010

LIBERTA DI MANIFESTAZIONE. ARRESTI A MOSCA E KYIV.


Arresti e fermi di polizia hanno posto fine alla manifestazione per la libertà di stampa a Mosca, in piazza Triumfal'naja. Tra gli altri, colpito l'opposizionista Nemcov. La milicija interviene anche a Kyiv per sedare la "nuova rivoluzione arancione".

Un treno arancione. E' così che gli attivisti della "Coalizione dei partecipanti della Rivoluzione Arancione" hanno espresso la propria solidarietà all'opposizione liberale russa. Bersaglio della pacifica protesta, il vagone numero 5 del treno Kyiv-Mosca. Su cui, peraltro, alcuni dei manifestanti avrebbero dovuto viaggiare per raggiungere i colleghi moscoviti.

Il condizionale, purtroppo, è un dovere di cronaca, dal momento in cui gli arancioni, dopo alcune pennellate, sono stati bloccati dal pronto intervento della polizia, che, seguendo l'esempio di quella della Federazione Russa, ha compiuto una decina di fermi, scatenando la giustificata ira del resto della folla.

"Non calpestate la libertà - gridavano gli attivisti, tra i quali Julija, giovane 21enne che ha spiegato quanto accaduto all'agenzia UNIAN: "Volevano arrestare anche me, ma gli amici mi hanno circondata ed hanno impedito ai poliziotti di prelevarmi. La milicija ci ha accusato di turbare la quiete pubblica. Peccato che nessuno tra i passeggeri del treno sembrasse particolarmente seccato, anzi. Ci sorridevano, ed incitavano a continuare nella giusta iniziativa".

Un altro attivista, Vadym Licovyj, ha ribadito il perché della protesta. "Ogni 31 del mese, in Russia, sono organizzate pacifiche manifestazioni per rivendicare il diritto alla libertà di manifestazione. Il 31 è la cifra dell'articolo della Costituzione che, sulla carta, garantisce tale diritto, de facto non rispettato né dal Cremlino, né dalle autorità cittadine".

Proprio la cifra 31, scritta su manifesti e stampata su apposite spille indossate dai dimostranti, è stata il leit motiv dell'azione di protesta a Mosca. Come da tradizione, l'appuntamento era fissato in piazza Triumfal'naja, alle ore 16. Alla manifestazione hanno partecipato tutte le forze dell'opposizione al regime putiano, dai liberali ai comunisti, fono alle associazioni giovanili apartitiche. Ed anche questa volta, la milicija è intervenuta puntuale, arrestando un centinaio di attivisti. Tra essi, Boris Nemcov, leader del partito liberale SPS, e Sergej Udal'cov, capo del Fronte di Sinistra. Il tutto, mentre il resto dei dimostranti seguitava ad esprimere la propria contrarietà con gli slogan "Libertà", "Russia senza Putin", "Vergogna", "Basta con lo stato poliziesco".

Una stima dei partecipanti è difficile, dal momento in cui i manifestasti sono accorsi da diversi angoli della piazza. Stando a diverse fonti, in 2 mila avrebbero preso parte alla dimostrazione. 170 il bilancio finale degli arrestati. Per impedire ai passanti di accorgersi della protesta, ed ai giornalisti di documentare l'avvenimento, la Triumfal'naja è stata circondata da camion e mezzi di trasporto pesante, autobus e pullman. Nello spazio adiacente, è stata organizzata un'esibizione di automobili.

Lo scorso 28 luglio, il Ministero egli Interni russo ha comunicato che non avrebbe reso possibile alcuna iniziativa in difesa dell'articolo 31, come preannunciato dagli organizzatori con apposita richiesta, puntualmente inoltrata al sindaco di Mosca, come previsto dalla legge, già il giorno 19 luglio. Immediatamente, le autorità cittadine hanno prontamente comunicato l'organizzazione di un'esibizione di automobili, proprio in piazza Triumfal'naja, dal 29 luglio al Primo agosto.

Infine, doveroso riportare le parole dell'articolo 31 della Costituzione russa, puntualmente calpestato da un regime illiberale, agevolato da una Europa assetata di gas e dal buonismo demogogico dell'America di Obama. "I cittadini della Federazione Russa hanno il diritto di riunirsi pacificamente, senza armi, condurre riunioni, meeting e dimostrazioni, marce e presidi".

Matteo Cazzulani

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