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domenica 22 agosto 2010

L'AMERICA SI SVEGLIA: JANUKOVYCH MODIFICA IL PORCELLUM UCRAINO


Questa è la vera America. Non quella del "volemose bene, senza se e senza ma", delle pacche sulle spalle a dittatori della terra, e del tanto sbandierato "change", sommerso da una imbarazzante marea di petrolio. Bensì, quella che porta per il Mondo l'immagine degli USA - e, con essa, piaccia o meno, di tutto l'occidente - in maniera responsabile, difendendo lo sviluppo di Democrazia e Diritti Umani in ogni angolo del pianeta. Di alfieri di questa concezione, purtroppo, ne sono rimasti pochi. Tuttavia, essi sono ancora in grado di influire, agire e migliorare la vita di quei popoli che non ancora godono delle libertà, o che da poco le hanno ottenute.

Il fatto in questione riguarda l'Ucraina, Paese che la democrazia l'ha ottenuta, pacificamente e con l'efficace arma della non violenza, con la rivoluzione arancione del 2004. Allora, guidati da Julija Tymoshenko, l'anima della protesta, e Viktor Jushchenko, il futuro presidente, gli ucraini sfidarono il freddo invernale, e scesero in piazza per dire basta a controllo e terrore politico di eredità sovietica, in favore di un Paese finalmente giusto, democratico ed europeo. Sei anni più tardi, alla carica di Capo dello Stato è salito Viktor Janukovych, ex rivale degli arancioni. Lo ha fatto correndo in elezioni che gli osservatori internazionali hanno certificato come regolari, dichiarando ufficialmente l'Ucraina un Paese politicamente maturo.

Ciò nonostante, alcuni provvedimenti del nuovo governo - instaurato da Janukovych a pochi giorni dalla sua nomina presidenziale, attingendo unicamente da uomini del suo partito, il Partija Rehioniv - sono risultati al limite dello standard democratico di cui sopra. Non ultima, la legge elettorale per le amministrative del prossimo 31 ottobre, varata in luglio. L'autore del disegno di legge, il capogruppo al parlamento del Partija Rehioniv, Oleksandr Jefremov, ha redatto un documento che, oltre ad un complesso meccanismo di nomina dei membri delle commissioni elettorali, vieta la partecipazione alle consultazioni locali non solo a blocchi, cartelli ed alleanze di soggetti politici, ma anche a quei partiti registrati da meno di un anno dalla data delle elezioni. Un porcellum ucraino. Il quale, inevitabilmente, penalizza le forze dell'Opposizione Democratica presso la Rada: il Blocco Tymoshenko e l'alleanza "Nasha Ukrajina-Narodna Samooborona", costituite da diverse forze partitiche per contrastare i soggetti ora al governo, il Partija Rehioniv ed i comunisti della Kompartija. Entrambi, si noti, partiti.

Contro questa legge non solo si sono mobilitate personalità ed organizzazioni dell'opposizione - Bat'kivshchyna, il partito di Julija Tymoshenko, ha presentato ricorso in tribunale e, assieme ad altri soggetti penalizzati dal decreto, ha convocato una mobilitazione generale presso la Rada per il prossimo 7 settembre, data della ripresa dell'attività parlamentare - ma anche organizzazioni internazionali hanno espresso obiezioni, invitando Janukovych a non firmare o a modificare sensibilmente il testo del DDL.

Lo scorso 19 agosto, l'International Republican Institute ed il National Democratic Institute hanno diffuso un memorandum in cui, in maniera dettagliata, si evidenziano le varie criticità ad un progetto di legge ritenuto antidemocratico. Sopratutto, a causa del divieto alla partecipazione elettorale a tutti quei soggetti non partitici o che, pur sotto forma di partito, sono stati registrati dopo il 31 ottobre dello scorso anno. Inoltre, le due istituzioni americane, afferenti ad entrambe le forze politiche del sistema bipartitico americano, hanno espresso perplessità sul diritto alla nomina dei membri delle commissioni elettorali locali alle sole forze rappresentate in Parlamento - oltre a quelle già citate, il Blocco Lytvyn, altro penalizzato, a dispetto della sua appartenenza alla maggioranza - ritenuto potenziale causa di tensioni interne, perdita di fiducia nello strumento elettorale e, più in generale, nella politica.

"La legge - riporta il memorandum - limita i diritti politici delle forze politiche minori e di quelle costituitesi di recente, persino per iniziativa di deputati parlamentari, se non addirittura di ministri, come il "Front Zmin" di Arsenij Jacenjuk [parlamentare di Nasha Ukrajina, ex speaker e candidato alle scorse presidenziali, n.d.a.] e "Sylna Ukrajina" di Serhij Tihipko [l'attuale vice premier con delega agli affari energetici, terzo classificato, in gennaio, con un cospicuo 13%, n.d.a.]. Questi soggetti - continua il documento - devono poter competere con i partiti maggiori, oggi in parlamento. Così come a scendere in campo possono essere anche alleanze tra vari partiti ed associazioni. Le limitazioni imposte ai candidati indipendenti contrastano con la stessa legislazione ucraina e con gli obblighi internazionali che Kyiv ha accettato. Se non si arresterà la dipendenza delle élite cittadine ai vecchi, storici partiti, la volontà e la libera scelta degli elettori dei propri rappresentanti negli organi di governo locali sarà calpestata.

Una sonora tirata di orecchie, che ha provocato la pronta reazione di Kyiv. Nella giornata di sabato, 21 agosto, l'amministrazione presidenziale ha comunicato la volontà del Capo dello Stato di modificare, a breve, alcuni articoli del DDL Jefremov, così da redigerne una nuova versione da sottoporre al voto del Parlamento già alla prima seduta. A dare la notizia, il Dzherkalo Tyzhnja, fonte attendibile, che ha illustrato, nel dettaglio, la natura delle modifiche. Guarda caso, Janukovych intenderebbe cancellare il comma che vieta la partecipazione alla consultazione elettorale ai partiti registrati da meno di 365 giorni dalla data delle consultazioni, e modificare il criterio di costituzione delle commissioni elettorali locali, concedendo ai partiti rappresentati in Parlamento la possibilità di nominare cinque membri, e, a tutti gli altri concorrenti, tre in totale.

Secondo il parere di diversi politologi, a spingere Janukovych alla modifica del porcellum ucraino sarebbero state proprio le due organizzazioni americane, con il loro documento comune. Inoltre, a protestare sarebbe stato lo stesso vicepremier, Serhij Tihipko, la cui forza politica, Sylna Ukrajina, è stata registrata solamente all'indomani delle scorse presidenziali, in febbraio. Ciò nonostante, gli stessi esperti invitano a considerare i vantaggi che, in realtà, avrebbero spinto il Capo dello Stato allo smussamento del DDL. Non solo la volontà di mettersi in buona luce dinnanzi alla comunità internazionale, sopratutto agli USA. La presenza di forze politiche di recente formazione, dalla stessa "Sylna Ukrajina" al Front Zmin di Arsenij Jacenjuk, eroderebbe consensi ai grandi partiti dell'Opposizione Democratica, in primis a quello della Lady di Ferro ucraina, Bat'kivshchyna. Una tendenza confermata dagli ultimi sondaggi.

Fatto sta che Janukovych non ha modificato la clausola che esclude dalla corsa elettorale i blocchi e le alleanze, forma con la quale le forze politiche dell'Opposizione Democratica si sono sempre presentate e, per questo, sono conosciute, anche dagli elettori più distratti. Inoltre, spiacevole sottolineare come a spingere il Capo di Stato ucraino ad apportare seppur parziali modifiche in senso democratico alla legge siano state le istituzioni presiedute dal candidato repubblicano alla presidenza USA, John McCain, e dall'ex Segretario di Stato dell'amministrazione Clinton, Marlene Albright, e non l'istituzione principale del Paese. Quella Casa Bianca, un tempo faro della democrazia nel Mondo, oggi nelle mani di campioni del golf e del nuoto, dimentica della sua missione in politica estera, impaurita dal gas russo, e riunciataria dinnanzi ai missili iraniani.

Matteo Cazzulani

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