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lunedì 9 agosto 2010

UCRAINA: PER STUDIARE, LA LINGUA NAZIONALE NON SERVE PIU'


FOTO ZACHID.NET. Abolito l'obbligo di conoscenza della lingua nazionale negli Atenei del Paese. Protestano le università. Dimissionati rettori vicini all'opposizione.

L'esame di letteratura italiana in tedesco. Da oggi, negli Atenei italiani, si può. A deciderlo, un DDL, fortemente voluto dal Ministro dell'Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, che ha eliminato l'obbligo di avvalersi della lingua di Dante nelle prove accademiche. Inoltre, il titolare del MIUR ha dimissionato alcuni rettori, accusati di appartenere all'opposizione, e di simpatizzare per la neonata corrente finiana. Ovviamente, è tutto falso. In Italia, però. Purtroppo, esiste un Paese europeo, geograficamente nemmeno troppo lontano, ove l'agghiacciante quadro sopra descritto sta distruggendo il sistema scolastico locale.

Il Consiglio dei Ministri di Kyiv, nella giorata di giovedi, 28 luglio, ha eliminato l'obbligo dell'esame di lingua ucraina. Redatta di persona dal ministro dell'Istruzione, Dmytro Tabachnyk, la legge N642 libera studenti e dottorandi dall'esame obbligatorio nell'idioma nazionale. Una decisione pericolosa per il mantenimento, e lo svluppo, dell'ucraino, sepre più minacciato dall'ingobrante compresenza del russo. Che, a seguito delle svariate politiche di russificazione forzata del passato, attuate dallo zarismo prima, e dal regime sovietico poi, oggi è diffuso tra la gran parte della popolazione. Invece, l'ucraino, nonostante il suo status di lingua nazionale, sancito dalla Costituzione, è parlato sopratutto nelle regioni occidentali, è obbligatorio negli uffici pubblici, e, anche di recente, è stato bersagliato da provvedimenti diascriminatori. Non da ultimo, il taglio dei fondi per libri, quotidiani e riviste nella lingua di Shevchenko - Taras, il poeta nazionale.

In molti nel mondo accademico hanno manifestato contro la N642. Sit-in ed iniziative hanno avuto luogo nelle principali città del Paese, sopratutto a Kyiv, la capitale politica, a Kharkiv, quella universitaria, e a Leopoli, quella della Galizia. Proprio nel capoluogo del Piemonte del Paese - un po' una Firenze ucraina, in quanto culla della lingua e della cultura nazionale - la protesta è stata più forte che altrove. Nella giornata di lunedi, 9 agosto, è stato organizzato un presidio di studenti e ricercatori, dinnanzi all'Università Statale "Ivan-Franko". Il cui rettore, Ivan Vakarchuk, ha criticato la decisione del governo, stupito dalla velocità con cui essa è stata approvata, senza alcun confronto con gli ambiti accademici, né con rappresentanti delle università. Inoltre, l'ex ministro dell'Istruzione del secondo governo Tymoshenko ha espresso la propria preoccupazione dinnanzi alla crescente asimmetria delle fonti scientifico-informative e della letteratura accademica in favore del russo.

"Per fare un parallelo con la storia - ha dichiarato Vakarchuk - il decreto del governo mi ricorda la circolare Valujevskij [con cui, nel 1863, l'impero russo vietò la produzione letteraria in ucraino, n.d.a.] e l'Ukaz di Ems [con cui lo zar Alessandro II ampliò le restrizioni della circolare Valujevskij, n.d.a.]. Il governo ucraino non deve restare indifferente dinnanzi all'aspetto odierno dell'istruzione e della cultura. Nè, tantomeno, nutrire odio verso tutto ciò che è ucraino. In particolare, nei confronti della lingua. Un atteggiamento di corto respiro. E, sopratutto, irresponsabile dinnanzi ad un popolo che tale esecutivo dovrebbe, altresì, rappresentare e tutelare".

A sollevarsi è anche l'altro Ateneo cittadino, l'Università Cattolica Ucraina. Con una nota emanata lunedi, 9 agosto, il rettore, Borys Gudzjak, ha espresso forte preoccupazione per il clima di scarso dialogo e di totale intolleranza instaurato dal governo. Inoltre, Gudziak si è appellato agli altri rettori ed ai direttori di istituzioni universitarie, sopratutto delle regioni orientali, per costituire un fronte comune per la difesa della cultura nazionale. Una battaglia, come espressamente illustrato, che prescinde dal piano meramente politico, ma che interessa la formazione dei quadri accademici del futuro.

"Anziché personificare un governo saggio e responsabile - riporta la nota - l'esecutivo agisce in preda ad una sostanziale ucrainofobia. La nostra è una posizione di principio. Mentre in America si cerca di estendere il diritto allo studio, nella Federazione Russa i fondi per l'educazione sono stati incrementati. Questo significa guardare al futuro. In Ucraina, invece, stiamo ritornando al XIX secolo, quando la lingua nazionale era vietata, ed il suo utilizzo ostacolato, persino nel privato. Il tutto, malgrado la Costituzione conferisce all'ucraino lo status di lingua del sistema comunicativo universale all'interno dei confini del Paese. L'Università Cattolica Ucraina ha il dovere morale di pretendere che, nell'ambito accademico, la questione linguistica sia affrontata in maniera seria e responsabile. Presso il nostro Ateneo, concordemente con il nostro orientamento internazionale, sono attivi progetti di studio in lingue straniere, tra le quali inglese, tedesco, italiano, russo e polacco. Tuttavia, crediamo che nel Paese l'istruzione debba continuare ad essere prevalentemente nell'idioma ufficiale, l'Ucraino".

Ma non solo la lingua nazionale. A finire nel mirino del governo, e delle sue "riforme" scolastiche, sono anche personalità accademiche di alto profilo culturale. Rei, secondo l'esecutivo, di essere politicamente vicini all'opposizione. Nella giornata di mercoledì, 4 agosto, è stato epurato il rettore dell'Università di Odessa "Mechnykov", Valentyn Smyntna. Prima di lui, il ministro Tabachnyk ha dimissionato quello dell'Università di Donec'k, Volodymyr Shevchenko, e di quella botanica di Uman, Mykhajlo Martynenko. Ufficialmente, per scadenza di concratto.

Una giustificazione che non ha convinto l'opposizione. La quale, per voce della deputata Lesja Orobec', ha denunciato il reiterarsi di un clima di discriminazione politica, simile a quello degli anni trenta, quando le autorità sovietiche miravano a neutralizzare l'intellighenzia ucraina, avversa al regime comunista e favorevole all'Indipendenza nazionale.

"Lo scopo del governo - ha dichiarato la parlamentare di Nasha Ukrajina - è il ripristino delle modalità sovietiche per controllare l'intera sfera dell'istruzione nazionale. Le università non sono che il primo passo. I prossimi ad essere colpiti saranno i direttori dei licei e degli istituti superiori, nominati sotto il governo Tymoshenko e l'amministrazione Jushchenko".

Appartenente al Partija Rehioniv, la forza politica del presidente, Viktor Janukovych, e del primo ministro, Mykola Azarov, lo scorso 3 aprile, Dmytro Tabachnyk ha dichiarato l'intenzione di istituire una commissione per la revisione dei manuali di storia dell'Ucraina in uso dal prossimo anno scolastico. Pochi giorni più tardi, ha supportato la decisione della città di Zaporizhzhja di dedicare un monumento a Stalin. Già in passato, il ministro dell'istruzione si è contraddistinto per aver definito l'Ucraina occidentale "Polonia", ed aver sostenuto che ogni galiziano potesse nella propria vita al massimo ambire al mestiere di cameriere. Inoltre, il nome di Tabachnyk figura tra i responsabili della sparizione dall'Archivio Nazionale Centrale di Leopoli delle 44 lettere del primo presidente ucraino, Michajlo Hrushevs'kyj. Lo scorso marzo, al momento dell'insediamento, si è presentato nel suo nuovo ufficio con guardie del corpo al seguito, incaricate di attuare controlli a tappeto su documenti e pause dei dipendenti: un clima di terrore, che ha provocato le immediate dimissioni dell'allora vice ministro, Pavlo Poljans'kyj.

Matteo Cazzulani

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