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mercoledì 11 agosto 2010

PRAGA E BRATISLAVA: AL VIA I NUOVI ESECUTIVI TRA SPERANZA E NOVITA'



Un altro battesimo in contemporanea, nel cuore di un'Europa flagellata dalle alluvioni. Non è l'inizio di una favola, ma una realtà politica. Difatti, nella giornata di mercoledì, 11 agosto, quasi in contemporeanea, sono stati varati i governi ceco e slovacco. Gia lo scorso venerdi, Polonia ed Ungheria avevano vissuto, nella medesima giornata, l'insediamento dei nuovi presidenti, Bronislaw Komorowski e Pal Schmitt, due figure da cui non solo i politologi e comunità internazionale, ma anche i cittadini si aspettano moltissimo. Mai, però, come nel caso di Praga e Bratislava. Qui da sistemare c'è un assetto finanziario, fortemente colpito dalla crisi internazionale, e gli elettori dei due Paesi della ex-Cecoslovacchia esigono un sensibile miglioramento della vita di tutti i giorni.

I nuovi esecutivi, come primo passo, hanno lanciato un messaggio di forte discontinuità con il passato, e, sopratutto, dato prova di maturazione democratica. In Slovacchia, per la prima volta, a ricoprire il premierato è una donna, Iveta Radicova, di professione sociologa. In Repubblica Ceca, invece, è stato nominato il primo ministro più giovane di sempre, Petr Necas, 45 anni, fisico. Entrambi i governi sono anche i più snelli nella storia dei due Paesi: 13 ministri a Bratislava - sei in meno, 14 a Praga - sette i dicasteri tagliati. Non solo. Necas ha nominato solo due vice primier. E, così come la collega slovacca, ha rinunciato a scorta ed automobile d'ordinanza, promettendo di recarsi al lavoro con i mezzi pubblici.

In seguito alle elezioni parlamentari anticipate dello scorso 29 maggio, a Praga la maggioranza è stata affidata a partiti liberali e conservatori - Partito Democratico Civico ODS, TOP O9 e Veci Verejne [Affari Pubblici in italiano]. Chiaro e netto, in cinque punti, il programma di governo, peraltro pubblicato già qualche settimana prima dell'insediamento sul sito internet istituzionale: riforma della pubblica finanza, con lo scopo di accorciare il debito pubblico e, nel 2016, eliminarlo del tutto, riforma della sanità, per garantire maggiore efficienza a tutta la popolazione, modernizzazione del sistema giudiziario e del terziario, e, infine, politiche di trasparenza contro la corruzione nel settore pubblico. "La nuova maggioranza - ha dichiarato Necas - prende su di sé tutta la responsabilità di tali cambiamenti. E' una sfida ambiziosa, che non intendiamo perdere".

Dalle parole, ai fatti. Subito il premier ha tagliato del 5% le paghe per i tutti i dipendenti pubblici, nessuno escluso: dai membri del Consiglio dei Ministri ai presidenti degli enti locali. Un provvedimento, come spiegato dall'esperto Petr Sustrov, non dettato solamente da esigenze di bilancio, ma, sopratutto, avente un forte valore morale, in quanto sono gli stessi membri della maggioranza a dare il buon esempio, e pagare per primi i costi di una politica finanziaria di lacrime e sangue, che ha lo scopo di ridurre il debito pubblico ceco, ad oggi pari ad 8 miliardi di dollari.

Non differente la situazione a Bratislava. Anche qui, una coalizione di centrodestra - formata dalla cristiano democratica Slovenská demokratická a kresťanská únia – Demokratická strana, SDKÚ-DS, dal movimento cristianodemocratico Kresťanskodemokratické hnutie, KDN, dal partito conservatore Sloboda a Solidarita, SaS, e dal partito liberal-conservatore della minoranza ungherese Most-Hid - ha promesso totale discontinuità rispetto al precedente esecutivo del socialdemocratico Robert Fico, bollato come irresponsabile e populista, ed ha presentato un programma chiaro, che prevede riforme del sistema pensionistico e contributivo, un taglio dei benefit nel welfare - allargati a dismisura negli anni passati - e una seria revisione del sistema sanitario.

Ad aumentare la fiducia nei nuovi esecutivi di Praga e Bratislava, anche il fattore novità. Difatti, nell'ambito della maggioranza non sono entrati partiti postcomunisti, né di sinistra. E, per la prima volta, volti nuovi, appartenenti a movimenti popolari, vicini alla gente, hanno fatto la loro comparsa nello scenario politico nazionale, ricevendo persino incarichi di responsabilità. Come riportato dal quotidiano slovacco "Sme", queste figure, dagli elettori, non sono considerate come dei dilettanti. Al contrario, sono viste, e supportate, con grande speranza, affinché la nuova classe dirigente sia rispettosa delle leggi, e capace di conferire ai due Paesi crescita e benessere".

Matteo Cazzulani

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