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mercoledì 4 agosto 2010

JANUKOVYCH IN CRIMEA. PROTESTANO I TATARI


L'ennesimo polverone politico. Così si è concluso l'incontro del presidente ucraino, Viktor Janukovych, con i tatari di Crimea. Una visita, tanto pubblicizzata, ed attesa, con la quale, nella giornata di martedì, 3 agosto, il Capo dello Stato ha interrotto le vacanze estive, che da oramai quasi un mese sta trascorrendo sulle rive del Mar Nero.

Secondo programma, fissato già dallo scorso mese di maggio, Janukovych avrebbe dovuto incontrare tutti i 33 membri della Mejlis - Medzhlis in ucraino: il parlamento, con sede a Simferopoli, con propria bandiera ed inno, che dal 1991 rappresenta, e difende, gli interessi dei tatari di Crimea dinnanzi alle istituzioni ucraine, a quelle della Repubblica Autonoma di Crimea, ed alle organizzazioni internazionali. Tuttavia, l'amministrazione presidenziale ha cambiato idea, comunicando, con limitato preavviso, che l'incontro sarebbe sì avvenuto, ma solo con 6 rappresentanti della Mejlis scelti dal Capo dello Stato in persona. Tra i privilegiati, solo esponenti dell'opposizione interna al parlamentino tataro, politicamente vicini al Partija Rehioniv, la forza politica di Viktor Janukovych.

Stando alle fonti, costoro avrebbero ribadito la volontà di appellarsi alla Federazione Russa per essere tutelati dall'aggressività degli ucraini, così come fatto da Mosca nei confronti della Georgia per "tutelare" l'indipendenza di Abkhazija ed Ossezia Settentrionale. Una richiesta pericolosa per la pacifica convivenza tra tatari, ucraini e russi. Che, tuttavia, l'opposizione interna alla Medzhlis aveva già inoltrato pubblicamente al Cremlino nell'autunno 2008. Inoltre, gli invitati si sarebbero presentati come difensori e attuatori delle politiche volute da Janukovych, in quanto la maggioranza del parlamentino alle scorse elezioni presidenziali avrebbe supportato la candidatura di Julija Tymoshenko, ora carismatica leader dell'Opposizione Democratica.

Tale atteggiamento ha mandato su tutte le furie il Capo della Medzhlis, anche deputato alla Rada del gruppo Nasha Ukrajina-Narodna Samooborona, Mustafa Dzhemiljev. Ovviamente, tra i depennati dalla lista degli invitati, malgrado il suo status. Costui ha espresso forte rammarico non solo per il repentino cambio di programma, ma, sopratutto, per il fatto che un'importante ocasione di dialogo, da cui sarebbero potuti scaturire progetti di cooperazione, sia stata strumentalizzata, e politicizzata, a vantaggio della verticale del potere di Kyiv e dei suoi rappresentanti a Simferopoli. Ciò nonostante, Medzhlis si è detto pronto a tutelare gli interessi dei tatari di Crimea. E, di conseguenza, a prescindere dalla differente appartenenza partitica, a collaborare con Janukovych, garante della Costituzione, eletto dalla maggioranza del Paese.

"Lo socrso maggio - ha dichiarato in serata sul 5 Kanal - abbiamo stabilito una seduta plenaria straordinaria, nella quale il Capo dello Stato avrebbe incontrato tutti i 33 parlamentari della Medzhlis. Poi, il cambio di programma. Janukovych ha invitato solamente gli esponenti dell'opposizione, a lui politicamente vicini. Persone dalla dubbia moralità, che operano per destabilizzare l'area, contro gli interessi dei Tatari di Crimea e dell'Ucraina. Da parte mia, continuerò a tutelare la minoranza che rappresento, e non farò mai della Medzhlis un organo di opposizione a Janukovych. E' il presidente, eletto dalla maggioranza del Paese, e con lui voglio dialogare, collaborare ed operare fianco a fianco per risolvere i problemi dei Tatari di Crimea".

Alla mano tesa, Janukovych ha risposto seccamente, riportando di non comprendere le motivazioni del comportamento di Dzhemiljev, bollato come sterile e privo di alcuna prospettiva. "La risposta - ha dichiarato - la daranno gli stessi tatari di Crimea quando saranno chiamati a rinnovare il loro parlamentino. La condotta del leader della Medzhlis non porterà lontano".

Ma non solo di tatari si è trattato. Nella medesima giornata, Viktor Janukovych ha incontrato le autorità della Crimea nella tavola rotonda per lo sviluppo strategico della penisola. La quale, lecito ricordare, possiede lo status di Repubblica Autonoma, ha una propria Rada e un proprio budget, e gode di ampi margini di indipendenza da Kyiv, sopratutto in ambito economico. Nel vertice, Janukovych ha affrontato lo spinoso tema del possesso illegale di terre e beni dello Stato, minacciandone la confisca e dichiarando l'avvio di severe indagini a carico non solo di privati cittadini, ma anche di industrie ed enti pubblici e regionali che non hanno ancora regolarizzato l'acquisto di aree demaniali.

"Anche in Crimea - ha dichiarato il presidente nella conferenza stampa conclusiva - i proprietari illegitimi devono restituire le terre demaniali. La Corte Suprema di Giustizia appronterà una serie di severe indagini a riguardo. Troveremo i colpevoli. Ed attueremo espropri laddove necessario".

A raffreddare l'apparente risolutezza di Janukovych è stato ancora Mustafa Dzhemiljev. Il quale, abitante ed esperto conoscitore del luogo, ha spiegato come dal 1991 ogni amministrazione presidenziale stia cercando di risolvere la questione, arrestandosi puntualmente quando ad essere sospetate sono personalità di spicco. Su cui, tuttavia, mantiene l'anonimato.

"Quella di Janukovych - ha sentenziato, sempre dagli schermi del 5. Kanal - è pura demogogia. Non c'è presidente, né governo che non promettano di affrontare, e risolvere, la questione. Ma ci si ferma sempre, non appena appaiono cognomi interessanti. Persone influenti, in Crimea e a Kyiv. Così è stato con la precedente amministrazione Jushchenko. Anche Janukovych, sono sicuro, non andrà fino in fondo".

Matteo Cazzulani

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