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E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.

sabato 10 aprile 2010

Ancora sulla tragedia di smolensk

Scrivo dopo una giornata massacrante. Dal mio iPhone in quanto
impegnato in una cena di compleanno in cui non riesco a distrarmi. La
morte del presidente polacco e di tutto lo stato maggiore e per me una
ferita profonda. Mi fa male, perché la Polonia oramai la sento come
casa mia. Una sorta di doppia nazionalità per imtenderci.

Lech kaczynski non mi piaceva. Non lo avrei mai votato. Sono un
liberale, non un conservatore. Ma e il mio presidente, e la sua
scomparsa e un dramma.

Vertendo sulle notizie, ora in Polonia si apre una fase di transizione
politica. Non voluta, ma causata da un incidente su cui troppe nubi
permangono. Non quelle che caratterizzano il paesaggio di katyn e
dintorni. Ma i troppi punti oscuri sulla dinamica dell'incidente. 70
anni dal massacro dell'imtellighenzia polacca ad opera di Stalin, 3
dal riconoscimento delle responsabilità di Mosca da parte di Vladimir
Putin, primo ministro della federazione russa subito nominato a capo
della commissione di inchiesta incaricata di fare chiarezza
sull'accaduto.

Sia chiaro fin da subito: non credo al complotto. E stato un tragico
incidente. Una catastrofe di stato per noi polacchi. Un dato e certo:
la cancelleria del presidente, ergo il nostro stato e scomparso in un
sol colpo. Una manovra sbagliata deinmigliori piloti polacchi, onorati
di pilotare un obsoleto Tupolev presidenziale.

Ora pieni poteri sono stati presi da Bronisław Komorowski, per ironia
della sorte candidato della platforma obywatelska alle presidenziali
del prossimo autunno, che ora saranno inevitabilmente anticipate.
Entro il 20 di giugno secondo la carta suprema del mio paese di
adozione.

Per conto di annaviva, l'associazione che presiedo, ho appena inviato
una lettera di cordoglio al console polacco di Milano. Nel cercare le
parole più adatte mi sono soffermato sul comunicargli il medesimo
timore che anche io ho sentito comunemente alla maggior parte dei miei
amici polacchi: una sorta di fatalismo storico, per cui katyn e la sua
regione sono per noi terra maledetta.

Concludo citando il nostro inno nazionale. La Polonia non e morta
ancora fino a quando noi vivremo. Ci rialzeremo e supereremo anche
questa tragedia.

Matteo Cazzulani
Presidente Ass. ANNAVIVA
+393493620416
matteo.cazzulani@annaviva.com
http://matteocazzulani.blogspot.com

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