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mercoledì 14 aprile 2010

UCRAINA: IL BILANCIO LO DECIDONO MOSCA E WASHINGTON


Il governo Azarov non può approvare il bilancio senza il prestito del FMI e le nuove tariffe per il gas fissate dal Cremlino. L'opposizione denuncia il fallimento dell'esecutivo e la messa a repentaglio dell'indipendenza di Kyiv. In aula guerra sulle commissioni.

Il primo di maggio. E' questa la nuova data fissata per la presentazione del bilancio che il governo Azarov finora è stato incapace di approvare. Il progetto del budget statale andrà poi discusso, esaminato, emendato e votato in definitiva: un complesso iter parlamentare che lascerà inevitabilmente l'Ucraina ancora a lungo senza una precisa strategia economica, né una politica finanziaria seria ed ordinata.

Una situazione che ricorda molto da vicino l'epoca del presidentissimo Kuchma: tutor delle oligarchie dell'est del paese che si asteneva dal fare chiarezza sulla sfera economica dello Stato per permettere ai suoi protetti di aprofittare della svendita selvaggia dei colossi demaniali per accumulare ingenti ricchezze e depositarle in conti esteri. Tuttavia, sopratutto grazie alla determinazione dell'opposizione democratica di Julija Tymoshenko, a Kyiv non si è ritornati a tale triste situazione. Ma la mancata approvazione del bilancio a due mesi circa dall'insediamento del governo voluto dal neoeletto presidente Janukovych (già delfino del già citato Kuchma) crea un vacuum a dir poco preoccupante.

In sostanza, il governo Azarov si è presentato agli ucraini con la specifica promessa di preparare "non più tardi della metà di aprile [ergo di questa settimana, n.d.a.]" il progetto del budget statale. Così ha ordinato anche Janukovych in diretta tv allo stesso primo ministro. Mancata tale scadenza, ora la coalizione di governo spiega che non è colpa dell'esecutivo dal momento in cui tutto dipende dal prolungarsi delle trattative con la Russia per la revisione del prezzo del gas e con il Fondo Monetario Internazionale per l'ottenimento dell'ennesimo prestito necessario come l'aria per saldare l'onerosa rata dovuta a Gazprom (il colosso energetico russo).

La versione ufficiale del governo - un goffo tentativo di giustificazione - è fornita da Volodymyr Makejenko del Partija Rehioniv (il partito del presidente e del premier), presidente della commissione bilancio.

"Un incontro costruttivo tra il nostro premier e quello della Federazione Russa non è riuscito a causa della scomparsa del presidente polacco. In contemporanea, il nostro presidente a Washington ha iniziato trattative con gli esponenti del FMI per la concessione di un prestito di 3,8 miliardi di dollari. Ecco le due variabili che influiscono sul bilancio e che ancora non ne permettono l'approvazione: il prezzo del gas e il prestito del Fondo Internazionale. Ma il bilancio è già pronto, è già stato persino stampato. Si trova nel mio ufficio, sulla mia scrivania. Ma prima di portarlo e presentarlo in aula alla Rada per l'approvazione definitiva vogliamo perfezionare i rapporti con Mosca e Washington".

Ad allarmare chi la politica la fa con l'Ucraina nel cuore - il Blocco Tymoshenko - sono le successive dichiarazioni di Makejenko, dalle cui parole è deducibile l'intenzione da parte del governo di barattare la permanenza della flotta russa nel Mar Nero e la svendita del partimonio infrastrutturale energetico a Mosca in cambio di uno sconto sul gas, che oggi Kyiv paga 360 dollari per mille metri cubi: un tarriffario pari a quello imposto alla Germania.

"C'è il prezzo imposto alla Russia sull'affitto della base militare di Sebastopoli, le tariffe di transito sul gas russo che attraversa il nostro territorio e la questione dell'energia nucleare. Siamo certi: troveremo argomenti per concordare con Mosca prezzi ragionevoli".

Pronta la risposta di Oleksandr Turchynov, braccio destro di Julija Tymoshenko, che dagli schermi del "5. Kanal" ha illustrato le reali pericolosità che potrebbero derivare da una trattativa al ribasso con Mosca, in primis la perdita dell'indipendenza politico-energetica del Paese.

"L'Ucraina può acquistare gas a prezzi di mercato e cercare di amortizzare la spesa tagliando altri sprechi, oppure ottenere uno sconto sulle tariffe dalla Russia e svendere i propri gasdotti al Cremlino, perdendo la propria indipendenza economica e politica. Durante le trattative con Mosca della scorsa legislatura [Turchynov ha ricoperto il ruolo di vice premier, n.d.a.] mi sono reso conto di quanto gli emissari di Gazprom siano persone pragmatiche e di quanto si credano mecenati del nostro Paese. Ma essi non lo sono. In cambio di un prezzo inferiore sul gas costoro avanzano concrete pretese sulla flotta del Mar Nero e sulla tutela di sempre maggiori interessi russi in Ucraina".

In ogni caso, nessun esponente del governo riesce a garantire quando il tanto sospirato budget de facto sarà approvato. Solo qualche ipotesi: "Penso che lo potremo approvare attorno al primo maggio" ha dichiarato Oleksij Plotnikov del Partija Rehioniv.

L'opposizione democratica del Blocco Tymoshenko promette battaglia a tutto campo contro un governo che non si è dimostrato all'altezza di amministrare il Paese, inceppandosi alla prima vera prova e rivelandosi incapace di dare all'Ucraina una linea di politica economica fondamentale per superare definitivamente un periodo di crisi che a Kyiv dura oramai da troppo tempo.

"Il governo attuale ha promesso la presentazione del budget e del suo piano di politica economica alla Rada entro l'11 aprile. Non abbiamo visto niente di tutto questo. Ma una cosa è chiara a tutti: il bilancio dell'Ucraina non può dipendere esclusivamente dal fattore energetico e da decisioni prese da altri a Mosca e Washington" ha dichiarato in Parlamento Ivan Kyrylenko, capogruppo del Blocco Tymoshenko.

L'atteggiamento che la principale forza politica di opposizione assumerà è spiegato da Andrij Senchenko. "Il Partija Rehioniv dovrà approvare il bilancio con i suoi soli voti e con quelli dei suoi alleati di governo [comunisti e centristi del Blocco Lytvyn, n.d.a.]. Noi non disturberemo i lavori, ma effettueremo una meticolosa operazione di controllo".

Senchenko ha sollevato anche la questione della presidenza delle commissioni. Insediatosi da poco, il governo Azarov non ha perso tempo nel rinnovare la composizione delle varie commissioni parlamentari, nominandone a capo esponenti del solo Partija Rehioniv e degli altri partiti della maggioranza. Tale atteggiamento infrange una prassi della Rada - e di buon senso per la tutela della democrazia - in base alla quale la presidenza di alcune commissioni è sempre concessa all'opposizione, in primis quella sulla libertà di espressione e, per l'appunto, sul bilancio.

La protesta contro questo atteggiamento antidemocratico della maggioranza ha portato i parlamentari del BJuT ad occupare l'aula parlamentare in occasione delle ultime due sedute plenarie, rendendo impossibili i lavori alla Rada. Un'azione che l'opposizione minaccia di intraprendere nuovamente qualora la presidenza delle due commissioni in questione non venisse affidata ad esponenti del Blocco Tymoshenko.

"L'opposizione ha il diritto di controllare l'approvazione del bilancio e l'inserimento in esso dei finanziamenti agli strati più disagiati della società. Chiediamo allo Speaker della Rada [presidente del Parlamento, n.d.a.] Volodymyr Lytvyn di dimissionare Makejenko" ha dichiarato sempre Andrij Senchenko.

"Non ci è rimasto che un metodo: il blocco totale. Altri meccanismi per l'opposizione non sono possibili. Puro radicalismo" ha dichiarato Serhij Mishchenko, altro esponente del BJuT, dimostrando che forza politica di Julija Tymoshenko è l'unica realmente determinata ed attiva nel difendere la democrazia nel Paese e nel tutelare gli interessi di tutti gli ucraini, non solo degli oligarchi russofoni della parte orientale del Paese, protetti dal governo Azarov e dal presidente Janukovych.

Matteo Cazzulani

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