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lunedì 26 aprile 2010

UCRAINA: ECCO IL BUDGET, PRIMA DELLA TEMPESTA


Il tanto atteso piano di bilancio per il 2010 è stato presentato da Mykola Azarov durante una seduta burrascosa. Alla vigilia del voto sul Patto di Khar'kiv, su cui l'opposizione ha promesso battaglia dentro e fuori la Rada.

C'è chi afferma che nella politica ucraina non ci sia posto per santi. Di sicuro, non ce n'è per cardiopatici, né per personaggi particolarmente mansueti. Oggi alla Rada la tensione la si tagliava col coltello. Ed è bastato accennare l'oggetto della votazione di domani, vero pomo della discordia, che subito è scoppiata la bagarre.

Ad iniziare il tutto, il leader del gruppo parlamentare del Partija Rehioniv, Oleksandr Jefremov, il quale ha dichiarato la volontà del suo partito di affrontare la questione del prolungamento della flotta russa in territorio ucraino fino al 2049 al primo punto dell'ordine delgiorno della seduta di domani, martedì 27 aprile. "State vendendo l'Ucraina, vergogna!" ha replicato dagli scranni dell'opposizione Oleh Ljashko, del Blocco Tymoshenko, dando il via ad un'escalation di grida e insulti provenienti da ambo gli schieramenti che hanno costretto lo speaker, Volodymyr Lytvyn, a sospendere la seduta.

"Calmatevi. Tali comportamenti sono una sconfitta per l'Ucraina" ha ripetuto a più riprese il presidente del Parlamento, ottenendo la secca replica dello stesso Ljashko, che ha fatto notare come la vera perdita per il Paese sia l'accordo stretto tra Janukovych e Medvedev, forse non a caso nell'ex capitale dell'Ucraina sovietica. "E voi [della maggioranza, n.d.a.] avete il diritto di danneggiare il Paese con continue cospirazioni contrarie all'interesse nazionale? Questo è un vero e proprio tradimento!".

Lo stop ai lavori della Rada non è che un preludio alla giornata di martedì, 27 aprile, quando, accanto alla strenua resistenza alla ratifica del patto di Khar'kiv, anche mediante l'occupazione dell'aula, l'Opposizione Democratica ha indetto una manifestazione nazionale alla quale in molti hanno già aderito, persino da fuori Kyiv. 10 pullman stracolmi sono già partiti da Ternopil', altri cinque da Leopoli, spostamenti simili anche da Vynnicja e Ivano-Frankivs'k: tutte città i cui consigli regionali e comunali hanno discusso, e votato, un documento di condanna dell'accordo che consente lo stazionamento dei russi in Crimea fino al 2049, definito contrario agli interessi nazionali.

A seduta ripresa, il premier in persona, Mykola Azarov, ha illustrato il piano di bilancio per il 2010, atteso già per l'inizio di aprile ma clamorosamente slittato a seguito del mancato rilascio del prestito dell'FMI e delle nuove tariffe sul gas russo non ancora fissate con Mosca.

Stando al documento, scaricabile dal sito internet della Rada, il deficit è stimato a 57,745 miliardi di hryvnie, il 5,33% del PIL. Le entrate ammontano a 267,452 miliardi, mentre le spese sono previste a quota 323,556 miliardi. Il PIL pro capite è stimato a 1,083 trilioni, il fondo pensionistico a 338,9 miliardi, i tempi di crescita al 3,7% e l'inflazione al 13,1%.

Inoltre, il governo ha dichiarato di voler attuare una cospicua opera di privatizzazioni per ricavare 10,263 miliardi di hryvnie. Su di essa, l'opposzione democratica ha promesso un monitoraggio scrupoloso per evitare la svendita del patrimonio nazionale agli oligarchi filorussi dell'est del Paese, sponsor di Janukovych e della sua attività politica.

Matteo Cazzulani

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