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martedì 6 aprile 2010
MAGISTRATURA POLITICIZZATA IN UCRAINA: JANUKOVYCH DA MOSCA COLPISCE LA TYMOSHENKO.
La procura Generale convoca la Lady di Ferro ucraina per una poco chiara audizione. Il tutto mentre il presidente è a Mosca dall'amico Medvedev per discutere la nuova cooperazione tra Kyiv e il Cremlino.
"Panico politico". E' così che Julija Tymoshenko ha definito la convocazione della Procura Generale appena pervenutale. Lo ha fatto presso la sede del suo Blocco nella Capitale con un'apposita conferenza stampa convocata nella giornata di martedì 6 aprile 2010, ultimo giorno delle vacanze di Pasqua - in Ucraina tradizionalmente dedicato alle visite ad amici e parenti.
Vestito bianco, sguardo determinato, voce ferma come sempre, seppur talvolta interrotta da cali di tono. La Lady di Ferro ucraina ha attaccato la magistratura, che a suo dire su ordine di Janukovych le ha inviato la lettera di convocazione che mostra alla stampa.
"Dopo aver tenuto la conferenza stampa in cui ho parlato di corruzione della Corte Costituzionale, di intimidazioni ai magistrati, di pressioni sui giudici da parte di ambienti vicini a Janukovych, subito durante le feste pasquali ho ricevuto tale avviso dalla Procura Generale".
La Tymoshenko ha le idee chiare: si tratta di un tentativo di pressione politica nei suoi confronti organizzato dallo stesso establishment presidenziale per intimidirla. Una situazione che ricorda l'era Kuchma, quando l'ex-presidente autoritario sconfitto nel 2004 dalla pacifica rivoluzione arancione non esitava ad avvalersi della magistratura per colpire dissidenti ed avversari politici, tra cui la stessa Lady di Ferro ucraina: arrestata - poi rilasciata per totale assenza di prove - nel 2001.
"Voglio dire al signor Janukovych e alla Procura Generale da lui controllata che anche durante gli anni in cui Kuchma operava si è cercato di arrestare la mia persona e di annichilire e reprimere la mia famiglia. Voglio affermare che Janukovych assieme alla sua cavalleria non è riuscito ad evolversi politicamente nel corso di questi anni al punto da evitare di intimidirmi con simili metodi" afferma la Tymoshenko continuando a mostrare la lettera di convocazione.
La leader dell'opposizione dimostra tutta la sua forza di carattere non solo ricordando quanto già subito in passato, ma anche promettendo battaglia a tutto campo, iniziando col presentarsi dinnanzi alla Procura generale il giorno e l'ora richiesti dalla convocazione. Il tutto, in nome della difesa dell'indipendenza, della giustizia e della democrazia nel Paese: principi "arancioni" che coerentemente continua ad avere ancora oggi come punto fermo della sua attività.
"Già da tempo mi hanno spaventata e già da tempo non temo più questi personaggi, dal momento in cui essi si nascondono dietro la Procura Generale e si avvalgono dei suoi poteri per attuare un vero e proprio sistema repressivo. Sul fatto che mi presenterò non c'è da dubitare. E anche sul fatto che parlerò con questi procuratori onestamente ed apertamente. Non cadrò nel panico politico che costoro hanno orchestrato. E prometto che insieme alla mia squadra difenderò l'Ucraina fino a quando ne avrò la possibilità e fino a quando il popolo ucraino me ne darà la forza".
Ad aggravare la situazione, il fatto che tutto ciò sia avvenuto mentre il presidente Janukovych è a Mosca "per una visita privata all'amico Medvedev", come comunicato dall'ufficio stampa del Capo dello Stato. Peccato che durante tale gita a titolo personale il leader del Partija Rehioniv non si sia limitato ad omaggiare la tomba del cosmonauta Georgij Beregovyj, a partecipare al battesimo del nipote di un ex compagno di scuola e ad incontrare il Patriarca Kyryl, ma abbia tenuto anche un vero e proprio vertice con il suo collega russo circa la futura cooperazione tra Mosca e Kyiv.
Stando alle indiscrezioni i due avrebbero discusso il piano di modernizzazione del sistema infrastrutturale energetico ucraino da presentare alla comunità internazionale entro fine mese. Inizialmente concepito come compartecipato da Mosca, Kyiv e Bruxelles, esso tenderebbe ad escludere la presenza europea per lasciare al colosso russo Gazprom pieno accesso ai gasdotti ucraini.
Per ora, di certo rimane la foto dei due presidenti a bordo della "Pobjeda" di Medvedev: lussuosa automobile color perla, immagine di un'Ucraina inesorabilmente alla deriva in direzione Mosca. Il tutto sotto gli occhi di un'Europa sempre addormentata, di un presidente USA senza un'idea coerente di politica estera in difesa della democrazia, e di una leader di Ferro costretta a difendersi dall'ennesimo utilizzo politico della magistratura da parte della nuova verticale del potere.
Matteo Cazzulani
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