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E' USCITO IL MIO LIBRO "LA DEMOCRAZIA ARANCIONE. STORIA DELL'UCRAINA DALL'INDIPENDENZA ALLE PRESIDENZIALI 2010", LIBRIBIANCHI EDITORE. Parte dei proventi finanzia l'Associazione AnnaViva.
domenica 18 aprile 2010
ŻEGNAJ, PANIE PREZYDENCIE!
"Addio Presidente". E così che Ti voglio salutare dalle modeste pagine del mio blog, da cui racconto quell'Europa Centro-Orientale tanto ignota agli occidentali alla cui storia hai contribuito, ahimé, anche con la Tua tragica scoparsa. Ti saluto, Panie Prezydencie, utilizzando la lingua di Dante e non il polacco perché in Polonia quanto Ti scrivo è a tutti scontato. In Italia e nella Vecchia Europa no.
Panie Prezydencie, ieri una moltitudine si è recata sul Rynek Główny di Cracovia per renderTi l'estremo saluto. Mezzo milione di persone secondo le principali fonti. Non solo polacchi. C'erano ceceni, georgiani, ucraini, altri europei. Tuoi colleghi e uomini politici riusciti ad avere la meglio della nube vulcanica islandese, tra cui Janukovych, la Tymoshenko e Jushchenko da Kyiv, i protagonisti delle mie cronache.
Panie Prezydencie, la Tua scomparsa ha scosso costoro e sopratutto la Polonia, così come ha scosso anche me, che non possiedo la cittadidanza polacca ma che polacco oramai mi sento da qualche mese a questa parte. Ho percepito, e sono stato anche io influenzato da quel fatalismo storico che inevitabilemtne ci condiziona in ogni analisi della storia e dell'attualità. Quel tragico incidente in quel luogo a noi ostile ove già i sovietici settanta anni or sono ci hanno decapitato l'élite statale, oggi ancora tomba di una strage dalle identiche conseguenze.
Quanto è cinica la storia. E riuscita persino a farTi compiere un semi-miracolo politico, portando il presidente russo Medvedev che tanto temevi e contrastavi al Kościół Mariacki. E non per trattare il prezzo del gas.
Panie Prezydencie, la Tua scomparsa è stata per me la scomparsa del Presidente della Rzeczpospolita Polska, del mio Capo di Stato. Vedi di quanta polonità sono oramai inevitabilmente intriso, dopo un seppur breve soggiorno cracoviense a cui ho dovuto porre fine per stare accanto alla mia famiglia (scelta che avresti sicuramente apprezzato)?
Lo ha notato persino il Relatore della mia tesi, un Professore polacco di cattedra qui a Milano. Una di quelle persone di cultura che tanto avversavi pubblicamente, ma che nell'intimo, ne sono convinto, rispettavi e di cui andavi orgoglioso: ce ne fossero - e qualcun altro ce n'è - di polacchi come lui che nel mondo rappresentano e divulgano la cultura polacca con tanta passione, capacità, delicatezza ed equilibrio!
Equilibrio, appunto. Una dote che politicamente Ti è sempre mancata, Panie Prezydencie. Persino quando hai preso la saggia decisione di firmare, seppur tardivamente, il Trattato Europeo: lo hai fatto con estrema solennità in diretta tv, neanche fosse la firma della dichiarazione di indipendenza. Invece avrebbe dovuto essere un gesto politico naturale per uno Stato al cuore dell'Europa come la Polonia. Ricordi? Ti si è pure rotta la penna.
Panie Prezydencie, politicamente siamo lontani anni luce. Io liberale, tu conservatore alla nausea. Hai cavalcato quegli aspetti della polonità che disprezzo e che condanno nei miei articoli e nei miei libri: intollerante, bigotta, testarda, a volte razzista, antieuropea, sarmatica. Siamo stati avversari politici, dal momento in cui mi riconosco appieno e sostengo la Platforma Obywatelska di Tusk, partito liberale e cristiano-democratico. Mi sono battuto a lungo per spiegare qui in Italia a un popolo che complessivamente preferisce il Grande Fratello alla politica internazionale che la Polonia è altro rispetto a quanto da Te rappresentato, sopratutto nel periodo in cui il premierato era nelle mani di tuo fretello-gemello Jarosław.
Tuttavia, ci sono stati episodi che ci hanno visto dalla medesima parte della barricata. Conservo ancora la copertina del Newsweek Polska successiva all'aggressione russa alla Georgia con una tua foto a bordo di un aereo militare e la dichiarazione "z Rosją trzeba ostro" (con la Russia ci vuole fermezza). La pronunciasti dinnanzi all'incosnsistenza di Sarkozy e alla mollezza delle cancellerie occidentali, timorose di difendendere la Nuova Europa e di condannare Mosca. Qui a occidente c'è sete di gas, troppa.
Inoltre, la questione dello scudo antimissile, legata se vuoi alla crisi georgiana. E' ancora dura spiegare agli italiani il perché la Polonia ha firmato quel trattato con Washington: il timore della Russia, un vicinato storicamente poco pacifico, fin dai tempi degli zar. Per non parlare dell'epoca della PRL, in cui la nostra Polonia ha sofferto il comunismo. Ecco, Panie Prezydencie, un altro punto in comune.
Di più non credo ce ne siano. Ma quando ho saputo della tragedia, Tu eri il presidente. Punto e basta. E come me l'hanno pensata tutti coloro che ieri erano in piazza a Cracovia e nelle altre città dinnanzi ai maxischermi per darti l'addio. Non importa se poi si scatenano discussioni concitate sul luogo della Tua sepoltura. Sei un personaggio pubblico e controverso, che rappresenta un popolo che ama la dialettica al punto da dividersi su quasi ogni cosa. Eredità szlachecka (nobiliare), Panie Prezydencie.
Concludo qui questo mio saluto. Avrei voluto scriverlo ieri a funerale concluso, ma a volte è meglio lasciare che trascorra qualche tempo.
Addio, Panie Prezydencie! Malgrado tutto, mio presidente.
Matteo Cazzulani
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